«Il cibo locale, e quindi il modello alimentare del “mangiare geografico”, rappresentano una via d’uscita dal processo di impoverimento gastronomico in atto. Non solo, mangiare cibo locale oggigiorno significa infatti sempre di più tutelare le biodiversità dei territori, che rischiano altrimenti di sparire sotto la politica di standardizzazione degli alimenti messa in opera dalle multinazionali del cibo, dalla ristorazione industriale e dalla grande distribuzione» (Filippo Gioco, “Paesaggi, visioni e consumi alimentari locali. Il Presidio del Pero Misso nell’alta Valpolicella”, Laurea magistrale, Università Ca’ Foscari).
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