A cura di William A. Ewing
Un progetto di The Foundation for the Exhibition of Photography, Minneapolis/ New York/ Paris/ Lausanne
In collaborazione con il Museo d’arte della Svizzera italiana
Conferenza stampa: venerdì 06 settembre 2019, ore 11:00
(È prevista una navetta dedicata alla stampa italiana con partenza da Milano)
Inaugurazione: sabato 07 settembre, ore 18:00
www.masilugano.ch
Dall’8 settembre 2019 al 6 gennaio 2020 il Museo d’arte della Svizzera italiana presenta l’esposizione William Wegman. Being Human:
una selezione di novanta immagini del celebre fotografo statunitense
che hanno come soggetto privilegiato i cani di razza Weimaraner.
Pioniere
della video arte e fotografo, William Wegman, eclettico maestro
dell’arte contemporanea americana, è divenuto celebre nel panorama
artistico mondiale per le serie di immagini con protagonisti i suoi
cani. A partire dagli anni Settanta, dall’incontro con il suo primo
Weimaraner – chiamato Man Ray -, il fotografo ha fatto degli esemplari
di questa razza il soggetto principale dei suoi scatti, rappresentando –
attraverso queste muse sui generis – personaggi, tendenze di moda e
movimenti della storia dell’arte con acume e ironia.
Man
Ray, Fay Ray, Penny, Bobbin, Chip, Chundo, Crooky – tutti nomi dei
suoi Weimaraner - e diverse generazioni di cuccioli sono gli assoluti
protagonisti di Polaroid di grande formato: istantanee in un unico
esemplare, non ritoccate, che esaltano tanto la spontaneità dei
soggetti, quanto l’abilità del fotografo e permettono di apprezzare
l’eccezionale sintonia fra l’artista e i suoi cani. Ogni scatto si può
considerare il risultato di una collaborazione, prima ancora che la
creazione di un unico artefice.
Being Human
ripercorre l’evoluzione di questa singolare relazione artistica lunga
trent’anni, mettendo in scena una sorta di specchio della natura umana. “Si tratta davvero di cani? Being Human – spiega il curatore dell’esposizione William A. Ewing
– suggerisce il contrario: questi soggetti siamo noi; noi siamo loro:
la casalinga, l’astronauta, l’avvocato, il prete, il contadino, persino
un...dog-sitter! Alcuni posano con orgoglio e sicurezza, altri
manifestano incertezza o vulnerabilità: si tratta di esseri umani!”
Il
percorso espositivo si compone di novanta Polaroid selezionate da
William A. Ewing, curatore della mostra, in stretta collaborazione con
l’artista e si suddivide in capitoli, ognuno dei quali raccoglie opere
di tipologia soggetti affini o collegate da allusioni visive analoghe.
La sezione People like us presenta ritratti di tipologie umane
interpretate da cani quali il dandy, il prete, l’astronauta, la signora
con la permanente. Le personalità sono così ben individuate che ci
sembra di poter immaginare il passato e la psicologia di ognuno dei
soggetti. Tales (letteralmente ‘racconti’ ma, per omofonia,
anche ‘code’) raggruppa sia ritratti storici, calati in scenografie
elaborate su fondali dipinti, sia ritratti contemporanei che spaziano
dai rimandi letterari a quelli cinematografici. Dalla metamorfosi del
cane in uomo, si arriva ai travestimenti paradossali e grotteschi di Zoo e Masquerades:
i Weimaraner, nascosti dietro una maschera o un costume scenico,
perdono parte della loro fisionomia o si adattano alle sembianze di
altri animali, fino ad assumerne totalmente i tratti, siano essi Chow
chow, gatti o lupi. La sezione Nudes raccoglie le fotografie in
cui il corpo atletico e agile del cane diventa struttura materica per
composizioni astratte, mentre in Hallucinations si passa alla
dissolvenza completa del corpo e della sua forma: i soggetti vengono
trasfigurati in presenze fantasmatiche.
Le foto della serie Vogue ripercorrono decenni di storia della moda – dal casual alla haute couture – interpretandoli con eleganza e aplomb canine.
Le foto della serie Vogue ripercorrono decenni di storia della moda – dal casual alla haute couture – interpretandoli con eleganza e aplomb canine.
Si arriva al citazionismo artistico con la sezione intitolata Cubists
dove i Weimaramer sono immortalati in equilibrio su cubi e
parallelepipedi. In una delle opere della serie si vede uno di questi
poggiare le zampe anteriori su un grande cubo nero, tenuto in equilibrio
sullo spigolo da un cubo bianco più piccolo: un Malevic con l’intruso.
In Color fields le intrusioni a quattro zampe hanno la funzione
di turbare l’ordine cromatico e, al contempo, di separare le differenti
campiture di colori. Infine, il gioco di equilibri e geometrisimi viene
ripreso nell’ultima sezione Sit/Stay, in cui si vedono cani,
sdraiati o in piedi, tenere in equilibrio gli oggetti più disparati: la
tensione fra l’immobilità del soggetto e le elaborate composizioni,
poggiate sul muso o sul dorso del modello, rimandano alle regole di
proporzione tanto amate nella storia dell’arte.
Completa
il percorso espositivo una selezione di film girati da Wegman a partire
dagli anni Settanta. Anch’essi interpretati da Weimaraner, sfruttano
l’involontario talento comico dei cani per mimare ironicamente le
performance filmate degli artisti concettuali o mettere in scena i
luoghi comuni sull’arte e gli artisti.
L’esposizione Being Human
è un progetto della Foundation for the Exhibition of Photography,
Minneapolis/ New York/ Paris/ Lausanne in collaborazione con il Museo
d’arte della Svizzera italiana, curata da William A. Ewing, curatore
indipendente e già direttore del Musée de l’Elysée di Losanna.
L’appuntamento luganese è la prima tappa di un tour nei musei europei
promosso dalla Fondazione.
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