Storici organizzate in Italia da Aiams (Associazione Italiana Amici dei Musei Storici), promuovono
la partecipazione del comune bellunese, inserendo il Mulino di Rio Salere di Pian di Vedoia negli
itinerari europei.
L'edificio è di piccole dimensioni, ha due piani fuori terra di circa 32 mq ciascuno e al piano terra un unico locale adibito a mulino provvedeva alla lavorazione del frumento e del granoturco. La ruota ad acqua che azionava il mulino era del diametro di circa 3 m. Tutti gli ingranaggi ed i collegamenti erano in legno.
I lavori hanno riguardato il recupero del vecchio mulino di Rio
Salere in località Pian di Vedoia, piccola frazione del comune di Ponte
nelle Alpi.
L’obiettivo dell’Amministrazione Comunale e dell’Unione Montana Bellunese era quello di eseguire un intervento di restauro e risanamento conservativo del mulino ripristinandone anche l’attrezzatura fissa per essere adibito a spazio museale.
Il progetto si è basato su alcune testimonianze di persone che hanno lavorato e vivono vicino al Mulino, su degli elaborati grafici datati 1922 e sulle ricerche della Dottoressa in storia Franca Cosmai sull’utilizzo dell’acqua negli antichi mestieri nel territorio di Ponte nelle Alpi.
L’antico mulino si inseriva nel sistema idraulico gravante su l’antica roggia che prelevava l’acqua dal torrente Rio Salere che scorre ad alcuni metri dal fabbricato.
Sotto il profilo edilizio il progetto di restauro ha puntato al recupero dei valori architettonici, delle tecniche costruttive e dei materiali tradizionali locali, che nel tempo sono andati perduti e sono stati sostituiti da materiali estranei e in contrasto con la tradizione costruttiva locale.
L’obiettivo dell’Amministrazione Comunale e dell’Unione Montana Bellunese era quello di eseguire un intervento di restauro e risanamento conservativo del mulino ripristinandone anche l’attrezzatura fissa per essere adibito a spazio museale.
Il progetto si è basato su alcune testimonianze di persone che hanno lavorato e vivono vicino al Mulino, su degli elaborati grafici datati 1922 e sulle ricerche della Dottoressa in storia Franca Cosmai sull’utilizzo dell’acqua negli antichi mestieri nel territorio di Ponte nelle Alpi.
L’antico mulino si inseriva nel sistema idraulico gravante su l’antica roggia che prelevava l’acqua dal torrente Rio Salere che scorre ad alcuni metri dal fabbricato.
Sotto il profilo edilizio il progetto di restauro ha puntato al recupero dei valori architettonici, delle tecniche costruttive e dei materiali tradizionali locali, che nel tempo sono andati perduti e sono stati sostituiti da materiali estranei e in contrasto con la tradizione costruttiva locale.
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