Sono due vitigni internazionali che in questo
angolo vitato nell’estremo nord dell’Italia affondano le proprie radici con
risultati sorprendenti. Proprio a queste uve sono dedicati due eventi, in
programma nei prossimi giorni in Südtirol
(Bolzano
23 aprile 2018) Con l’arrivo
della primavera, si risvegliano le viti e con esse prendono il via numerosi
eventi che nel periodo primaverile animano i borghi dell’Alto Adige, per
celebrare uno dei prodotti di punta del territorio: il vino. Tra i venti
vitigni coltivati in Südtirol ce ne sono due – diffusi a livello internazionale
– che nel territorio altoatesino acquisiscono caratteristiche di particolare
pregio. Il primo è il Pinot Nero, il vitigno “madre” non solo di tutti i Pinot, ma anche di
molte altre varietà europee, le cui origini risalgono ad almeno 2.000 anni
fa. Il secondo è il Pinot Bianco, nato da una mutazione del Pinot Nero attorno
al XIV secolo.
In
Alto Adige, le prime coltivazioni di Pinot
Nero avvennero tra il 1835 e il 1840,
con impianti a Bolzano e poi a Bressanone, Merano, Egna e Appiano. La
produzione di questa varietà, che ha trovato in Alto Adige il proprio habitat
ideale, si concentra oggi nell’Oltradige, e più precisamente nei comuni di
Appiano e Caldaro, e sui versanti occidentali della Bassa Atesina, soprattutto
a Montagna, Egna e Salorno.
Per quanto riguarda il Pinot Bianco, il primo impianto
documentato risale al 1852, in un
vigneto di Bressanone, cui seguirono immediatamente dopo altri impianti a
Nalles, Appiano, Terlano e Marlengo e ancora ad Andriano, Caldaro, Termeno,
Magrè, Salorno e Bolzano. Questa grande diffusione dimostra come, già un secolo
fa, questa varietà fosse coltivata in modo capillare in tutte le zone vinicole
dell’Alto Adige. D’altra parte, per
moltissimi anni il Pinot Bianco fu coltivato in vigneti misti insieme allo
Chardonnay, senza essere considerato come una varietà a sé stante. Solo a partire
dal 1985, sul territorio, si comincia a distinguere in modo sistematico tra i
due vitigni.
“Dei nostri
5.400 ettari vitati, oggi il 10,2% - pari a 552 ettari – è dedicato al Pinot
Bianco e l’8,4% - ovvero 450 ettari - al Pinot Nero” commenta Werner Waldboth, direttore marketing del
Consorzio Vini Alto Adige. “Queste due varietà sono coltivate in diverse
aree dell’Alto Adige e in una fascia collinare ad altitudini variabili. Grazie
a questi fattori e alle tecniche di vinificazione adottate dalle cantine, è
possibile apprezzarle in un’ampia gamma di interpretazioni”.
Sarà possibile avvicinarsi a questi due vitigni grazie a due
appuntamenti che avranno luogo nei prossimi giorni sul
territorio altoatesino. Da giovedì 3 a venerdì 4 maggio ad Appiano (BZ),
Spatium Pinot Blanc punterà i riflettori su questo eccezionale vitigno a
bacca bianca, che colpisce per i suoi spiccati profumi fruttati che ricordano
in particolare la mela e la sua vivace freschezza, conferita anche dalla
posizione delle vigne che in Alto Adige si sviluppano fino ad altitudini
piuttosto elevate.
Nei giorni immediatamente
successivi, spazio invece al Pinot Nero: vitigno ampiamente diffuso in tante
aree del mondo, che in Alto Adige è in grado di regalare vini che spiccano per
eleganza, colpiscono grazie al loro profumo di frutti rossi e incantano con il
loro sapiente equilibrio tra freschezza e morbidezza. Dal 5 al 7 maggio sono infatti in programma ad Egna (BZ) le Giornate
del Pinot Nero, storico appuntamento che proprio quest’anno celebra il suo
ventennale.
Per
il programma completo dei due appuntamenti e informazioni sulle modalità di
registrazione e costi di partecipazione:
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