Il 14 agosto 2018 crollava il viadotto sul Polcevera a Genova, progettato dall’ingegnere Riccardo Morandi, simbolo per un cinquantennio della modernità italiana e dell’ottimismo della ricostruzione. La fotografia, fino dalla sua invenzione nel 1839, ha documentato le trasformazioni delle città, anche quelle più nefaste come ha fatto il fotografo americano Joel Meyerowitz nel suo straordinario lavoro sulle Torri gemelle a New York nel 2001. Così nelle settimane successive al crollo Alessandro Cimmino ed Emanuele Piccardo, le cui opere sono presenti nelle collezioni del Museo MAXXI, hanno sentito il dovere in qualità di artisti visivi di fotografare il viadotto, prima all’esterno e poi dentro la zona rossa. La fotografia intesa come un archivio delle emozioni per fissarle nelle coscienze collettive.
“1182” è il progetto fotografico iniziato nel settembre 2018 e conclusosi nel dicembre 2019 con la ricognizione fotografica all’interno del deposito dei frammenti dell’opera di Morandi, che costituiscono le prove dell’inchiesta della Procura della Repubblica, accatastati come una opera di Gordon Matta-Clark. La scelta del numero (1182) è legata alla lunghezza del viadotto e rappresenta un modo per rendere omaggio al suo inventore Morandi.
La fotografia come misura della relazione tra l’infrastruttura e la Val Polcevera, una valle di servizio che ha sempre ospitato, fin dal XIX secolo gli insediamenti industriali pesanti e oggi aperta a una nuova rinascita. Il lavoro di Cimmino e Piccardo ha cercato di ricucire un luogo ferito, rotto, riabituando la comunità a rapportarsi con il vuoto e con un nuovo paesaggio visivo.
1182 è un progetto che è stato interamente autofinanziato dagli autori in quanto lo hanno sentito come un lavoro eticamente necessario sulla memoria di un luogo teatro di una catastrofe. L’esito del progetto è un libro edito dalla casa editrice plug_in (www.plugin-lab.it) con una introduzione dell’architetto Stefano Boeri e un saggio dello storico della fotografia e docente IUAV, Angelo Maggi.
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