blogazzurro

blogazzurro

martedì 8 luglio 2025

CANTINA VIGNAIOLI MORELLINO DI SCANSANO È LA MIGLIORE COOPERATIVA VINICOLA D’ITALIA SECONDO WEINWIRTSCHAFT

 


Prima realtà toscana a ricevere il riconoscimento dalla rivista tedesca, ha conquistato il 18° posto nella classifica mondiale
 
Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano è stata premiata come Migliore cooperativa vinicola d’Italia nel concorso CO-OP 2025 organizzato dalla rivista tedesca Weinwirtschaft, una delle più autorevoli testate europee specializzate nel settore vitivinicolo. L’azienda di Scansano (Grosseto) è la prima cooperativa toscana a ricevere il riconoscimento, distinguendosi tra 25 candidati italiani – ad esclusione dell’Alto Adige, a cui è riservata una classifica separata. A livello internazionale, la Cantina si è posizionata al 18° posto nella Top 21 Weltweit, la graduatoria che raccoglie le migliori cooperative vinicole nel mondo. La cerimonia di premiazione si è tenuta mercoledì 25 giugno a Deidesheim, in Germania.
 
“Siamo orgogliosi di rappresentare la Maremma e la Toscana in un contesto internazionale di così alto livello – dichiara Benedetto Grechi, Presidente di Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano –. Essere premiati come migliore cooperativa d’Italia ci riempie di soddisfazione: è un traguardo molto importante, frutto di un percorso che ci ha visto negli anni scalare le posizioni della classifica e che nasce da un lavoro corale, dalla dedizione dei soci e del team tecnico e da un’identità territoriale forte e autentica”.
 
Dal 2010 Weinwirtschaft seleziona ogni anno le migliori cooperative vinicole italiane attraverso la valutazione di sei vini rappresentativi dell’annata in corso, suddivisi in precise categorie: due vini bianchi e due rossi con un prezzo inferiore ai 10 euro, due etichette di fascia premium e due specialità regionali, tra cui almeno un vino fermo. Le referenze presentate dalla Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano per la selezione sono state: Scantianum Vermentino Toscana Igt e San Bruzio Vermentino Superiore Maremma Toscana Doc per i vini bianchi, Roggiano Morellino di Scansano Docg Biologico e Capoccia Ciliegiolo Riserva Maremma Toscana Doc per i rossi, Sicomoro Morellino di Scansano Docg Riserva e Poco per Pochi Rosso Toscana Igt per le specialità regionali.
 
Weinwirtschaft ha valutato anche l’impegno delle cooperative verso la sostenibilità, premiando quelle realtà che si distinguono per la riduzione dell’impatto ambientale. In questo contesto la Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano è attiva da anni, inizialmente con l’adesione al Programma Nazionale per la Valutazione dell’Impronta Ambientale, e successivamente con il conseguimento delle certificazioni Carbon Footprint VIVA Sustainable Wine. Nel luglio 2018, l’Unione Europea ha inoltre conferito al Morellino di Scansano Docg la certificazione PEF (Product Environmental Footprint), che valuta l’impronta ambientale lungo l’intera filiera, dal vigneto allo smaltimento dell’imballaggio. A questo importante traguardo hanno contribuito l’installazione di un impianto fotovoltaico nel 2014 – ampliato quest’anno con l’obiettivo di coprire fino al 70% del fabbisogno energetico – e l’adozione di un packaging più sostenibile.
 
Fondata nel 1972, la Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano riunisce circa 170 soci produttori. Nata con l’obiettivo di valorizzare il vino del territorio e promuovere lo sviluppo locale, la cooperativa ha investito fin dagli anni ’80 su criteri di qualità, anticipando l’evoluzione del mercato e contribuendo alla crescita della denominazione Morellino di Scansano. Una scelta lungimirante che ha saputo premiare il lavoro della Cantina nel corso degli anni, portandola a rappresentare oggi una delle principali realtà del settore vitivinicolo toscano.

La Casa degli Spiriti si dissocia dalle dichiarazioni di Paolo Cappuccio, ormai ex chef da 10 anni

 

Dal 26 giugno al 17 luglio Fondazione Riccardo Catella presenta la nuova edizione di Sunset Music in the Park: BOOM BAM! la rassegna musicale estiva di BAM – Biblioteca degli Alberi Milano all’insegna della multiculturalità.

 

Banchi d’assaggio e degustazioni percorrendo con il calice il vigneto del Piemonte Venerdì 18 luglio 2025, ore 19-23 BAVENO, Arena Nadur (lungo lago

 


Umbria Jazz Gourmet: i ristoranti da provare a Perugia

 




Umbria Jazz Gourmet è lo spin off gourmet dell’Umbria Jazz (11-20 luglio), kermesse di musica internazionale, incontri culturali e atmosfere cosmopolite. Un progetto parallelo, nato dalla collaborazione tra il festival e alcune realtà dell’enogastronomia locale, che valorizza la cucina umbra e l’esperienza gastronomica come parte integrante della manifestazione.

Tra i ristoranti che meglio rappresentano questa visione si distinguono alcune realtà del centro storico, capaci di coniugare tecnica, identità e spirito contemporaneo.

 

Ada Gourmet

 


 

Ada Gourmet è un raffinato ristorante nel centro storico di Perugia, che nel 2024 ha ricevuto una stella Michelin grazie alla sua cucina creativa che unisce tradizione umbra e influenze internazionali. Offre due menù degustazione, tra cui uno vegetariano e uno ispirato alla discoteca Storyteller. Il locale ha due sale eleganti, una cucina a vista e una cantina di vini pregiati. Ada Gourmet si inserisce nel panorama gastronomico cittadino con un’impronta fine dining sobria ed elegante. Il locale, curato in ogni dettaglio, propone una cucina che guarda alla tradizione umbra reinterpretandola con precisione e sensibilità moderna. La stagionalità guida la proposta, con piatti equilibrati che riflettono una visione coerente e matura.

 

L’Officina

 


 

Il locale è noto per la sua cucina che fonde tradizione umbra e influenze internazionali, offrendo piatti creativi e stagionali. Il ristorante è anche un centro culturale, ospitando eventi artistici e musicali. La cantina propone una selezione di vini biodinamici e naturali, oltre a birre artigianali e distillati. Officina si distingue per un linguaggio gastronomico più sperimentale, con una cucina che lavora su consistenze e contrasti senza perdere di vista il gusto. La sala, dal design essenziale ma accogliente, accompagna un’esperienza pensata per un pubblico curioso e aperto a riletture contemporanee dei sapori locali.

 

Acciuga

 


 

Acciuga è un ristorante molto apprezzato che ha ottenuto una stella Michelin grazie a una cucina moderna e creativa, che unisce sapori locali e internazionali. Propone piatti stagionali preparati con grande attenzione, serviti in un ambiente elegante con cucina a vista che rappresentano una sintesi interessante tra mare e terra, in una città che, pur non affacciandosi sul mare, ha saputo negli ultimi anni aprirsi a suggestioni diverse. La cucina è diretta e pulita, con una predilezione per il prodotto e una chiara identità mediterranea. La proposta cambia spesso, in sintonia con le disponibilità del mercato e la sensibilità dello chef.

WHEN I WAS A DESIGNER. FRANCO PERROTTI

 

Un viaggio tra design e arte

nel mondo visionario dell’artista e designer Franco Perrotti

 

a cura di Fortunato D’Amico

 

3 – 24 ottobre 2025

 


Fabbrica del Vapore

Locale ex Cisterne
Via Giulio Cesare Procaccini 4, Milano 

 

 

 

Dissuader, Alserkal Gallery, Dubai

photo by Ernani Paterra, © Franco Perrotti

 

 

Dal 3 al 24 ottobre 2025, la Fabbrica del Vapore di Milano, negli spazi del Locale ex Cisterne, ospiterà la mostra WHEN I WAS A DESIGNER. FRANCO PERROTTI, l’antologica monografica dedicata all’artista e designer abruzzese.

Attraverso un viaggio espositivo di grande intensità, si svela il racconto di quarant’anni di ricerca e passione di Franco Perrotti. Un percorso che traccia l’evoluzione della sua creatività eclettica, dai primi passi nel design milanese a metà anni Settanta fino alla sua visione artistica contemporanea. Un cammino che si è trasformato nel tempo, tessendo con maestria le tematiche e i linguaggi del suo fare design con le sfumature profonde della sua arte. La mostra vuole proporre un’armoniosa fusione tra due mondi apparentemente distanti, ma intrinsecamente connessi, che si incontrano e si arricchiscono in un dialogo costante, dando vita a un racconto visivo di continue scoperte, variazioni e affinamento dei contenuti.

A cura di Fortunato D’Amico, l’esposizione racconta la visione di Franco Perrotti attraverso un percorso che si snoda sui due piani della sede espositiva, per un totale di 1100 mq, offrendo al pubblico un viaggio visivo, concettuale ed emotivo nel suo processo creativo, da sempre così legato all’artigianalità del gesto e alla riflessione sulla finalità dell’oggetto nella sua relazione con l’uomo.

 

 

Gloria Mundi, RUDE BRAVO © Photo by Studio Uno

 

Franco Perrotti nasce in Abruzzo nel 1953 e si forma a Milano, dove inizia il suo percorso professionale in Tecno Spa. Dopo questa esperienza, fonda il proprio studio e collabora a progetti di design e interior per aziende nazionali e internazionali, senza mai rinunciare alla sua vocazione artistica. Negli ultimi anni, ha approfondito il suo lavoro di ricerca con installazioni, sculture, allestimenti e sperimentazioni cromatiche, orientandosi verso una sintesi tra funzione e racconto, rigore e libertà, materia e visione. Quella di Franco Perrotti è una ricerca che si adopera per il recupero delle competenze del saper fare, perché come gli artigiani cerca di realizzare pezzi ben fatti, di qualità e che esprimano un linguaggio intimo e personale, slegato dalle mode e dalle logiche preconfezionate.

Spiega Franco Perrotti: “Design è un termine anglosassone, significa tutto e non vuole dire nulla. Va sempre preceduto da un aggettivo per definirne il campo, il settore specifico. Design equivale a disegno, progetto, concetto.  Industrial design, interior design, fashion design, car design sono alcune delle specializzazioni che il sostantivo racchiude. È evidente che una forma d’espressione strettamente più vicina alla produzione industrial. Probabilmente tra gli anni ‘50 e ‘60 noi italiani abbiamo traghettato queste discipline nate in ambito puramente tecnico, quasi fordistico, trasformandole in una disciplina umanistica, mi piace pensare “mediterranea”. Questo è il nostro merito. Costruire bene, con disciplina razionale, ma aggiungendo attraverso il segno l’irrazionale legato alla sfera emotiva. Forse anche gli oggetti hanno un corpo, un'anima e uno stomaco. Ma le buone intuizioni subiscono nel tempo evoluzioni aberranti o manipolate. Spesso il possesso non equivale al bisogno e operazioni di marketing possono sostituire l’oggetto di design alla persona, determinandone lo status. Piccole pattuglie di designer si esprimono con altri linguaggi, più vicini all'arte e più lontani dal "trend" e da logiche subliminali”.

 

 

WSp, 1982, TECNO © Photo by M. Carrieri

 

 

Audientia, 1992, Poltrona Frau  © Photo by Pietro Carrieri

 

Un percorso in sei stazioni e una visione condivisa

Questa prima antologica dedicata a Perrotti nella città di Milano, dove tutto per lui ha avuto inizio, vuole mettere a fuoco il suo percorso completo e la sua visione critica nei confronti di un design fine a sé stesso e di un’arte che sia di pura estetica. Il percorso inizia al primo piano della fabbrica, dove lo spettatore è invitato a seguire un percorso che prevede sei   tappe, sei  “stazioni” monotematiche, ognuna concepita come un rifugio di memorie, prototipi, appunti, modelli, oggetti e visioni. Queste tappe raccontano la storia di un pensiero in evoluzione, rendendo omaggio ai 5 brand che Franco Perrotti ha selezionato e con cui ha maggiormente collaborato nel corso della sua carriera: TECNO, POLTRONA FRAU, MOROSO, FARAM, AIRON.

Una sezione speciale è dedicata a RUDE BRAVO, il laboratorio di design nato in Abruzzo frutto dell’ostinata e cocciuta volontà di Franco Perrotti, assieme a Mario Mariano e Tanino Liberatore. Rude Bravo rappresenta l’espressione più radicale e poetica di un’idea di design che afferma la forza visionaria del progetto come “sogno ben sognato prima di essere un marketing sofisticato”. Il passaggio dal design all’arte.

 

 

Silicon Hill, RUDE BRAVO © Photo by Studio Uno

 

 

Taninio_S February. Fish 1, RUDE BRAVO © Photo by Studio Uno

 

Il viaggio prosegue e si conclude al piano terra, dove si apre un nuovo scenario: spazi aperti contenitori di altre storie, di altre visioni e di altri contenuti. Protagonista di questo secondo momento espositivo è anche il grande Dissuader. Il “DISSUASORE” è una metafora che prende corpo in un piccione, gigantesco e allegorico, frutto di grande lavoro manuale e molta tecnologia. Proposto in mostra nella sua versione in acciaio, ma anche in fusioni, alluminio, ceramica, resina, il Dissuasore diventa emblema della complessa relazione tra esseri umani e tra uomo e ambiente naturale. È con opere come queste che Perrotti ha iniziato a misurarsi con gli oggetti mastodontici in cui sboccia oggi la sua ricerca, trasferendo la gestione ed i criteri di un progetto di design in un’opera d’arte. Forse – si chiederà il visitatore – stiamo entrando in un’altra dimensione, un’altra narrazione? When I Was a Designer… Appunto.

Una sala della mostra sarà dedicata a una video installazione a carattere immersivo: sulle sue pareti scorreranno le immagini dei video prodotti dalla fotografa e regista Bruna Rotunno, dal fotografo e registra Ernani Paterra e dal fotografo Enrico Di Nenno. In questo spazio, allestito con le sedute e i divani dello stesso Franco Perrotti, il visitatore avrà modo di interpretare il lavoro e la forza dell’atto creativo di un artista che coniuga il “fare a mano” seguendo i canoni del lavoro tradizionale con i risultati di macchine ad alta tecnologia, mescolando tradizione e digitale

 

In occasione della mostra verrà pubblicato il volume/catalogo When I Was a Designer. Franco Perrotti, a cura di Fortunato D’Amico, pubblicato da Moebius Edizioni. In italiano e inglese, il volume proporrà i saggi critici di Francesca Bogliolo, Valentina Lonati ed Elisa Massoni.

 

Il dissuasore è un pensiero, una riflessione, una metafora

Mi piacerebbe che fosse un urlo.

Più passa il tempo, più il mondo è saturo di recinti, ostacoli, muri, soldati di guardia e motovedette. Eppure, eravamo passati da Woodstock e il sogno era altro”.

Franco Perrotti

 

 

Dissuader, Alserkal Gallery, Dubai

photo by Bruna Rotunno, © Franco Perrotti

 

 

Dissuader, Alserkal Gallery, Dubai

photo by Ernani Paterra, © Franco Perrotti

 

FRANCO PERROTTI 

Formatosi nel pieno degli anni Settanta, Franco Perrotti studia dapprima a Pescara e poi a Milano dove frequenta i corsi di Attilio Marcolli e Bruno Munari alla Scuola Politecnica di Design ed entra in contatto col cuore pulsante del Design internazionale. Inizia quindi la sua collaborazione con il Centro Progetti di Tecno Spa (1976-1986), azienda leader per ambienti di lavoro e spazi collettivi. Franco Perrotti cura il Product Design e di Interior Design della società, disegnando prodotti in catalogo, lay-out di rifacimenti e allestimenti degli showroom e curando concept per scenografie di fiere e manifestazioni di settore. Dal 1986 inizia la sua carriera come designer indipendente e fonda lo studio Perrotti Dissociati Design, tuttora attivo e impegnato in progetti di Industrial e Interior Design, oltre che in interventi architettonici. Inizia così le sue collaborazioni con numerose e prestigiose aziende. Dal 1989 al 1993 in veste di Art Director collabora con Faram spa, azienda leader nella progettazione di soluzioni per ufficio dove gestisce design di prodotto, comunicazione e allestimenti. Crea una nuova linea di arredi per la casa e la nuova veste grafica del catalogo di Airon Metalarredo, produttrice di complementi arredo per casa e ufficio. Nello stesso periodo, disegna sedie e poltrone da auditorium per il marchio Poltrona Frau e tavoli e sedute per spazi collettivi per il marchio Moroso. Nel 1997 lascia Milano per tornare in Abruzzo dove, insieme a Tanino Liberatore e al giovane architetto Mario Mariano, fonda Rude Bravo Design Workshop, un laboratorio di idee, progetti, prodotti e manufatti.

 

 

Franco Perrotti, photo by Enrico Di Nenno © Franco Perrotti

 

Rude Bravo esordisce l’anno seguente durante il Fuori Salone di Milano con la mostra “I 7 Peccati Capitali” allestita presso lo Spazio Consolo. Sempre con Tanino Liberatore, Franco Perrotti dà vita a prodotti di particolare risonanza come “L’Homme au turban rouge et son cousin” del 2007, una lampada a due ante ispirata al quadro di Jan van Eyck. In qualità di editore e designer, Franco Perrotti cura prodotti ideati per tirature limitate e realizza spesso pezzi unici e con Rude Bravo caratterizza per un decennio il panorama del design italiano con proposte innovative e fuori dagli schemi. Con lo studio “Officine d'Essai”, officina di architettura, arte e Interior design fondata a Pescara nel 2012, continua e dilata il progetto di Rude Bravo Design Workshop, sempre nel solco della curiosità, della sperimentazione e del consolidamento del linguaggio progettuale con importanti progetti di studio e realizzazioni di Interior design per residenze private, showroom, in Italia ed all’estero. Tra le collaborazioni istituzionali di rilievo quelle con il Museo Archeologico “La Civitella” a Chieti, il Museo MAR di Positano - Salerno, il Museo FRIMACT di Frigento - Avellino per allestimenti museali e quelli con la Scuola Politecnica di Design di Milano, con la Facoltà di Architettura di Pescara e l’ISIA Pescara Design, presso cui ha tenuto lezioni e seminari.

 

 

Photo by Ernani Paterra © Franco Perrotti

 

LA FABBRICA DEL VAPORE

La Fabbrica del Vapore è uno spazio interdisciplinare del Comune di Milano, aperto alla città e dedicato alla cultura contemporanea, all’incontro e alla sperimentazione. Ospita realtà artistiche differenti, laboratori creativi ed eventi di aggregazione giovanile. Le sue attività e la sua programmazione, curate dalla Direzione Cultura – Unità Progetti Speciali, offrono un’occasione preziosa per esplorare linguaggi artistici visivi e performativi, in una cornice aperta al dialogo e alla partecipazione.

 

 

Fabbrica del Vapore, Locale Ex Cisterne, piano superiore