La rassegna è nata con l’obiettivo di unire nel nome del vino quest’area con l’Europa, da una parte favorendo le esportazioni del vecchio continente verso il Mercosur, dall’altra agevolando la creazione di joint venture e collaborazioni tra aziende brasiliane e italiane, e non solo. Organizzato nel Bento Gonçalves Event Park in uno spazio espositivo di 10mila metri quadri, Wine South America si conferma il più grande evento enologico professionale dell’America Latina. Protagonisti oltre 300 espositori, di cui 180 brasiliani, tra cantine, esportatori, distributori, rappresentanti, produttori di macchinari per la vitivinicoltura, accessori per il consumo e aziende fornitrici di servizi specializzati. Tra le merceologie, un’area è stata dedicata anche ai prodotti agroalimentari.
Al progetto Buyer hanno partecipato 230 professionisti provenienti dal Brasile e dall'estero, che sono stati messi in contatto con le imprese con l’obiettivo di stringere nuovi accordi commerciali. Agli incontri B2B erano presenti buyer stranieri in arrivo da Perù, Cile, Colombia, Paraguay, Stati Uniti, Europa e Cina.
“Veronafiere vuole giocare un ruolo da protagonista nei Paesi in cui la domanda di prodotti come il vino e il food è in forte espansione e dove il made in Italy ha ancora ampi margini di crescita”, osserva il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani. “E se in Brasile abbiamo lanciato Wine South America, nel 2020 promuoveremo Wine to Asia a Shenzhen in Cina: piattaforme permanenti di promozione, create grazie al nuovo piano industriale di Veronafiere, che prevede 105 milioni di investimenti, destinati al rinnovo dei nostri spazi ma anche allo sviluppo di nuovi prodotti in Italia e all’estero, con una forte spinta alla internazionalizzazione”.
Mercato. L’Italia è il quinto maggior esportatore dell’Unione Europea di prodotti agroalimentari verso l’area del Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay e Venezuela) per un totale di 266 milioni di euro. Una regione, il Sud America, in cui il made in Italy detiene tra il 10 e il 20% del mercato e dove, anche a fronte del recente accordo Ue-Mercosur, si preannuncia un’intensificazione degli scambi commerciali, dovuta all’abolizione dei dazi. Per quanto riguarda il mercato del vino, secondo l’Osservatorio Vinitaly - Wine Monitor Nomisma, tra i Paesi emergenti ritenuti più promettenti al primo posto figura proprio il Brasile, con i suoi 324,9 milioni di euro di vino importato a livello globale e con un balzo in avanti in dieci anni del 156% dal 2007. Nei primi sette mesi del 2019, in particolare, il Brasile ha importato vino dal mondo per un valore complessivo di 171,86 milioni di euro (+0,8% rispetto allo stesso periodo del 2018), di cui 18,05 milioni dall’Italia (-2,7%).
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