Al via la nuova stagione di Generations
Verona, il progetto nato da un’idea di Matteo Rizzo per avvicinare i
giovani all’alta cucina tramite le mani di una nuova generazione di cuochi
pronti a ridare valore al proprio territorio. La nuova edizione conferma i
protagonisti dello scorso anno e si arricchisce di nuovi volti, le prime due cene
a 6 mani vedranno infatti coinvolti anche gli chef Matteo Metullio e
Alessandro Dal Degan.
Con l’autunno ripartono le serate Generations
Verona e promettono molte novità. Matteo
Rizzo del ristorante Il Desco – ideatore del progetto, Mauro
Buffo dei 12 Apostoli, Francesco Baldissarutti di Perbellini,
Michael Silhavì del ristorante Ponte Pietra e Matteo Grandi
del De Gusto si preparano a tornare e questa volta non saranno soli.
Il progetto vede infatti
quest’anno alcune importanti new entry provenienti da fuori i confini
scaligeri, il gruppo di chef si amplia con lo scopo di diffondere gradualmente
un pensiero di ristorazione 3.0 che superi confini territoriali e concettuali.
Novità di questa nuova stagione è
che tutte le cene si terranno a casa Rizzo, in quel tempio di cultura
gastronomica che è Il Desco e che ha dato i natali all’iniziativa.
Seconda novità è che non saranno più quattro, bensì sei le mani che si
alterneranno in cucina ad ogni appuntamento. Ogni serata vedrà infatti il
padrone di casa Matteo Rizzo ospitare uno chef veronese – tra i
quattro facenti parte del progetto sin dalla nascita – e uno chef ospite
“forestiero”.
I primi due incontri a sei mani
in programma saranno lunedì 21 ottobre con Francesco Baldissarutti del
ristorante Perbellini di Isola Rizza e Matteo Metullio dell’Harry’s
Piccolo di Trieste, e martedì 10 dicembre con Mauro Buffo del
ristorante 12 Apostoli e Alessandro Dal Degan de La Tana
Gourmet di Asiago. Altre due date saranno annunciate a inizio 2020.
La nascita e
l’evoluzione del progetto
Si chiama Generations e
nasce da una necessità, quella di far riscoprire la cucina di Verona, donarle
una nuova veste e farla apprezzare anche dai palati più giovani.
Una tradizione gastronomica,
quella veneta, che viene a volte messa in secondo piano rispetto ad altre
cucine regionali, ma che continua a vivere e ad evolversi all’interno di
ristoranti, osterie e locande del territorio.
Un patrimonio che non deve andare
perduto e che per questo deve essere fatto conoscere anche a una clientela più
giovane, quella che spesso invece si allontana intimorita davanti a un’insegna
gourmet. A questo scopo, già da tempo ormai, Il Desco ha creato il progetto
Under30, alcune settimane all’anno dedicate a chi ha meno di 30 anni in cui
l’intero menù è disponibile con uno sconto del 50%.
Animati da queste esigenze, alcuni
giovani ristoratori di Verona, innamorati della propria terra e di ciò che può
offrire, hanno deciso di unire le voci creando Generations.
A un anno di distanza dalla sua
nascita, il progetto si evolve e apre i confini ospitando nuove
giovani firme – non veronesi - dell’alta ristorazione italiana che hanno
aderito con entusiasmo all’iniziativa. Lo scopo è quello di portare a
conoscenza della giovane clientela di Verona diversi pensieri di cucina, con la
speranza che questa poi sia in futuro interessata a spostarsi in cerca di mete
gourmand. Nuovi cuochi arrivano in città!
I protagonisti
veronesi
Ristorante Il Desco
di Matteo ed Elia Rizzo,
due generazioni a confronto
Ristorante 12 Apostoli
guidato oggi dal giovane patron Filippo
Gioco con lo chef Mauro Buffo
Ristorante Perbellini
a Isola Rizza, sotto la direzione
di Paola Secchi e lo chef Francesco Baldissarutti
Ristorante Osteria Ponte Pietra
di Gianni Pascucci e Diana
Tropinina, con lo chef Michael Silhavì
Ristorante De Gusto
a San Bonifacio, alla guida lo
chef e patron Matteo Grandi con Elena Lanza
Le new entry
oltre confine
Harry’s Piccolo e Harry’s Bistrot
di Trieste, Matteo Metullio
è uno degli chef alla guida delle due proposte gourmet
La Tana Gourmet
di Asiago (VI), il regno dello
chef Alessandro Dal Degan
Altri volti arriveranno a breve in
città…
Le firme di
Generations Verona
Matteo Rizzo | ristorante Il Desco
Nato a Verona nel 1984, Matteo è nelle
cucine del Desco già da ragazzo, durante le stagioni estive apprende le basi
sia di sala che di cucina. Poi l’istinto di volare via, il bisogno di conoscere
altre realtà, confrontarsi con cucine e culture diverse. Lavora a Roma, Los
Angeles, Londra e Las Vegas, crescendo professionalmente e imparando ad
adottare nuovi punti di vista. Dopo aver elaborato una nuova consapevolezza di
sé e della sua visione di ristorazione, è pronto a ritornare nel ristorante di
famiglia ad affiancare il padre Elia nelle cucine de Il Desco. Matteo torna
cambiato, cresciuto e arricchito dalle
esperienze vissute all’estero, con una conquistata sicurezza che garantisce
continuità a una storia della cucina italiana che continua da 30 anni e che
gli permette di mettere in atto un passaggio generazionale pacato e rigoroso.
Oggi, alla guida de Il Desco, lo chef riflette nei suoi piatti esperienze,
viaggi e passioni, ma allo stesso tempo riporta a galla un patrimonio di
tradizioni culinarie del territorio che fanno da linee guida alla sua cucina. “L’
essere ristoratore presuppone un’ottima preparazione in tutti i modi e sensi. A
mio modo, sto (ap)portando un po’ di positiva ‘innovazione’. Non intesa come
avanguardia o stravaganza creativa, ma come inevitabile espressione di me e della
mia intimità”.
Mauro Buffo | ristorante 12
Apostoli
“Mauro Buffo è un uomo autentico,
schietto e determinato, la sua cucina non può che corrispondergli” - Così
Massimiliano Alajmo parla dello chef del ristorante 12 Apostoli, insegna
storica veronese che ha recentemente vissuto un rilancio grazie alla quarta
generazione della famiglia Gioco, nella figura di Filippo, classe 1986, che ha
voluto rivoluzionare il locale pur mantenendo la tradizione. Ad aiutarlo in
questo passaggio per far rivivere il ristorante di una nuova luce, lo chef
Mauro, veronese d’origine che ritorna in patria dopo una vita professionale
trascorsa per gran parte altrove. Nel suo curriculum vanta una serie di maestri
illustri, da Gualtiero Marchesi a Massimiliano Alajmo, per poi arrivare in
Spagna sotto la guida di Ferran Adriá a El Bulli, fino a New York al Bouley
Restaurant e successivamente al ristorante Falai. Piovono stelle Michelin nel
suo passato, poi il ritorno alle origini. “Avevo voglia di tornare a casa,
dopo essere rimasto distante per tanto tempo. Ho riscoperto il contatto con la
natura, col territorio […] Mi piace essere tornato in Italia: si mangia bene,
ci stiamo togliendo dai vestiti quella polvere anni '60 che fino a qualche
tempo fa era ancora depositata sulla nostra cucina. È il nostro momento d'oro,
dopo gli spagnoli, i nordeuropei e proprio quando, secondo me, si stanno
risvegliando anche i francesi. Sono molto soddisfatto”. Oggi Mauro, ai 12
Apostoli, combina vari aspetti della ristorazione: gusti, consistenze, colori,
design, culture.
Francesco Baldissarutti |
ristorante Perbellini
Originario di Bassano del Grappa
(VI) ma trasferitosi fin da piccolo a Santo Stefano di Cadore nel bellunese,
Francesco Baldissarutti sviluppa da subito un forte legame con la natura e con
la cucina. Nel suo curriculum si leggono stagioni in montagna che lo hanno
forgiato, esperienze in templi del gusto tra i quali El Celler de Can Roca, il
San Domenico a Imola e il Tantris a Monaco. Nel 2003 approda al ristorante
Perbellini dove riveste il ruolo di Sous-Chef per dieci anni. Nel 2014 accetta
di assumere il comando della brigata di cucina mettendo a frutto anni di
esperienza e sensibilità. Grande conoscitore della materia prima e appassionato
di erbe spontanee e prodotti dei suoi boschi dolomitici, dirige oggi con
maestria un team di persone motivate. Appassionato delle cotture lente, lo
spiedo che campeggia al centro della sua cucina è lo strumento che più usa per
le cotture sia di carni che di pesci che di verdure. I brodi aromatizzati alle
erbe sono invece i condimenti che predilige per completare le sue creazioni
gastronomiche. “Ho capito che tutto parte da un pensiero, ma ci sono tanti
modi differenti di pensare: dalla comprensione trovi il tuo mix e ti rendi
conto che puoi cogliere la tua peculiarità, quella che ti identifica e dà
personalità ai tuoi piatti”.
Michael Silhavì | osteria
ristorante Ponte Pietra
Nel suo cognome si intuiscono
origini francesi, ma è Verona la città che lo ha cullato e che lo ha fatto
innamorare. Michael Silhavì, classe 1986, dopo alcune esperienze in ristoranti
della città, all’età circa di 20 anni decide di partire, sentiva la necessità
di allontanarsi dalle rassicuranti abitudini di casa per andare a conoscere e
sperimentare delle nuove visioni di cucina, non per forza migliori, ma diverse.
Aumentare le angolazioni per poi poter scegliere il proprio personale punto di
vista. E così New York, Londra, Bangkok. Matura una serie di esperienze
stellate prima allo Zafferano di Londra, poi a La Peca di Vicenza. Eppure,
l’esperienza che ha segnato maggiormente il suo approccio alla cucina è stata
al suo rientro in patria, tra le mura del ristorante Perbellini di Isola Rizza
(VR) in cui ha trascorso tre anni nel ruolo di capopartita. Dal 2014 Michael è
lo chef dell’Osteria Ristorante Ponte Pietra, sulla riva dell’Adige propone una
cucina che è la commistione di una tradizione territoriale alla quale è
fortemente legato e di uno spirito ribelle che gli ha fatto girare il mondo e
poi lo ha riportato oggi qui, con una nuova e ritrovata consapevolezza
culinaria fatta di sperimentazioni e azzardi.
Matteo Grandi | ristorante De
Gusto
Matteo Grandi nasce a Vicenza nel
1990 e già a 14 anni comincia a lavorare nei locali della zona. Dopo il
diploma, a 18 anni, decide di lasciare l’Italia e andare all’estero per fare
esperienza. Prima Shanghai e poi l’incontro che gli cambia la vita, ma
soprattutto la cucina, quello con il francese Jean Claude Fugvier. Per sei anni
Matteo lo accompagna in diversi ristoranti della catena Park Hyatt. Prima in
Cina a Shanghai, poi in Kuwait e infine in India. Nel 2013 Matteo torna in
Italia. È un uomo maturo che ha fatto bagaglio di numerose esperienze
culinarie, ma anche di un modello organizzativo che in Italia spesso manca. Quasi
per gioco Matteo si iscrive ai provini per la prima edizione italiana di Hell’s
Kitchen, la vittoria del programma televisivo gli consente di lavorare per tre
mesi come executive chef al ristorante Hell’s Kitchen del Forte Village Resort,
in Sardegna. Lì ha la possibilità di lavorare a quattro mani con chef come
Carlo Cracco, Bruno Barbieri, Emanuele Scarello, Andrea Berton, Enrico Crippa.
Nel 2015 inaugura il suo ristorante De Gusto a San Bonifacio (VR) animato da
una filosofia: ‘less is more’. Sì perché togliere è meglio che aggiungere, il
rigore e la pulizia si accompagnano a fantasia e talento, tradizioni e prodotti
del territorio rivivono nella mani dello chef.
Matteo Metullio | Harry’s Trieste
Matteo Metullio nasce a Trieste il
3 marzo 1989. A soli 12 anni sa già che la sua strada sarà quella della cucina.
Mentre frequenta l’istituto alberghiero, d’estate lavora in vari hotel e
ristoranti per acquisire esperienza.
Alle Codole di Canale d’Agordo, conosce lo chef Oscar Tibolla: un
mentore più che un maestro. Terminata tale esperienza, viene chiamato da
Norbert Niederkofler in Alta Badia, dove si fermerà per quattro anni con un
piccolo intermezzo estivo a Sirmione a La Speranzina. A cavallo tra il 2012 e
il 2013, Matteo arriva a La Siriola, ristorante dell’hotel Ciasa Salares dove,
in primavera, prende le redini della cucina stellata. La Guida Michelin
conferma la stella nel 2013, rendendo Metullio lo chef stellato più giovane
d’Italia, e rappresentante nazionale per Chef next Generation 2013 a Berlino.
Dopo vari spostamenti, successi e riconoscimenti, è nel 2017, in occasione
dell’evento Barcolana, che conosce Alex Benvenuti, e nasce l’idea di seguire la
parte ristorativa di Harry’s Trieste, ristorante già presente all’interno dello
storico Grand Hotel Duchi d’Aosta. Insieme a Davide De Pra inizia, già con la
primavera del 2018, questa nuova avventura: due ristoranti, due stili di cucina
e servizio diversi e complementari: Harry’s Piccolo Restaurant e Harry’s
Bistrò. A novembre 2018 Harry’s Piccolo viene premiato dalla Guida Michelin
Italia 2019 con una stella, la prima volta a Trieste.
Alessandro Dal Degan | La Tana
Gourmet
Una mamma cuoca che gli trasmette
l'amore per la cucina: così inizia la passione nei confronti della gastronomia
per Alessandro Dal Degan, chef de La Tana (Asiago, Vicenza). Classe 1981,
Alessandro nel 2000 esce dalla Scuola Alberghiera di Firenze e inizia la sua
esperienza da chef a I Macchiaioli. Alessandro è un autodidatta: la sua
formazione non passa per le cucine dei grandi chef, ma dallo studio personale.
Nel 2005 diventa sous chef del ristorante Al Gallopapa sempre in
Toscana, ma nel 2008 decide di tornare a casa, ad Asiago. Dopo un paio di
esperienze in due diversi ristoranti apre La Tana proprio nel centro
della cittadina. Nel 2013 la Guida L'Espresso lo nomina Miglior Chef Emergente
e nello stesso anno inizia un'altra importante avventura: contemporaneamente a La
Tana dirige la cucina dell'Hotel Villa del Quar a Verona. Nel 2016
Alessandro decide di spostare il suo ristorante a Casa Rossa in località
Kaberlaba, sempre ad Asiago.
"Il desiderio di far parlare
della nostra città,
il desiderio di essere più forti
attraverso l’unione e la sinergia”
Questo è Generations
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