10/12
2 luglio – 31 luglio, 2019
Cleo Fariselli
Me as a Star, 2008
video performance, HDV video
6.45 min.
“La luce è il presupposto all’esistenza visiva del mondo, un tema immenso di cui subisco il fascino
ma che mi incute anche soggezione. Per questo, forse, l'ho sempre avvicinata lateralmente,
attraverso forme riconducibili a elementi concreti, come un Iampione o un costume riflettente.
Mi commuove l’idea di una luce particolare, che da fenomeno si fa individuo – la ‘lucina in
lontananza’ che ricorre nelle fiabe, un archetipo dell'esistenza”.
– Cleo Fariselli
_______________________________________________
Me as a Star di Cleo Fariselli costituisce il decimo capitolo di “5779”, il progetto espositivo che
inaugura la prima stagione di BUILDINGBOX, uno spazio indipendente facente parte di
BUILDING ma caratterizzato da un programma unico e autonomo. Il progetto, a cura di Nicola
Trezzi, ha aperto nella settimana di Rosh HaShana, il capodanno dell’anno 5779, come dice il
titolo stesso, secondo il calendario ebraico.
Seguendo queste premesse, ossia una vetrina visibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e un calendario
di 13 mesi: 5779 è un anno bisestile (Nisan, Iyar, Sivan, Tammuz, Av, Elul, Tishrei, Marcheshvan,
Kislev, Tevet, Shevat, Adar Asaf and Adar Beth), “5779“ è una mostra collettiva nella quale le
varie opere d’arte non sono presentate una vicino all’altra, bensì piuttosto una dopo l’altra. La
struttura del calendario, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, diventa la linea
guida per la presentazione delle opere di molteplici artisti; questa impostazione trasforma il
concetto stesso di mostra collettiva: da coesistenza e giustapposizione, a linearità e processione.
Inoltre, questo tipo di strutturazione decostruisce l’essenza stessa della mostra collettiva, che è,
per definizione, una mostra con varie opere d’arte, di vari artisti, presentate una vicino all’altra in
uno spazio definito e per un periodo di tempo limitato. Con “5779“ l’idea della mostra collettiva,
nella quale opere d’arte di diversi artisti appaiono una dopo l’altra nello stesso spazio,
sostituendosi, subentrando l'una all'altra, suggerisce un’inversione dell’equazione alla base del
fare mostre. Piuttosto che organizzare una mostra a partire dallo spazio, come succede
usualmente, questa volta la mostra viene costruita sulla base del tempo.
Al fine di sottolineare ulteriormente la predominanza del tempo sullo spazio, completo
ribaltamento del fare mostre e delle sue premesse, è stata presa la decisione di esporre opere
che non solo sono visibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, ma sono anche ‘nutrite’ dall’elettricità, luci
al neon, opere con lampadine, video, ecc., come “piccoli soli” (sebbene il calendario ebraico
non sia puramente solare ma “solunare”) che scandiscono il ritmo del tempo.
Me as a Star di Cleo Fariselli rimarrà esposta fino al 31 luglio, il penultimo giorno di Tammuz. Alla
fine dei 13 mesi, (5779 è un anno bisestile e ha avuto Adar Alef seguito da Adar Beth) BUILDING
pubblicherà un catalogo concepito come un calendario, includendo tutte le 13 opere d’arte
presentate durante l’anno, che saranno rivelate mese dopo mese.
___________________________________________________
Cenni biografici
L’opera di Cleo Fariselli (1982, Cesenatico, Italia; vive e lavora a Torino) è stata soggetto di mostre
personali e doppie personali presso la Collezione Iannaccone a Milano, Studio Amalia Del Ponte
a Milano, Clima Gallery a Milano, GAFF a Milano, Fonderia Artistica Battaglia a Milano, Monte
Sant’Angelo – Tomba di Rotari, Peep-Hole presso DRY a Milano, Espacio Practico a Barcellona,
Espacio Sant Pere a Barcellona, LU MI project a Roma, CRIPTA 747 a Torino, Ex-Brun a Bologna,
CRAC a Cremona, O’ a Milano e Lucie Fontaine a Milano.
Ha partecipato a mostre collettive presso galleria Operativa arte contemporanea a Roma, Palazzo
Fortuny a Venezia, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci a Prato, Museo Archeologico e
d’Arte della Maremma a Grosseto, PAV a Torino, Studio Luca Pozzi a Milano, Dimora Artica a
Milano, Fanta a Milano, Fabbrica del Vapore a Milano, EACC Espai d’Art Contemporani de
Castelló (Spagna), Temporary Gallery a Colonia, Peep Hole a Milano, Marianne Boesky Gallery a
New York, Lucie Fountaine a Milano, CIAC Museum, Genazzano a Roma, Palazzo Reale a Milano,
Neon>campobase a Bologna, MAN a Nuoro, GCAC a Monfalcone, Parc Expo a Mulhouse
(Francia), Galleria Raffaella Cortese a Milano, Brown Project Space a Milano, Kaleidoscope Project
Space a Milano, X-Initiative a New York, Centre International d’Accueil et d’Echanges des
Récollets a Parigi, Viafarini a Milano, Care/of a Milano, River Barge Spaceman Spiff a Londra e
Fondazione Antonio Ratti a Como. Ha partecipato alla Prague Biennale e alla Zero Budget
Biennial.
“5779“ è un progetto concepito da Nicola Trezzi (Magenta, 1982) attualmente direttore del CCA
di Tel Aviv, precedentemente direttore dell’MFA presso Bezalel Academy of Art, Jerusalem
(2014-2017) e US editor di Flash Art International (2007-2014). Educatore, curatore e scrittore,
Trezzi ha organizzato e co-organizzato le seguenti mostre: “Painting Overall” alla 5° Biennale di
Praga, “Four Rooms” al CCA di Varsavia, “Modern Talking” al Muzeul National de Arta di Cluj-
Napoca, “Circa 1986” al HVCCA di Peekskill NY, “Champs-Élysées” al Palais de Tokyo a Parigi,
“Diagonal Histories — Imre Bak, Peter Halley—“ e “Yael’s Dreams (and Nightmares)”, entrambe
presso Art+Text Budapest, “Yael Efrati: Eva and Emerick”, al MNAC di Bucharest, “KEDEM–
KODEM–KADIMA” e “Laurent Montaron: Replica”, entrambe al CCA di Tel Aviv.
Nessun commento:
Posta un commento