con la performance
FEED YOUR MEMORIES
a cura di Silvia Cogo
17 - 18 marzo 2018
ore 16-18
Triennale di Milano
Un
progetto e una performance che propone una riflessione sul vivere
contemporaneo e che con la domanda SI VIVE DI SOLO PANE? sceglie come
oggetto di indagine la nutrizione e il cibo, per mostrare quali siano le
nostre abitudini alimentari a chi vivrà sulla terrà tra 500/1000 anni e
ai presenti le relazioni che ruotano attorno ai riti contemporanei di
vivere il cibo.
ISIA Faenza
– l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche Design e
Comunicazione - partecipa presso la Triennale di Milano alla mostra 999. Una collezione di domande sull’abitare contemporaneo, ideata e curata da Stefano Mirti, una
grande indagine sul concetto di casa e di abitare, a cavallo tra il
mondo fisico e quello digitale, che sta generando una esposizione
collaborativa, in continua mutazione nel tempo e nello spazio.
ISIA
Faenza, per partecipare alla mostra, ha voluto coinvolgere più di 100
studenti iscritti ai corsi triennali e biennali che, coordinati dalla
designer e docente di metodologia della progettazione Silvia Cogo, hanno dato vita lo scorso 16 e 17 febbraio a una vera e propria Overnight all’interno degli spazi dell’Istituto. Feed your memories il
titolo del progetto e dell’hackathon lungo un giorno e una notte che
aveva come tema principale la nutrizione e come obiettivo quello di mostrare alle future generazioni che abiteranno la terra tra 500/1000 anni cosa mangiavamo e come ci nutrivamo nel 2018.
Protagonista di questa indagine è un prodotto iconico per il territorio faentino dove l’ISIA opera, ma entrato nell’immaginario collettivo dell’Italia e del mondo: il vaso delle Amarene Fabbri opera, nella forma e nella decorazione che oggi tutti conosciamo, del ceramista di Faenza Riccardo Gatti.
Partendo
proprio dalla forma, quasi primigenia, di questo contenitore - che
affonda le sue radici anche nell’antichità e può essere fatta risalire
ai canopi, le divinità greche a forma di giara con testa umana contenenti le viscere dei defunti, o ancora al testum,
il vaso di terracotta usato nell’antica Roma per cuocere gli alimenti -
gli studenti dell’ISIA durante l’Overnight hanno elaborato parole, suggestioni e domande e da quelle una serie di proposte di materiali edibili o legati al tema del nutrimento da
rappresentare e inserire sui vasi in terracotta che, una volta
sigillati e archiviati, potranno essere trovati e aperti in futuro da
coloro che vorranno capire di più sul nostro modo di vivere e consumare
il cibo.
Al
termine dell’hackathon sono stati presentati tutti gli elaborati degli
studenti ed è stato scelto quello che sarà il concept della performance,
progettato da Noemi Cassani, Euroa Casadei ed Elisa Caselli, che si
svolgerà alla Triennale di Milano il 17 e il 18 marzo e che porrà ai
visitatori la domanda Si vive di solo pane?.
Un
lungo tavolo vestito di bianco con 20 performers, giovani designer in
formazione, che si confronteranno con materiali edibili di ogni genere,
dando vita ad un’”ultima cena” moderna in cui i protagonisti
consumeranno ognuno un alimento diverso, usando come piatti i tappi
colorati che andranno a sigillare i vasi in terracotta. I resti, le
briciole del cibo consumato e raccolto sui tappi, verrà introdotto nei
vasi che rimarranno chiusi per oltre 500 anni. Una performance dal
valore simbolico, caratterizzata da una ritualità lenta, quasi sacrale,
silenziosa e isolata, seppur inserita in una “comunità” di 20 persone.
Si vive di solo pane?
è una domanda che l’ISIA di Faenza pone e si pone, ma a cui
consapevolmente non vuole dare risposta, affidandole il compito di
generare una riflessione, e, perché no, anche un dibattito, su temi legati alla società attuale e al vivere contemporaneo,
come lo spreco delle risorse in esaurimento, la condivisione
estremizzata e proclamata dai social media contrapposta
all’individualismo e alla soggettività.
Questo progetto realizzato per la mostra 999. Una collezione di domande sull’abitare contemporaneoe affonda
le radici in quella che da sempre è la mission dell’ISIA di Faenza che,
fin dalla sua fondazione, opera nell’ambito dell’alta formazione del
design e che oggi, grazie anche alla nuova governance di Giovanna Cassese e Marinella Paderni, sta sviluppando un dialogo sempre più serrato tra formazione, ricerca, produzione e valorizzazione nell’ambito e per la diffusione della cultura del design
nei campi più svariati, dal prodotto alla comunicazione, alla ceramica e
alla moda, al design ambientale e ecosostenibile, al patrimonio
culturale, fino alla digital fabrication e al fenomeno dei makers.
Inoltre l’evento si inscrive nella politica culturale di apertura
nazionale e internazionale dell’ISIA di Faenza che sarà di nuovo
protagonista a Milano con altri due importanti progetti di ricerca e
produzione ad aprile proprio durante il Salone del Mobile.
Non
solo didattica - teorica e pratica - per l’ISIA Faenza, ma un sistema
consolidato di rapporti e relazioni che mettono in contatto gli studenti
con tutti i player del sistema design, sia del territorio faentino che
con designer e artisti italiani e internazionali, organizzando workshop,
eventi e incontri, come ad esempio il ciclo di conversazioni In Between per riflettere su design, impresa 4.0 e le arti o ancora il prestigioso “Premio Nazionale delle Arti 2017 – Sezione design” dal titolo Future is Design, XII
edizione, che si è tenuto lo scorso settembre presso l’Istituto
faentino e che ha avuto grande successo di critica e di pubblico, con i
suoi eventi collaterali la mostra Builders of Tomorrow al MIC di Faenza e il Convegno Oltre il confine, dialoghi e contaminazioni per un’estetica e una didattica del design del terzo millennio di cui in primavera verranno pubblicati gli atti.
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