Sarà
il team curatoriale di ricercatori e professionisti under 35, scelto
tra oltre 150 candidature, a presentare alla città il progetto
pluriennale Casa dei Saperi, che per i prossimi due anni sarà dedicato
alle Nuove Utopie.
Nei
nuovi spazi ampliati della Fondazione Pini Sonia D’Alto, Elisa Gianni,
Itamar Gov, Cristina Travanini e Alessia Zabatino condurranno dialoghi e
conversazioni con il collettivo artistico rumeno Apparatus 22, il
filosofo Leonardo Caffo, il criminologo Adolfo Ceretti, Sara Ferraioli
di Maestri di Strada e la curatrice turca co-fondatrice di Collective
Çukurcuma, Mine Kaplangı. A concludere la serata una performance sonora
dell’artista e compositrice franco-canadese CECILIA.
Nuovi spazi ampliati, per la Fondazione Adolfo Pini e un nuovo importante progetto in partenza, Casa dei Saperi, ideato e diretto da Valeria Cantoni Mamiani. A inaugurarlo, mercoledì 27 febbraio alle ore 19:00
in Corso Garibaldi 2, sarà una serata speciale, prima di una serie di
appuntamenti che si svilupperanno nell’arco del prossimo biennio, con un
programma di incontri, proiezioni, workshop, talk, con la
partecipazione di figure del panorama italiano e internazionale.
Al centro del progetto, il tema Nuove Utopie
è esplorato e approfondito a partire da nuovi modi, più sostenibili, di
essere cittadini, attraverso la volontà e gli sforzi del pensare e
spesso agire insieme per le alternative allo status quo.
“Ci
siamo messi al lavoro sul tema della Nuove Utopie perché desideriamo
pensare che siamo in un’epoca in cui è urgente tornare a parlare
insieme, a confrontarsi, a scambiare conoscenze ed esperienze per
ampliarsi, divenire più vasti e trasformare la realtà intorno a noi
anche con il nostro contributo. Abbiamo scelto di fare questo con
giovani di talento, impegnati in strade diverse, tutti accomunati dalla
passione, dall’abitudine a unire dimensione teorica e dimensione pratica”, afferma Valeria Cantoni Mamiani, ideatrice e direttrice di Casa dei Saperi.
Proprio
la capacità di scambio e di confronto tra giovani professionisti di
diversi ambiti e discipline sarà il filo conduttore che guiderà, per i
prossimi due anni, il team curatoriale under 35 selezionato dalla
Fondazione Adolfo Pini attraverso una Open Call a cui hanno partecipato
oltre 150 candidati da diversi Paesi. A farne parte sono Sonia D’Alto,
Elisa Gianni, Itamar Gov, Cristina Travanini e Alessia Zabatino, che,
sotto la guida di Valeria Cantoni Mamiani, avranno il compito di
sviluppare e curare la programmazione nell’arco dei prossimi mesi.
Il
primo appuntamento sarà proprio la serata inaugurale, in cui ciascuno
di loro dialogherà, rispettivamente, con il collettivo artistico rumeno Apparatus 22, il filosofo Leonardo Caffo, il criminologo Adolfo Ceretti, Sara Ferraioli dell’associazione Maestri di Strada ONLUS e con la curatrice turca e co-fondatrice di Collective Çukurcuma Mine Kaplangı. Gli incontri si svolgeranno in contemporanea e in cinque diverse stanze della Fondazione.
A concludere la serata: Miracle, una performance sonora dell’artista e compositrice franco-canadese CECILIA, che si terrà nel salone principale.
Cinque i temi di approfondimento
su cui i curatori declineranno le Nuove Utopie nell’arco del prossimo
biennio, a partire dalla serata di lancio del progetto: si parlerà di apprendimento come sfida al cambiamento, di riparazione come pratica necessaria in un mondo che molto ha costruito e molto rotto a partire dalle relazioni, di post-umano come ibridazione generativa con la tecnologia e come riposizionamento rispetto all’animale e all’ambiente, di identità come forma aperta ed evolutiva e non gabbia chiusa in cui installarsi e proteggersi, di immaginazione e potere
come spazio per l’affermazione del potere intrinseco di cui ogni essere
umano e ogni comunità hanno diritto a partire dal poter essere, poter
fare e poter avere un impatto.
Grazie
al contributo del giovane team curatoriale, il progetto culturale Casa
dei Saperi si pone quindi come un laboratorio aperto di confronto,
dialogo e contaminazione su alcuni temi centrali del dibattito
contemporaneo. Casa dei Saperi, letto come luogo di scambio e di
interazione orizzontale e non accademica tra le diverse forme del
sapere, tenta di creare e dare uno spazio egualitario di riflessione,
presentazione, offrendo al pubblico della Fondazione Adolfo Pini uno
luogo e un tempo di qualità fatto di sguardi trasversali e aperti al
nuovo e al cambiamento.
La
Casa dei Saperi vuole essere un luogo di conversazioni di qualità, di
scambi generativi tra diverse discipline, diversi mondi che si
incontrano per aprire e mai chiudere, per generare pensieri, azioni,
collaborazioni, per co-creare senso in un momento in cui il senso sembra
perdersi tra le maglie degli iper-specialismi, della fatica di trovare
un proprio posto nel mondo, nel lavoro, nelle relazioni.
Cosa succederà alla serata inaugurale
Ad affrontare il tema della riparazione sarà Elisa Gianni con Adolfo Ceretti,
criminologo ed esperto di giustizia riparativa, intesa come
rovesciamento di prospettiva e rimessa al centro della persona per
contribuire a un nuovo riequilibrio più generale, che vada oltre il
ripristino delle funzionalitào la ritrovata integrità.
Mine Kaplangı e Itamar Gov
discuteranno invece il ruolo degli spazi d'arte come luoghi di rifugio e
di valutazione in tempi di nazionalismi, populismi e xenofobia.
Prendendo come punto di partenza le attività del Collettivo Çukurcuma di
Istanbul, il discorso affronterà nozioni di censura, identità
transnazionali e il dovere / il diritto di rappresentare l'"Altro".
In dialogo con Cristina Travanini, Leonardo Caffo presenterà le idee contenute nel suo Fragile umanità
(Einaudi 2017), raccontando di un umano che si modifica in vario modo,
ibridandosi con la tecnologia ma anche riducendo la distanza con
l’alterità non umana, animale e vegetale, e cercando di fare nuova
chiarezza sul concetto oggi onnipresente di "postumano".
Alessia Zabatino e Sara Ferraioli
(Maestri di Strada Onlus), parleranno della possibilità di ripensare e
progettare pratiche e azioni educative per bambini, ragazzi e adulti,
che mettano in gioco ogni parte del sé e che siano capaci di affrontare e
generare cambiamenti del sistema educativo e del sistema sociale.
Il dialogo tra il collettivo rumeno Apparatus 22 e Sonia D’Alto
vuole essere un sopralluogo in quella che è una pratica artistica
attivista e provocatoria, nei confronti di artisti che si definiscono
dreamers ed esploratori di futurologie (fallite), e configurare un
momento di scambio reciproco a partire da un dialogo che si sviluppa da
alcuni temi affrontati dal collettivo, quali simulacra, neo-miti e
SUPRAINFINIT (un utopico universo che Apparatus 22 ho inventato ed
esplorato sin dal 2015).
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