Il percorso in cinque tappe
Il salon-atelier di Claude Monet a Giverny, in Normandia, scrupolosamente ricostruito attenendosi a quello reale, è il punto di partenza e fulcro da cui si apre l’intero percorso di Virtual Reality. La stanza, nel corso dell’esperienza, scena dopo scena, si va arricchendo di quei quadri realizzati dal pittore nei quali verrà proiettato lo spettatore/visitatore, delle fotografie dei luoghi a lui cari raffigurati nei suoi lavori e degli oggetti personali legati alla sua sfera più intima.
Nella prima tappa il visitatore/spettatore si troverà l’illustre paesaggio marino del porto di Le Havre immerso nella foschia dell'alba di Impressione, Levar del Sole (1872). L’invenzione della visione impressionista si deve, forse proprio all’impatto che ebbe sulla critica questo suo dipinto, esposto per la prima volta insieme ad opere di altri artisti in occasione della mostra del 1874 presso lo studio del fotografo Nadar. Il sole nascente, l’accostamento e le sfumature di colori dovuti ai suoi raggi, sulla natura e sull’acqua, avvolgono lo spettatore nel paesaggio dell’alba divenuto così celebre.
La seconda tappa condurrà il visitatore/spettatore nella distesa di verde tenue e di rosso scarlatto catturata dall’artista nel quadro I papaveri (1875), in quell’atmosfera tipica di aria estiva e in quella luce della regione dell’Ile de France che Monet amava “catturare” dipingendo en plein air.
La terza tappa sarà una delle passeggiate che la moglie di Monet faceva insieme al figlio durante le calde giornate estive sulle colline di Argenteuil. Entrando nel quadro La passeggiata (1875) lo spettatore osserverà il vestito di Camille ondeggiare al vento e l’erba muoversi al gradevole venticello estivo che avvolge tutto il paesaggio.
La quarta tappa è ne I covoni (1890-91). Davanti a un campo e ai mucchi di fieno immersi nel sole, Monet si presenterà come "cacciatore in cerca di impressioni" intento a studiare il tema delle mutazioni della luce e degli effetti di colore, tra i più cari e indagati dal pittore.
Lo stagno delle ninfee (1899) è la quinta e ultima tappa del percorso. Monet considerava il suo giardino di Givernyil suo capolavoro più bello, ed è qui che nasce la serie di oltre 250 dipinti con protagoniste le ninfee. Qui in questo giardino si ritroverà lo spettatore, entrando nell’armonia dei colori e delle pennellate che si combinano con gli effetti dell’acqua e della luce in natura, osservando i raggi del sole che penetrano nella vegetazione, i riflessi dei colori, il ponte ad arco in stile giapponese che Monet aveva fatto costruire in onore della cultura del Sol Levante da lui molto amata che si riflette nelle pennellate veloci di questo dipinto.
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