Si
chiama Fustup il progetto di crowdfunding che lanciano i due giovani
fratelli della Pasticceria Bonfissuto di Canicattì (Ag), Vincenzo e
Giuliano Bonfissuto. Nel cuore della Sicilia meno conosciuta hanno
trovato delle piante di pistacchio di una specie autoctona in stato di
semi abbandono che vogliono riportare alla vita per creare il primo
pistaccchieto della zona, a km zero rispetto al laboratorio di
produzione, 800 mq in aperta campagna, immersi tra vigneti e mandorleti.
Attraverso il crowfunding sulla piattaforma internazionale Kickstarter.com (al link https://www.kickstarter.com/projects/bonfissuto/fustuq-adottaunpistacchio) che inizia il 1 agosto, l'obiettivo
è quello di impiantare le prime 70 piante di pistacchio, rendendo uno
dei loro dolci più iconici, il panettone al pistacchio, a chilometro
zero e completamente autosufficienti nella coltivazione e produzione.
Oltre 10 tipologie di modalità per sostenere il progetto: dalla semplice
donazione libera, a un minimo di 30 euro per ricevere a casa (e in
tutto il mondo) il loro lievitato al pistacchio fino a 1000 euro per
adottare un massimo di 70 piante di pistacchio (che riporterà una
targhetta con il nome del donatore per ogni albero), un omaggio di 12
panettoni e un'esclusiva giornata di experience in azienda comprensiva
di pernottamento e degustazioni e pasti tipici insieme ai fratelli
Bonfissuto.
Per
i “coltivatori virtuali” dei 70 pistacchi potranno assistere a distanza
all'impianto del loro albero, con la possibilità di attribuirgli un
nome, verrà data nel tempo testimonianza della crescita, della
fioritura, del raccolto di ogni singolo pistacchio e infine della sua
trasformazione ed utilizzo. Contribuendo al progetto ci sarà la
possibilità di affondare le proprie radici in Sicilia e al tempo stesso
rinsaldare e consolidare quelle già esistenti, per riscoprire una specie
autoctona di pistacchio e il legame tra la terra, la Sicilia e i suoi
prodotti genuini.
Il
nome del progetto riprende un termine arabo e che in seguito è stato
assimilato dal dialetto siciliano: “fastuca”, parola che indica il loro
oro verde, il pistacchio.
“Il
laboratorio dove ci siamo recentemente spostati per ragioni di spazio è
un terreno collinoso e calcareo che intorno agli anni Venti del
Novecento chiamavano "la fastuchera di contrada giuliano" zona vocata
per la coltivazione di pistacchio oggi
quasi persa” raccontano i fratelli Bonfissuto. “Probabilmente una
coltivazione che è stata abbandonata nel tempo perché meno produttiva e
con più difficile manutenzione dell'uva da tavola coltivata in queste
zone. Stiamo rischiando di perdere un patrimonio culturale e
agroalimentare unico di queste zone”.
“Con
il patrocinio dei comuni di Delia, Canicattì e Naro vogliamo portare
"l'eleganza della Sicilia nel mondo", dando anche un esempio per tutti i
giovani imprenditori siciliani di non abbattersi, nonostante le
evidenti difficoltà dovute al Covid19” racconta Vincenzo Bonfissuto.
“Per questo abbiamo optato per una piattaforma di crowdfunding che
coinvolga tutto il mondo, dato che i nostri prodotti vengono esportati
in tutto il globo. Il nostro augurio è che possano essere ambasciatori
di quella Sicilia autentica che vogliamo far conoscere proprio ora che
il turismo internazionale è sostanzialmente fermo”.
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