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lunedì 19 ottobre 2020

Cent agns di pre Checo

 


In ocasion de Setemane de Culture Furlane 2020, organizade de Societât Filologjiche Furlane, al ven fat un omaç, in forme di musiche e peraulis, a pre Checo Placerean (Montenârs, 1920 - Udin, 1986) tai cent agns de nassite. Par ricuardâ la sô innomenade figure di predi, insegnant e furlanist, il grup musicâl “Parcè no?” – cu la poie dal Ecomuseu des Aghis dal Glemonês – al ricuardarà la vite di pre Checo, doprant la musiche in alternance a leturis di prosis e poesiis, di e su Placerean, e di altris autôrs che a àn frontât i temis che i stavin plui a cûr.

Nell’ambito della Settimana della Cultura Friulana, promossa dalla Società Filologica Friulana, l’associazione “Parcè No?” e l’Ecomuseo delle Acque del Gemonese, in collaborazione con il Comune di Montenars, organizzano uno spettacolo “tra musica e parole” dedicato a pre Checo Placereani. L’evento, dal titolo "No vê pôre di vê coragjo”, avrà luogo sabato 24 ottobre alle 20.30 a Montenars nel centro polifunzionale di Borgo Isola. Sarà un omaggio all’intellettuale friulano: verranno ripercorse le tappe della sua vita, con la musica alternata a letture narrative e poetiche, di e su Pre Checo e di altri autori che hanno affrontato i temi a lui più cari. Prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti.

Francesco Placereani è stato una delle grandi figure del Friuli del Novecento: uomo di grande cultura, sacerdote, teologo, insegnante, valente oratore, friulanista, protagonista di numerosi avvenimenti culturali, linguistici e politici. Ma è stato soprattutto un anticonformista, un eterodosso, schietto, irriducibile, ostinato, animatore e pure grande trascinatore: diplomazia e mediazione non facevano parte del suo dna. L’Ecomuseo gli aveva dedicato nel 2006, per il trentennale della morte, un “cantiere del paesaggio” realizzato a margine del suo amatissimo roccolo, ricostruendo un muro in pietra a secco funzionale alla potatura dell’uccellanda.

 

Nativo di Montenars, pre Checo Placereani viene ordinato sacerdote nel 1944. Si laurea in teologia all’Università Gregoriana, va in Argentina dove trascorre alcuni anni nella Diocesi di Rosario, nel 1952 fa ritorno in Friuli per dedicarsi alla causa dell’autonomia friulana, per nulla tollerato da una curia che lo emargina per il suo senso critico e le sue denunce “politiche”. Nel 1958 comincia a tradurre i Vangeli dal greco al friulano, avvia anche la traduzione della Bibbia lasciando ai sacerdoti di Glesie Furlane il compito di continuare il lavoro intrapreso. Contribuisce a fondare il gruppo culturale Int Furlane e il Movimento Friuli. Ispira la “Mozione del clero per lo sviluppo sociale del Friuli”. Nel 1978 partecipa attivamente alla nascita dell’Università di Udine. È convinto che la dignità e l’identità dei Friulani passino attraverso la possibilità di leggere e pregare con la propria lingua: «un popul ch’al à la Bibie al è un popul cul cjapiel sul cjâf» (un popolo con la Bibbia è un popolo “con il cappello in testa”).

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