blogazzurro

blogazzurro

lunedì 15 luglio 2019

Ultimi giorni per visitare la mostra Roman Opałka, una retrospettiva ospitata negli spazi di BUILDING a Milano fino al 20 luglio 2019

La mostra compone la prima parte del progetto in due capitoli
Roman Opałka. Dire il tempo a cura di Chiara Bertola
ideato e realizzato da BUILDING e dalla Fondazione Querini Stampalia

Il secondo capitolo, Roman Opałka Mariateresa Sartori ospitato alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia resterà aperto fino al 24 novembre 2019
Milano 10 luglio 2019. Nel 1965 ha cominciato a contare da 1 all’infinito dipingendo i numeri su tele dal fondo sempre più chiaro, a fotografarsi per registrare i cambiamenti scultorei del suo volto, a registrare la sua voce che, mentre dipingeva, declamava i numeri in polacco. E’ Roman Opałka il grande artista scomparso nel 2011 che ha dedicato la sua vita al tentativo di rappresentare qualcosa che non è misurabile: lo scorrere del tempo.
A lui è dedicato il progetto Roman Opałka. Dire il tempo a cura di Chiara Bertola, il cui primo capitolo Roman Opałka. Una retrospettiva presentato negli spazi di BUILDING a Milano, resterà aperto al pubblico fino al 20 luglio 2019.

Ultimi giorni dunque per visitare la mostra milanese che, come il capitolo veneziano alla Fondazione Querini Stampalia, si sviluppa a partire dalla ricerca OPALKA 1965 / 1-∞, cui l’artista ha dedicato gran parte della sua vita nel tentativo di misurare il tempo.
Nei quattro piani espositivi di BUILDING infatti, una selezione di tele della serie Détail viene affiancata da 7 Cartes de Voyages e 35 autoritratti fotografici, esposti insieme al suono registrato della voce dell’artista, per restituire l’insieme significativo di questo straordinario progetto.
Il percorso di mostra è arricchito anche da un nucleo di opere realizzate prima del 1965: un disegno accademico, Les Nuages del 1951, gli Ètudes sur le Mouvement (1959-60), passando per Chronome (1963) e Alphabet grec (1965) – con i quali sperimenta la parcellizzazione dello spazio e del tempo attraverso il ritmo e il movimento dei segni e dei punti sulla tela – per arrivare alla serie dei Fonemats del 1964, esposta per la prima volta. Chiude l’esposizione una sezione dedicata al lavoro grafico, con le acqueforti della Descriptions du Monde, e due fotolitografie realizzate dall'artista tra il 1968 e il 1970. 

Il capitolo veneziano del progetto, Roman Opałka Mariateresa Sartori, visibile fino al 24 novembre 2019, riunisce e presenta per la prima volta le due opere fondamentali dell’intero programma OPALKA 1965 / 1-∞: l’Alfa e l'Omega, il primo e l’ultimo Détail riuniti: il primo proveniente dal Muzeum Sztuki, Łódź in Polonia, e visibile per la prima volta in Italia, e l'ultimo, rimasto incompiuto, mai presentato al pubblico e proveniente da una collezione privata. Insieme a questi due dipinti significativi, viene esposta anche una serie di autoritratti fotografici e il suono registrato della voce dell'artista.
Accanto alle rappresentazioni sul tempo di Opałka, viene presentato un nucleo di opere di Mariateresa Sartori (Venezia, 1961), artista di un’altra generazione ma che ha intessuto con l’artista  polacco una profonda amicizia.

Dire il tempo nasce dalla volontà di approfondire la produzione di Opałka attraverso una selezione di opere che segnano tappe fondamentali nella sua ricerca, molte delle quali mai presentate prima in Italia o mai esposte, provenienti da importanti collezioni private e pubbliche, tra cui il museo Muzeum Sztuki di Łódź e soprattutto il Fonds de Dotation Roman Opałka, con cui è nata una stretta collaborazione nell'ideazione del progetto.

Nessun commento:

Posta un commento