Giovedì
12 aprile alle ore 21 debutta al Teatro del Giullare (via Vernieri,
trav. Incagliati – Salerno) la nuova produzione di L.A.A.V. Officina
Teatrale "Lo zoo di vetro" di Tennessee Williams, nella traduzione di
Gerardo Guerrieri. Il dramma in due atti, che vede in scena Antonella
Valitutti, Emilio Barone, Gianni D’Amato, Marina Napoli e Valerio Elia,
ha la regia di Licia Amarante e Valerio Elia. Scenografia di Monica
Costigliola ed Angelo de Tommaso, costumi Gina Oliva, foto Fulvio
Ragusa.
“Il
dramma è memoria, quindi irreale: la memoria si concede molte licenze
poetiche, omette particolari e altri ne esagera a seconda dei valori
emotivi degli oggetti sui quali si posa”. Lo spettacolo inizia e finisce
con le stesse parole, con la stessa immagine: il riflesso di pezzi di
vetro. È un singolo istante che penetra con forza nell’Io di Tom e
vivifica il ricordo del suo passato familiare, quello da cui è fuggito.
Prende forma una dimensione psichica entro cui è il protagonista stesso a
ricostruire il ricordo, a plasmare la proiezione di un mondo che non è
quello reale, ma quello vissuto: l’immagine della sua casa si distorce
fino a ridursi alle trasparenti geometrie della scenografia entro cui
vivono non personaggi, ma fantasmi artefatti di un passato rimosso, mai
del tutto. Un padre la cui assenza si fa palpabile, visibile, che domina
quel che resta delle relazioni domestiche penetrando in altre forme
nella vita della famiglia che ha abbandonato. Amanda, una madre
asfissiante, legata all’illusione di ciò che le rimane; Laura, una
sorella bisognosa di un affetto troppo più grande di quello che Tom può
darle. È Laura il centro di tutto, è lei che costruisce quel mondo
simbolico fatto di piccoli animali di vetro, che riflettono identità
frammentate, riempiendo la scena di una ambigua vitalità.
Nessun commento:
Posta un commento