Momento
forte del programma l’incontro dedicato al progetto ‘Dalla vite al vino’
che vedrà
piantare i “vigneti del gemellaggio” con varietà sannite e gozitane
Si concretizza una nuova tappa nell’ambito
del gemellaggio tra Castelvenere e Xewkija, cittadina dell’isola di Gozo
(arcipelago di Malta). Da domani a mercoledì 20 febbraio una folta delegazione
maltese sarà ospitata nel Sannio in occasione dell’evento ‘La vendemmia dell’uva
camaiola – Alla riscoperta di un antico vitigno con i “gemelli” maltesi’.
Questa intensa quattro giorni farà vivere agli ospiti un percorso interessante
per conoscere il mondo del vino castelvenerese, sannita e campano.
Il programma propone, infatti, anche una
visita all’area archeologica di Pompei per ammirare le bellezze della città
romana e del suo fiorente mercato del vino, che duemila anni fa era secondo per
importanza solo a quello di Roma. Così come si andrà a raccogliere la neve tra
le neviere del Matese per poter assaporare la bontà del mosto cotto (r’ vin
cuott’) una delle autentiche bontà tradizionalmente preparate dalle massaie
castelveneresi. Il momento centrale della manifestazione è costituito dal
convegno ‘Vigneti scolastici: l’amore per la vite nell’area del Mediterraneo’. Sarà
soprattutto un momento di incontro tra il mondo della scuola, considerato che
della delegazione maltese faranno parte anche alcuni alunni delle ultime classi
della Scuola Primaria. A cogliere prontamente l’invito alla collaborazione è
stato l’Istituto di istruzione ‘San Giovanni Bosco’, diretto da Maria Ester
Riccitelli, che ha aperto le porte della scuola castelvenerese per dare il via
ad un incontro che si spera porterà importanti frutti di collaborazione e
crescita.
Nel corso del convegno, moderato da Sandro Tacinelli,
i sindaci Mario Scetta e Paul Azzopardi discuteranno soprattutto del progetto ‘Dalla
vite al vino’, che il Comune castelvenerese ha già presentato all’attenzione
della scuola locale. L’iniziativa, che si avvarrà della preziosa collaborazione
delle aziende locali, si prefigge di insegnare alle nuove generazioni sia i
metodi di coltivazione della vite che le successive fasi di vinificazione. In altre
parole, si intende stimolare la conoscenza e la passione per un’attività tanto
radicata nella cultura della comunità castelvenerese e che è alla base della
sua economia. Gli alunni e i loro genitori, gli insegnanti e gli esperti del
settore vitivinicolo saranno protagonisti delle varie fasi della coltivazione
della vite, della vinificazione fino all’imbottigliamento, all’etichettatura e
alla conservazione del prodotto finito.
Il tutto prenderà il via a Castelvenere in
occasione dell’ultimo week-end di marzo, quando saranno messe dimora le
“barbatelle” in alcune aree del centro del paese: lo spazio antistante
l’edificio scolastico, quello davanti alla Chiesa della Madonna della Seggiola
e altre aree nella Piazza del Teatro all’aperto. Saranno piantate solo due varietà di uva: falanghina
per i bianchi e camaiola (l’antico vitigno confuso con il barbera piemontese) per
i rossi. Lo spazio davanti alla scuola vedrà invece la messa a dimora anche di
due varietà coltivate sull’isola di Gozo: il sircusan (uva rossa) e la
girgentina (varietà a bacca bianca). Prenderà così forma un “vigneto del gemellaggio”,
che verrà successivamente riproposto (con le stesse quattro varietà) anche in
un’area pubblica della cittadina maltese.
A chiudere l’agenda degli eventi – che vedrà
anche la partecipazione alla cerimonia inaugurale della ‘Città Europea del Vino
2019’, in programma sabato 16 febbraio a Benevento – sarà la festa patronale di
San Barbato. Una giornata che i maltesi trascorreranno insieme alle famiglie
del paese per vivere con intensità questo forte legame di fede che salda la
comunità vennerese al vescovo che operò per la conversione dei Longobardi al
Cristianesimo.
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