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giovedì 5 luglio 2018

PASSATO PRESENTE E FUTURO PEDALANO INSIEME CON ACDB

Il Museo AcdB ha presentato i giovani allievi del team ASD Mania Bike, 25 bambini arruolati alla Scuola di ciclismo alessandrina che a settembre riprenderanno i corsi nella “palestra di allenamento e divertimento” della Cittadella. L’occasione è stata speciale per coinvolgere i ciclistini di Mania Bike in una premiazione speciale che ha visto protagonisti tutti i volontari di Unitre e dell’Assoc. Liberamente.
Nel corso della serata sono stati ringraziati i prestatori del Museo e annunciate nuove collaborazioni e prestiti, prima di inaugurare la mostra fotografica di Roberto Bettini con al centro la bicicletta Wilier (Ramata) Triestina del campione Pippo Pozzato prestata da Massimo Rava di Mania Bike.
Roberto Livraghi, direttore del Museo AcdB ha annunciato l’esposizione temporanea (fino alla fine di settembre) nel corridoio del Museo AcdB di una Bianchi molto speciale: la “Corsa” con cui Fausto Coppi vinse probabilmente il Giro del ’49 e la Milano-Sanremo.
La bicicletta è stata consegnata e prestata da Gianluigi Stanga, suo proprietario, affermato team manager e direttore sportivo di importanti team ciclistici che ha visitato per la prima volta il Museo AcdB e si è complimentato per il valore di questo racconto a due ruote “così appassionato e approfondito”.
Annunciato quindi l’avvio di un grande progetto di recupero della Collezione di cimeli di Giovanni Chiapuzzo di Tortona, intitolato “le biciclette ritrovate”, progetto che si sta concretizzando grazie all’impegno di Marì e Roberto, figli di Giovanni Chiapuzzo, indimenticabile massaggiatore della Siof e del mondo sportivo regionale e non solo, che coinvolge i due musei gemellati AcdB e Ghisallo di Magreglio, per mettere a disposizione un patrimonio storico a due ruote che racconta la storia della bicicletta.
La direttrice del Museo del Ghisallo, Carola Gentilini, presente all’evento, ha anticipato l’idea di collegare e gemellare anche le due ciclostoriche dei due Territori museali del ciclismo: LaMitica di Castellania e LaGhisallo di Magreglio, idea che si potrebbe realizzare a luglio 2019, anno che segna il Centenario di Fausto Coppi e il 70mo anniversario del Santuario della Madonna del Ghisallo, protettrice di tutti i ciclisti.



PASSATO, PRESENTE E FUTURO PEDALANO INSIEME CON ACDB
In un concerto di passione per le due ruote e per il nostro mondo ciclistico e la nostra storia familiare oltre che di promozione del Territorio piemontese, vocato per la bicicletta e il suo racconto, al Museo, mercoledì 4 luglio 2018 (ore 18,30) si presentano le giovani promesse di Mania Bike, squadrone di 20 allievi alessandrini reclutati dall’ASD Mania Bike e si fa festa con i volontari dell’Unitre di Alessandria che in questi mesi hanno fatto da guida al museo. In esposizione, per la prima volta ad Alessandria, arrivano alcune biciclette ritrovate della Collezione Chiapuzzo e di Gianluigi Stanga: storie speciali tutte da raccontare.
Il Presente, poi, è garantito da un’altra specialissima di Pippo Pozzato, una Wilier Triestina Ramata (modello Cento10 Air, del 2017 fatta su misura), messa al centro della sala espositiva di ACdB al terzo piano di Palazzo del Monferrato che inaugura la mostra fotografica di Roberto Bettini, uno dei più grandi fotografi del ciclismo al mondo, tributo al Tour di Pantani e alla Corsa Rosa con il contributo di Giovanni Battistuzzi (scrittore e giornalista de IlFoglio.it).
Il 4 luglio è anche una delle ultime date utili per visitare la mostra di successo del grande illustratore Rik Guasco - Veni, vidi, bici! -  al secondo piano di Palazzo del Monferrato, mostra prolungata sino all’8 luglio, un contributo artistico al nostro meraviglioso mondo delle biciclette.


INFORMAZIONI ALLA STAMPA
Alessandria, Giugno 2018 – L’alfabeto di ACdB si arricchisce di Lettering. Arrivano due P che stanno ad indicare il Passato e il Presente delle biciclette: nella fattispecie entrano al Museo di Alessandria Città delle Biciclette due modelli che evocano gesta di campioni del Passato che sono anche fratelli. Se dici fratelli da queste parti dici Coppi. Se dici bici e ci metti la parola Coppi accanto dici anche Bianchi. Il resto lo scoprirai al Museo nel corridoio dei Campionissimi e anche qui di seguito in questa cartella stampa.
P come Presente: perché al Museo ACdB hanno deciso di presentarsi con le nuove divise fiammanti i 20 allievi di Mania Bike di Alessandria, partner del Museo, 20 scatenati ciclistini che pensano a divertirsi e farci divertire con le loro biciclette, partendo proprio da qui. Da Palazzo del Monferrato, sede del Museo che racconta la storia della prima bici giunta in Italia nel 1867, ad opera del geniale imprenditore alessandrino Carlo Michel, progetto di successo di Camera di Commercio di Alessandria.
Mercoledì 4 luglio, ore 18,30 sala conferenze di Palazzo del Monferrato: foto di gruppo, giochi, sorrisi e via, la stagione degli allievi di Mania Bike è appena iniziata. P come presente dei grandi campioni del ciclismo.
P come Pozzato, anzi meglio come la bicicletta di Pippo Pozzato (doppia P) che proprio grazie a questa collaborazione con Mania Bike di Massimo Rava che ne è proprietaria, sarà esposta al centro della Sala Siof, quella destinata alle mostre temporanee, una Wilier Triestina Ramata (modello Cento10 Air, del 2017 fatta su misura) che ci fa tuffare immediatamente nel ciclismo attuale.
E attorno? A fare da cornice a questa specialissima dei nostri giorni, c’è una mostra fotografica del grande Roberto Bettini che dopo essere stato all’inaugurazione di ACdB si è innamorato della causa e ha voluto dare il suo contributo a colori per testimoniare amicizia e valore culturale, quello di certi scatti trasformati in fotografie e poi stampe ingrandite, che raccontano storie di imprese e di emozioni a due ruote su tre pareti piene di immagini.
Da una parte c’è il Giallo colore del Tour e soprattutto di Marco Pantani, a 20 anni dalla sua storica doppietta Giro-Tour, dall’altra c’è molto rosa, il Rosa-Giro che noi amiamo molto, perché chi conosce la storia di ACdB lo sa, La Gazzetta dello Sport e tutto quello che c’è dentro e attorno, è nata un po’ qui… La mostra di Roberto Bettini gode anche di un contributo scritto di Giovanni Battistuzzi, autore di Girodiruota, giovane giornalista scrittore de IlFoglio.
Con le lettere e con le notizie non è finita qui: ripescando anche una C che è il Cuore di

Roberto Livraghi, Direttore del Museo ACdB:
Quella del 4 luglio è una grande e bella festa, con tanti amici, vecchi e nuovi, del Museo. Chi ama, custodisce, racconta, fotografa, restaura le biciclette è naturalmente un nostro amico. Abbiamo voluto raccogliere intorno a noi tante di queste persone e contributi straordinari, dai giovani ciclisti di Mania Bike ai volontari dell’Unitre, dal giornalista Giovanni Battistuzzi al fotografo Roberto Bettini, dal grande artista Riccardo Guasco ai grandi fratelli Marì e Roberto Chiapuzzo, a Gianluigi Stanga, ai nostri Dottino-Meazzo. A tanti altri. Ma la festa è per tutti. Poiché non mancano mai le sorprese qui ad ACdB, il mio consiglio da seguire sempre è quello di partecipare. Del resto è molto divertente pedalare in gruppo...

In gruppo hanno deciso di pedalare con AcdB e Museo Ghisallo i figli di Giovanni Chiapuzzo, di Tortona (AL): Ricordare nostro padre attraverso le storie di queste biciclette, da lui collezionate con tanto amore, - ha detto Marì Chiapuzzo - credo sia la cosa più bella che lui volesse. Non ci dimenticheremo mai della sua soddisfazione, del suo orgoglio quando venne a trovarlo Felice Gimondi - un colosso dello sport - capace di apprezzare la sua collezione.
Questo progetto ci consente di fare in modo che tutto possa continuare – ha aggiunto Roberto Chiapuzzo -  e che chiunque ami lo sport, il ciclismo e la storia del nostro Paese, possa entrare in contatto con queste biciclette, che hanno ancora tanto da raccontare. Questo progetto per la Collezione Chiapuzzo è come una casa “su misura” dove prosegue il sogno di nostro padre.

AcdB, c’è un cognome che colpisce l’attenzione: CHIAPUZZO. Anzi doppia C: Collezione Chiapuzzo. AcdB dà il benvenuto alle prime biciclette ritrovate della Collezione di Giovanni Chiapuzzo, tortonese, massaggiatore cresciuto alla scuola di Biagio Cavanna, quella di Novi Ligure e Pozzolo Formigaro, fucina di campioni e di gregari di campioni plasmati ad immagine e … servizio per Fausto Coppi, che ha lasciato un patrimonio di cimeli unico per qualità e quantità, che adesso i figli, Roberto e Marì, hanno deciso di condividere con i Musei di Alessandria e del Ghisallo di Magreglio questa Collezione che sarà messa in esposizione un po’ alla volta, dopo una remise en forme conservativa di tante e importanti biciclette, con una attenta verifica delle informazioni e delle storie che raccontano queste bici ritrovate, attraverso un importante progetto che si annuncia in questa occasione per la prima volta.

ACdB E LE SUE STORIE DI BICICLETTE

Ci sono biciclette che entrano nella storia e nel racconto di essa, anche solo perché salvate dai guai del trascorrere del tempo. Dalla distrazione degli uomini. Dalla polvere e dalle fantasie tecnologiche che - per quanto avanzino con grandi vantaggi -  ci portano poi a riscoprire il valore e la poesia di quelle due ruote antesignane, antiche, vecchie, vintage. E comunque bellissime, dal fascino indistruttibile.
Ci sono biciclette che devono dire grazie a uomini non per forza famosi, per predisposizione d’animo generosi, come Giovanni Chiapuzzo, ad esempio. Come la storia della sua Collezione ritrovata.
Giovanni Chiapuzzo è stato uno dei fidati di Biagio Cavanna alla Siof. Da Cavanna ha appreso l’arte del soigneur, il massaggiatore. Che lo ha portato a farsi amare nel ciclismo post eroico e poi nel mondo dello sport, soprattutto nel calcio. Come uno degli angeli del Derthona e di altre squadre del triangolo Piemontese-Lombardo-Ligure. Aveva la passione per le buone persone e per le biciclette che collezionava quasi in maniera compulsiva – lo dicono i suoi eredi sorridendo della cosa. Ci sapeva fare Chiapuzzo con le biciclette come con i muscoli dei campioni, così le trovava e le recuperava. Le massaggiava. Una alla volta. Quasi 200. Che i figli, Marì e Roberto, entrambi manager e imprenditori in altri settori, cresciuti con i valori dello sport e della storia che li racconta, con lo stesso amore, hanno salvato. Sono le biciclette di papà Giovanni, scomparso prematuramente nel 2007. Giovanni ci lascia una vera Collezione di Biciclette. Collezione Chiapuzzo appunto.
Inizia così una storia di recupero, di valorizzazione, di posizionamento, di catalogazione per le biciclette di questa importante Collezione di biciclette ritrovate, una collezione che spazia dalle bici trisavole delle bici, a quelle dei campioni dell’epoca post bellica, come Gerbi e Cuniolo, a qualche modello più recente, alle biciclette dei mestieri, dei bersaglieri e così via…

Le biciclette della Collezione Chiapuzzo possono raccontare ognuna una piccola grande storia. Saranno messe a disposizione in un progetto di recupero – intitolato Le bici ritrovate di Giovanni Chiapuzzo - stabilito per fasi, che vede il coordinamento di Luciana Rota, responsabile della Comunicazione dei Musei AcdB e del Ghisallo di Magreglio, con la collaborazione di una sorta di team di esperti fra questi Giuseppe Dottino, Giovanni Meazzo, lo scrittore Paolo Tullini, il collezionista Gianfranco Trevisan, suddividendo l’onore e l’onere oltre che fra i due Musei Gemellati.
Alessandria Città delle Biciclette e Museo Ghisallo di Magreglio, d’accordo con la famiglia Chiapuzzo ha messo in atto una politica di recupero risorse e di selezione in partnership con Istituzioni, enti ma anche privati che parteciperanno a questo progetto iniziato pochi giorni fa e concretizzatosi con l’arrivo al Museo di Alessandria in Via San Lorenzo 21 di una Bianchi Corsa del 1951 attribuita a Serse Coppi che sarà presto “recuperata” nelle sue parti più usurate nel tempo.

Ad AcdB arriva la 1949 Bianchi Corsa
Il numero del telaio posto sul tubo piantone dove entra il reggisella è 171778. La data di produzione, sulla parte alta della forcella, richiama le ultime tre cifre del telaio 778 ed è 4.3.49 (4 marzo 1949).
Può una bicicletta vincere anche dopo che il suo corridore l’ha lasciata? Se è una celeste di Fausto Coppi può.
Può vincere nella vita, oltre il destino ed essere qui, in mostra, a testimoniare la grandezza del suo campione.
Può vincere ancora come ha fatto nel 1949, l’anno che ha visto il Campionissimo di Castellania trionfare su tutti i traguardi prestigiosi: Giro-Tour, accoppiata da fenomeno, nello stesso anno della Milano Sanremo e del Giro di Lombardia.
Può vincere per essere vinta in una lotteria per beneficienza, imbandita per risollevare le sorti di una già gloriosa Unione Sportiva Gorla di Milano, finita in cenere sotto il bombardamento degli americani il 20 ottobre del 1944 (la strage di Gorla dove morirono 184 bambini).
Può vincere perché messa in palio in una lotteria ed è un prezioso dono di Fausto Coppi che scrive firmando di suo pugno il primo marzo del 1950: sono lieto di contribuire alla lotteria da voi organizzata per maggiormente sviluppare la vostra attività sportiva ed agonistica, offrendo la mia bicicletta da corsa con la quale ho vinto il Giro d’Italia del 1949 ed altre importanti gare ciclistiche... La lettera autografata Coppi Fausto rimane trent’anni in un garage di Milano accanto alla sua bicicletta. Poi finisce fortunosamente nelle mani di un ds-team manager del grande ciclismo che la rileva - inizialmente senza convinzione - barattandola con una Fausto Coppi da corsa Masciaghi.
Per quindici anni Stanga ha finto che non fosse proprio un’originale di Coppi: avevo una vita molto impegnata con le corse - dice Stanga, direttore sportivo di una lunga serie di Campioni - da Moser a Fignon a Baronchelli a Bugno a Virenque a Gotti - la tenevo li appena ripulita dai danni di una vita abbandonata con la sella mangiata dai topi. Poi un intenditore mi disse che era autentica perché dimostrato dalle misure e dal numero del telaio. E quella lettera sta lì a confermarlo con tutto il suo valore umano.
Può vincere ancora una celeste di Fausto Coppi: ha la parola mito stampata sul suo telaio e non smetterà mai di avere successo.

L’attualità è lei, LA WILIER (RAMATA) TRIESTINA DI POZZATO - L’Hastag #ramatoisback lancia ufficialmente, in occasione del Giro d’Italia 2017, la campagna marketing del ritorno dello storico colore Ramato in casa Wilier Triestina, la quale darà in uso al campione Pippo Pozzato questa stupenda  “Wilier 110Air ” montata Shimano Dura-Ace R9100  proprio alla partenza da  Alghero. Questa bici è stata usata da Pippo per tutta la stagione 2017 come prima bici.
Da qualche mese, inoltre , la colorazione ramata è stata ufficialmente sotto brevetto Wilier.
L’azienda. La Wilier è stata fondata a Bassano Del Grappa nel 1906, inizialmente come Ciclomeccanica Dal Molin, da Pietro Dal Molin, che acquista il marchio inglese Wilier (secondo una opinione diffusa, invece, l'acronimo Wilier si deve al patriottismo del fondatore: sta per “W l’Italia Libera e Redenta”).
L'azienda cresce rapidamente; durante la prima guerra mondiale fornisce anche i reparti dei bersaglieri. A gestire l'azienda, dopo la guerra, è il figlio Mario. A lui si deve il colore ramato, caratteristico delle bici Wilier, ottenuto con una procedura particolare (cromovelatura) dei telai, che viene brevettata. Nel 1945 l'azienda subisce un bombardamento aereo che la danneggia; Mario Dal Molin non si scoraggia e ricostruisce uno stabilimento ancora più funzionale.

Il nome diviene Wilier triestina secondo alcuni alla fine del 1945, secondo altri nel 1946: è comunque un modo per rivendicare l'italianità di Trieste (che, alla fine della seconda guerra mondiale, per alcuni anni le potenze vincitrici non assegnarono all'Italia). La trasformazione del nome è una mossa che ha intenti patriottici ma anche utilità commerciale.  
Nel 1946 la Wilier partecipa alle competizioni con una propria squadra: il campione è Giordano Cottur, triestino di nascita, che “vince” la tappa con arrivo a Trieste del Giro 1946 (in realtà la corsa fu interrotta da una manifestazione, con disordini e spari, e la classifica neutralizzata). Il corridore più noto che in quel periodo storico ne indossa la maglia sarà poi Fiorenzo Magni, che sulla Wilier vince il Giro d'Italia del 1948.
Negli anni cinquanta il nostro paese registra un generale calo delle vendite di biciclette: gli italiani si indirizzano verso scooter e moto. Anche se la Wilier, forte pure dei successi agonistici, era arrivata in quegli anni ad occupare circa 300 persone, nel 1952 deve chiudere. La famiglia Dal Molin cede l'azienda alla Meccanica Moderna Milano, che realizza motociclette (tra cui le moto sportive Parilla); la produzione di biciclette sopravvive in modo marginale; verranno realizzate moto anche con il nome Wilier.
Il marchio è stato ripreso nel 1969 dai fratelli Lino e Antonio Gastaldello, che spostano la fabbrica a Rossano Veneto. Viene riavviata la produzione delle biciclette ramate. Anche la nuova Wilier ha un posto nelle competizioni: con la squadra Mecap Honved nel 1979 e la Selle San Marco nel 1981. L'impegno agonistico della nuova Wilier si interrompe nel 1986.  

ASD MANIA BIKE UN PROGETTO DI E PER ALESSANDRIA
Il futuro sono loro. I piccoli di Mania Bike. La bici come mezzo di aggregazione: Mania Bike Alessandria vuole diventare il punto di riferimento del settore ciclistico provinciale. L’obiettivo è coinvolgere gli appassionati per supportarli a praticare il loro sport e coltivare la loro passione, senza limiti di età! 
Mania Bike è un’Associazione che pedala per promuovere il settore stradale, la MTB, agevolare le donne alla pratica sportiva ed avviare una scuola di ciclismo in Alessandria per i bambini: lì dove è nato tutto, la storia della bicicletta e di un movimento, adesso così tutto va avanti.
Sotto queste stelle e buoni propositi è nata dunque la nuova squadra ciclistica Mania Bike Alessandria che è attiva da ottobre del 2017 ma oggi si presenta fiammante  nelle sue divise (disegnate guarda caso da Rik Guasco) che portano il colore del futuro nel nostro ciclismo provinciale.
Come è successo tutto questo? Il team è nato dall’idea di Massimo Rava main sponsor con il negozio Mania Bike di Alessandria: Volevo che si concretizzasse una nuova realtà ciclista – ha detto Massimo Rava entusiasta del progetto avviato – Mi piaceva pensare a qualcosa di diverso, fatto apposta per promuovere questo bellissimo sport e dare fede allo slogan Alessandria Città delle Biciclette: questa è stata la spinta. Poi siamo gente che pedala in gruppo e tutti ci diamo il cambio. Ed ecco che ci siamo!
Mania Bike è dunque: un negozio, uno sponsor, un gruppo di appassionati, una squadra di corridori del futuro o comunque di giovani che si divertono a fare sport e andare in bicicletta: ma visto che le società sono fatte di persone che devono essere necessariamente valide per arrivare a dei risultati, il direttivo è così composto da: Andrea Brunetti Presidente, Gianluca Toscano Vice Presidente, Mario Castagna Responsabile settore Giovanile, Stefano Davite Direttore Tecnico, Massimo Rava Consigliere.
Abbiamo scelto di affiliarci direttamente alla FCI per dare una conformazione nazionale al Team, - spiega il vice presidente Gianluca Toscano -  Castelli Cylcing è il nostro partner tecnico ed abbiamo stipulato una polizza assicurativa a copertura dei possibili sinistri a terzi, tra tesserati e infortunio durante tutte le uscite per l’attività sportiva per cercare da subito di dare ai nostri soci standard qualitativi elevati.
La nostra mission è di crescere e di far crescere i nostri tesserati sotto tutti gli aspetti dell’attività sportiva promuovendo vari tipi di iniziative, aggiunge il presidente Andrea Brunetti. - Oltre alle attività prettamente sportive, cicloturistiche ed agonistiche, abbiamo avviato collaborazioni per portare nuovi metodi di allenamento e accrescere la cultura nello sport a tutto tondo, sia realisticamente all’alimentazione  che al  mental training. Queste iniziative hanno avuto più di 150 partecipanti, di altre discipline sportive e di altre regioni. 
Ad oggi Mania Bike conta 62 tesserati del team amatoriale, tutti impegnati nei vari ambiti ciclistici, dalle gran fondo alle cicloturistiche alle gare in MTB alle semplici uscite del week end. Nel periodo non agonistico della stagione ha visto una grande partecipazione sia da parte dei soci che di altri ciclisti della zona, anche da fuoriprovincia, avendo deciso di aprire a tutti gli appuntamenti del fine settimana.
La nostra ambizione era di creare un settore giovanile in Alessandria, essenziale per avvicinare i bambini ed i ragazzi a questo bellissimo sport divertendosi! – puntualizza Massimo Rava -  Mania Bike si avvale del supporto di persone qualificate e strutture sicure per iniziare un percorso per consentire ai giovani di imparare e migliorarsi in assoluta sicurezza.
Il Progetto è molto serio: per il direttivo è stato selezionato un istruttore federale ed un coach con esperienza pluriennale nel settore giovanile. E c’è una particolare attenzione anche alla promozione del Territorio e dei suoi luoghi: la palestra di allenamento infatti è la Cittadella di Alessandria, che diventa un campo scuola perfetto per le lezioni settimanali.
Spiega Gianluca Toscano: Riteniamo la Cittadella il luogo ideale per gestire attività sportive trattandosi di un ambiente non aperto al traffico e sicuro, adatto sia a corsi su strada che in fuoristrada, che permette ai ragazzi di divertirsi ed imparare questo bellissimo sport in assoluta sicurezza e dare impulso ad Alessandria città delle biciclette! 
Oltre a corsi pratici di guida e di tecnica il corso è integrato da lezioni teoriche e sessioni di educazione civica e collaborazioni con altre ASD della provincia. Il corso è iniziato il 16 maggio scorso e ha visto la chiusura iscrizioni con 25 bambini tra i 6 ed i 14 anni. Da segnalare che questo progetto ha ricevuto anche il patrocinio della fondazione Uspidalet. 
Presentata la Squadra con le maglie fiammanti, proprio nella sede di ACdB, a settembre 2018 il programma riprende e proseguirà anche durante l’inverno, grazie ad alcune partnership in via di definizione per usufruire di alcune strutture indoor.
E chi ama la bici per turismo? È il nostro ultimo punto del programma, di certo non il meno importante:  - dice Toscano - vogliamo promuovere il territorio della Provincia tramite il cicloturismo, usando la bicicletta come mezzo di trasporto (anche con le e-bike) per uscire dai consueti itinerari turistici che spesso si concentrano su singoli luoghi iconici tralasciando tutto ciò che sta nel mezzo, garantendo quindi un punto di vista privilegiato sul territorio.  Abbiamo bellissimi percorsi nella provincia che spaziano dalle colline fino agli appennini, panorami mozzafiato e strutture rinomate che possono ospitare turisti sia italiani che stranieri. Possiamo essere un punto di riferimento per i cicloturisti, aiutandoli a pianificare itinerari e percorsi adatti ai neofiti oppure agli appassionati più esigenti, fornendo loro supporto tecnico e logistico. Non a caso partecipiamo con entusiasmo al progetto Piemontebike voluto dalla Regione Piemonte e coordinato da Alexala ad Alessandria.
A proposito di programmi: per la fine della stagione 2018, Mania Bike sta organizzando un mini circuito di MTB urban (Fast Race) all’interno di alcuni paesi del Monferrato, gare cittadine altamente spettacolari. Con tutte le premesse per un grande successo.
Mania Bike è un team molto attivo sui social e sul web: basta cliccare sul sito http://www.maniabiketeam.eu | scrivere a mailto:team@maniabike.eu oppure a mailto:scuolaciclismo@maniabiketeam.eu | e condividere attraverso Facebook ed Instagram @Mania BikeTeam.

LA MOSTRA IN SALA… SIOF. Arriva la mostra fotografica di Roberto Bettini uno dei più grandi fotografi al mondo del ciclismo agonistico. Un omaggio a Pantani e ai due Grandi Giri attraverso scatti emozionanti che sono parte del racconto del Ciclismo più recente, quello degli anni Novanta e Duemila.
UNO SCATTO E VIA… ECCO ROBERTO BETTINI. Tutto ha avuto inizio lì: quella domenica di settembre del 1974, giorno in cui un certo Giuseppe Saronni, in forza alla Buscatese, batte due atleti della Waya e vince al Parco di Monza una gara dilettanti di terza. Quella è la mia prima fotografia. Una fotografia che ho ritrovato proprio nella sede della Buscatese. E sono passati tantissimi anni. Da quello scatto.
Tutto ha avuto inizio così: mi sono appassionato sempre di più e per certi versi innamorato di questo magnifico sport. Grazie al ciclismo ho conosciuto Paola, mia moglie, anche lei pedalava con le migliori e poi sono arrivati Luca e Thomas.
Dopo un decennio al seguito di tutte le gare dilettantistiche nel 1983 inizio a seguire le gare maggiori e dai mondiali del Montello passo definitivo a seguire i professionisti. Da allora 25 anni di Mondiali, Giri d'Italia, Parigi Roubaix e Giri di Lombardia.
Ho seguito le gare in America, Sudamerica, Asia, Oceania, Africa e tutto quello che si può vedere in Europa. Ho seguito i Giochi Olimpici di Atlanta e quelli di Sydney, mentre Luca è stati accreditato per quelli di Rio.
Dopo parecchi anni in Olympia, ora Olycom, ho iniziato la collaborazione con La Gazzetta dello Sport e dal 2001 sono editore e direttore della rivista Sprint Cycling Magazine diventata digitale dal 2014 con un App free in italiano ed inglese.
Ho la fortuna di avere tantissimi amici e stretti collaboratori: Ilario Biondi in primis e poi Dario Belingheri, Gianfranco Soncini e Antonio Pisoni. Luca, finiti gli studi come fotografo, dal 2005 segue molte manifestazioni e con grande orgoglio mi accorgo che ormai è lui che continuerà la professione. Ma io gli "rendo vita dura".
Nel ricordo di Fabio Saccani seguiamo le gare a bordo delle moto di Gianni Zucchetti e Gianfranco Vitali mentre al Nord ci serviamo di motociclisti del posto. Prima gara della nuova stagione al Tour di San Luis!
Sono contento di esporre ad ACdB, che ho avuto l’onore di frequentare e di fotografare alla sua inaugurazione ufficiale, ho scelto questa selezione, questa gallery, pensando a due colori: il Giallo Tour e non poteva che essere dominante il tema del nostro caro Marco Pantani e il Rosa Giro, la corsa a tappe a cui siamo tutti molto legati da sempre. Perché è la Nostra Corsa a Tappe. Come Marco è il Nostro Campione. In mezzo a questo giallo e a questo rosa c’è anche dell’altro come sempre. Perché il Ciclismo che ancora ci fa emozionare ha tante sfumature. Basta scattare al momento giusto… A proposito di colori, un consiglio ve lo devo proprio dare: per chi non ci è ancora stato, al Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo di Magreglio (che mi risulta gemellato con ACdB), fino alla chiusura stagionale, quindi a tutto ottobre 2018, c’è una Rassegna a cui sono molto legato che mi vede coinvolto con tante immagini e tanti ricordi: si intitola guarda caso “Tutti i Colori della Vittoria, una mostra per Paolo Bettini”. Adesso direte voi, lo so già: mmm Bettini, siete parenti? No! Ma felici di volerci bene come fratelli. Di ciclismo.     Roberto BettIni

E LE DIDASCALIE? C’è un fotografo e c’è un giornalista scrittore, giovane, che si innamora di ciclismo grazie a Pantani. Ai suoi scatti in salita. Scatti fotografici. Scatti di parole. 
Basta e avanza per scrivere alcune D  I D A S C A L I E a questa mostra fotografica allestita per un omaggio ad uno dei più grandi fotografi del ciclismo contemporaneo, Roberto Bettini, il fotografo del grande ciclismo, che mette il suo colore scatto dopo scatto alle pareti di questa sala dedicata alle mostre temporanee.

E non ci sarebbe bisogno di scrivere altro. Se non ché noi, viaggiatori di bici e di parole, le abbiamo trovate le righe su cui fare correre questi colori… sono quelle di Giovanni Battistuzzi, giornalista e inviato de Il Foglio, il nostro suiveur che con il suo Blog (e libro) Girodiruota, ogni giorno o quasi, ci delizia cogliendo sempre e senza indugio l’essenza e la cultura del ciclismo. Non ci sono fronzoli. C’è molta poesia quasi letteratura – scusate se è poco – ed anche qui parliamo di arte contemporanea. Scritta. Un vero girodiruota… 

GIOVANNI BATTISTUZZI DA Girodiruota: (…) vent'anni fa, oggi, iniziava un viaggio incredibile. un viaggio di due mesi attraverso Italia e Francia. Un viaggio a pedali che divenne storia, che divenne ultimo atto di un ciclismo che non c'è più, di un ciclismo che già allora non esisteva più, ma che per rivisse per un attimo.
Era il ciclismo di Marco Pantani, quello che sapeva di antico e di imprese, quello che per due mesi regalò al nostro paese forse l'impresa più incredibile di quegli anni: la doppietta Giro-Tour. perché vincere una grande corsa a tappe è già tanta roba, vincerne due in due mesi è qualcosa capitata solo ai migliori. A Fausto Coppi, a Jacques Anquetil, a Eddy Merckx, a Stephen Roche, a Miguel Indurain. A Marco Pantani, appunto.

20 anni dopo i passi del Pirata, giorno dopo giorno, tappa dopo tappa, li trovate anche qui sulla pagina di Facebook Girodiruota. Dal cielo cadeva acqua come alla marmore, ma quasi non ce se ne accorgeva. C'era il Giro d’Italia, certo, c'era soprattutto quell'omino che aveva reso ogni montagna uno spettacolo, lunga o corta che fosse, ripida o pedalabile non aveva importanza.

Ad arricchire la Mostra “Scatti” di Roberto Bettini arriva una Wilier Ramata di Filippo Pozzato di proprietà di Massimo Rava - Mania Bike.  Roberto Bettini, Pippo Pozzato e Massimo Rava sono tutti amici. Di bici. Una Mania appunto: trovarci fra le ruote e coltivare amicizie. 

Come qui in questo luogo del Passato e del Presente. Anche del Futuro. Ad AcdB!

IL GIRO ROSA AD OVADA. Più attuale di così. Ecco il Giro Rosa. Che trova la sua tappa ad Ovada. La tappa ovadese del Giro Rosa è ormai alle porte perché la disputa è in programma sabato 7 luglio. La macchina organizzativa locale è in piena attività in quanto molte sono le cose richieste per far fronte ad un simile evento di carattere internazionale. L’allestimento del quartier generale situato presso piazza Martiri della Benedicta comporterà la chiusura della piazza medesima e delle vie laterali per dar modo ai mezzi della carovana di poter far sosta, inoltre in piazza Bausola, antistante le scuole elementari, è prevista la collocazione del palco di presentazione e premiazione.
Le atlete giungeranno in Ovada nella mattinata di sabato per poi prendere il via alle ore 12,15. Inizialmente si tratterà di un incolonnamento che porterà le protagoniste in via Molare dove, nell’incrocio con via Nuova Costa verrà dato il via ufficiale. Il tracciato, di 120 chilometri, avrà Acqui Terme e Novi Ligure sedi dei Traguardi Volante, mentre a Belforte Monferrato verrà posizionato il Gran Premio della Montagna. L’arrivo in corso Martiri della Libertà è previsto attorno alle 15,15. Il gruppo passerà però una prima volta sotto lo striscione di arrivo attorno alle 13,30 arrivando dal Borgo e proseguendo per Belforte Monferrato.
Nelle scorse settimane sono state diramati i nomi delle formazioni che prenderanno parte al Giro Rosa, in tutto saranno 24 team di cui nove italiani e quindici stranieri. Tra le protagoniste molta attesa per la forte olandese Anna van der Breggen, vincitrice dell’edizione 2017, quest’anno già in grado di imporsi alle Strade Bianche e al Giro delle Fiandre.
Sarà ancora lei la ciclista da battere ed a provarci a farlo, tra le italiane ci sarà Elisa Longo Borghini, seconda classificata nel 2017, oltre alle altre due olandesi Annemiek van Vleuten e Chantal Blaak che veste la maglia iridata di Campionessa del Mondo. Molta attesa anche per le altre azzurre Marta Bastianelli, Elisa Balsamo, Ilaria Sanguineti e Letizia Paternoster.
Tornando al fronte organizzativo molto proficui sono stati gli incontri avuti con i rappresentanti del commercio locale, infatti è stato concordato che nella serata di venerdì 6 luglio i negozi resteranno aperti con iniziative collaterali riguardanti il ciclismo e lo sport più in generale.
Inoltre i negozi allestiranno le proprie vetrine sul tema del ciclismo, a tale proposito sono stati acquistati mille palloncini rosa con stampato il logo della tappa ovadese. Risposte positive sono giunte anche dalla Pro Loco di Ovada e da quelle della zona che si sono dette disponibili ad esporre ognuna uno striscione di benvenuto al Giro Rosa oltre che gli appositi palloncini rosa.
Molto apprezzata è poi la grande bicicletta stilizzata posizionata all’interno dell’aiuola del Borgo che oltre ad essere colorata di rosa è stata anche addobbata di luci a led. Altre biciclette colorate in rosa hanno già iniziato a comparire lungo il tracciato, e attraggono la curiosità dei passanti. 
Importante anche la fattiva collaborazione della Regione Piemonte che, attraverso l’Assessore allo Sport Giovanni Maria Ferraris, ha promesso al Comitato ovadese oltre che il Patrocinio dell’Ente anche un solido contributo economico. Stessa collaborazione da parte della Camera di Commercio di Alessandria nella cui sede verrà presentata ai giornalisti la tappa di Ovada. PER INFORMAZIONI MAIL: Diego Sciutto mailto:diegosciutto@gmail.com


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