Assegnati
i permessi per la vendita su aree pubbliche di cibi e bevande. Si va
dal veggy ai sapori mediorientali. Tutto su mezzi eco-friendly. Tajani:
“Il cibo è cultura e valorizzazione del territorio. Questa iniziativa
favorisce la nascita di nuove opportunità commerciali e occupazionali”
Milano,
2 luglio 2017 – Il cibo di strada trova casa in centro città. Assegnati
i 50 permessi per lo svolgimento dell'attività di vendita e
somministrazione su aree pubbliche di cibi e bevande. Questo consentirà a
milanesi e turisti di scoprire le più autentiche e gustose ricette
della tradizione gastronomica regionale italiana e internazionale per i
prossimi cinque anni.
“Grazie
a questa iniziativa abbiamo portato le tematiche proposte da Expo 2015
al centro del commercio itinerante, perché il cibo è sempre cultura e
valorizzazione del territorio”. Così l’assessore alle Politiche per il
Lavoro, Attività produttive e Commercio Cristina Tajani, che prosegue:
”Oggi lo street food rappresenta una modalità di consumo ampiamente
diffusa nelle capitali europee e mondiali. Come Amministrazione abbiamo
non solo favorito la scoperta dei gusti e dei sapori della nostra
tradizione ma, soprattutto, sostenuto la nascita di nuove opportunità
commerciali e occupazionali per i giovani”.
Gli
operatori (11 hanno partecipato alla fase di sperimentazione iniziale e
39 sono nuovi) propongono, oltre a prodotti DOP, IGP, STG e PAT, anche
sapori cosmopoliti. Tra i riconfermati troviamo, ad esempio, “Mozzarella
e Dintorni” che propone bruschette e quanto è tipico nel salentino. “Da
Nord a Sud” offre “fügasse” genovesi e arancini siciliani. “Pop Dog”
reinterpreta il classico hot dog statunitense nelle varianti messicana,
giapponese ecc. “Mignoneccellenze napoletane” con i classici dolci:
sfogliatelle ricce e frolle, oltre a pastiere o capresi al cacao.
Tra
le nuove proposte spicca, per esempio, “Tira il piatto contro il muro”,
una colorata apecar che propone specialità della tradizione
mediorientale con ai fornelli una coppia di rifugiati politici siriani.
Un progetto di street food nato dalla collaborazione tra la Comunità di
Sant’Egidio, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia e le
chiese valdesi e metodiste.
Spazio
poi ai sapori nostrani con “Apemilia” che propone gnocco e tigelle
accompagnate dai più conosciuti e apprezzati salumi emiliani. “Sorry
mama” che si ispira al classico piatto della domenica, le lasagne,
proposte nella versione più classica come nelle varianti vegane e
vegetariane. “Zibo cuochi itineranti” che propone tiramisù in tantissime
declinazioni. “Braciamoci” prepara arrosticini e panini ideali per
tutti gli amanti della carne lucana. “PicoBrew” è un pub itinerante
ideale per chi ama le birre artigianali realizzate con materie prime del
territorio milanese. “Pestofino” propone i sapori e profumi del
Tigullio, dalla pasta fresca alle salse per condire, da quella al
basilico a quella alle noci. Infine, tra gli altri, i gelati della
“Gelateria Gorini”, che porterà in centro città i più tipici gusti
preparati con ingredienti DOP e IGP come i pistacchi di Bronte, i limoni
di Sorrento, lo zafferano de L’Aquila e le amarene brusche di Modena.
I mezzi
utilizzati (tricicli o quadricicli) hanno tutti un’estetica compatibile
con il contesto urbano e una dimensione massima in esercizio di 3,60
metri di lunghezza per 1,70 di larghezza, oltre a essere eco-friendly, a
trazione a pedali o assistita e a motore elettrico. I mezzi sono veri e
propri punti vendita e di somministrazione itineranti ai quali saranno
escluse, per il particolare contesto urbano/monumentale, alcune strade e
piazze: l’asse viario compreso tra Piazza San Babila e il Castello
Sforzesco (Via Beltrami, Largo Cairoli, Via Dante Alighieri, Piazza
Cordusio, Via Mercanti, Piazza del Duomo, Corso Vittorio Emanuele II e
Piazza San Carlo).
I
singoli mezzi possono sostare per un tempo massimo di due ore e devono
rispettare una distanza minima di 250 metri dalla presenza di
un operatore similare. Nei giorni concomitanti lo svolgimento di mercati
settimanali scoperti o fiere, l’attività di street food può essere
svolta solo a una distanza minima di 500 metri dagli stessi. Per
garantire la civile convivenza con la cittadinanza gli operatori che
necessitano di utilizzare olio bollente o griglie sono dotati di
apposite cappe per l’abbattimento degli odori. I cinquanta operatori
sono soggetti al pagamento di un canone Cosap di circa 1.200 euro
annui.
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