Faenza, 16 febbraio 2024. Gio Ponti fu uno dei massimi divulgatori del Made in Italy già a partire dagli anni Venti, quando divenne direttore artistico della Richard Ginori dando il via a un rinnovamento della produzione. Alla figura di architetto, designer e intellettuale, che fu un riferimento per la costituzione di uno “stile” italiano delle arti decorative, è dedicata la mostra al MIC Faenza Gio Ponti. Ceramiche 1922-1967 a cura di Stefania Cretella.
Il MIC Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza prosegue il programma di valorizzazione dei personaggi e delle grandi manifatture che hanno costruito il Made in Italy ceramico. Dopo Lenci e Chini, è ora la volta di Gio Ponti.
Oltre alla Richard Ginori durante la sua lunga carriera Ponti entra in contatto con diverse realtà ceramiche italiane: la Cooperativa Ceramiche di Imola, Pietro Melandri e il contesto faentino (famose le cartepeste realizzate con i Dalmonte), con le Ceramiche Pozzi, Joo e Gabbianelli, per citare le principali aziende con cui promosse percorsi e progetti unici e straordinariamente attuali. Le sue conoscenze lo vedono al centro del dibattitto culturale italiano e della definizione del razionalismo italiano. Collabora con i critici Ugo Ojetti, Edoardo Persico, lavora insieme a Luigi Fontana e a Giovanni Gariboldi, suo successore alla Richard Ginori.
Ponti fu, inoltre, uno dei protagonisti delle Biennali di Monza, presentando nelle sale della villa Reale le novità da lui introdotte nel repertorio della Richard-Ginori e i risultati delle sperimentazioni condivise con gli altri architetti del côté milanese coinvolti nelle esperienze del Labirinto e della Domus Nova per i grandi magazzini La Rinascente a Milano.
I rapporti con il mondo delle esposizioni furono una costante della sua carriera partecipando attivamente con i suoi progetti e come membro dei comitati organizzatori. Collaborò con le Triennali di Milano e fu protagonista di eventi come Italy at Work. Her Renaissance in Design Today, mostra itinerante che si svolse negli Stati Uniti tra il 1950 e il 1951, e Italia ’61, manifestazione organizzata a Torino per celebrare il primo centenario dell’Unità d’Italia.
A lui si devono la fondazione di due riviste importantissime per il design e l’alto artigianato artistico come Domus e Stile, che contribuirono in modo evidente alla promozione delle arti destinate all’arredo domestico e alla diffusione del linguaggio moderno, idee che furono coronate dalla progettazione e costruzione dal 1956-60 del Grattacielo Pirelli a Milano, capolavoro del razionalismo italiano diventato simbolo assoluto della “modernità” nel dopoguerra in Italia.
Il catalogo è a cura di Claudia Casali e Stefania Cretella – Dario Cimorelli Editore.
La mostra si avvale della fondamentale partnership della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia di Sesto Fiorentino e dell’Archivio Gio Ponti.
Con il sostegno di: Direzione Generale, educazione, ricerca ed istituti culturali, Regione Emilia Romagna, Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Comune di Faenza, Unione della Romagna faentina, Caviro, Romagna Acque, Hera, Tagina, Cerdomus, Sacmi, Tema Sinergie.
Supporto tecnico: Villa Abbondanzi.
Media Partner: Pubblisole.
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