Martedì 7 novembre 2017 inaugura il quarto appuntamento del progetto IN PRATICA,
nello studio legale dell’avvocato Giuseppe Iannaccone negli spazi in
cui è conservata parte della sua raccolta d’arte. Dopo le presentazioni
degli artisti Davide Monaldi, Luca De Leva e Andrea Romano, IN PRATICA
prosegue nel suo intento di proporre, attraverso il susseguirsi di
piccole mostre, un continuo confronto tra le opere degli artisti già
consacrati nel panorama internazionale presenti in Collezione e quelle
di artisti emergenti di talento, anche se ancora poco conosciuti al
grande pubblico, invitati per l'occasione a concepire progetti
site-specific.
Martedì 7 novembre apre al pubblico per una visita speciale dello studio Ruffiana la Mafalda e la Loredana del villaggio, mostra personale di Beatrice Marchi
(Varese, 1986): una serie di nuovi dipinti dialogano con oggetti,
sculture, video, fotografie e dipinti “inscenando”, racconta la
curatrice nel suo testo in catalogo, “un viaggio nel futuro con gli
occhi immersi nella società contemporanea in cui l’artista racconta,
come in una pièce teatrale senza pregiudizi e giudizi morali, la
vulnerabilità dell’animo umano, mettendo a nudo le figure femminili
coinvolte che si rincorrono da un’opera all’altra, attraverso una serie
di apparizioni e metamorfosi senza fine. Katie, Fox, Mafalda, Loredana,
Susy, Isa B sono un gruppo di amiche in bilico tra due mondi: quello
reale e quello dell’arte, metà bambine e metà adulte, metà animali e
metà umane, bambine che vorrebbero essere donne, donne che vorrebbero
essere uomini, che in alcuni casi indossano delle protesi, come metafora
del naso rosso di un clown”. Personaggi che – come nel quadro Il Caffè
di Arnaldo Badodi, a cui la giovane artista fa un indiretto omaggio – si
muovono in un mondo di incomunicabilità, rivelando la solitudine del
vivere quotidiano, dove le scene si ripetono in continuazione senza che
però, nulla nella sostanza accada.
“La
complessità della pittura è il linguaggio ereditato anche nelle opere
più contemporanee della collezione – sottolinea Beatrice Marchi – e non
mi riferisco alla pittura come a una tecnica, ma a un mezzo che si è
evoluto in altre forme (fotografia, video e scultura), perché il
linguaggio pittorico, in costante cambiamento, è presente laddove sono
mostrati i sentimenti duplici, in bilico, che non vogliono definirsi
perché hanno bisogno di continuare a dialogare con il pubblico, non come
se fossero un discorso che finisce con un punto, bensì con dei puntini
di sospensione”.
Negli
spazi dello studio legale, tra le opere della Collezione Iannaccone
riallestite per questo appuntamento, trovano quindi collocazione le
nuove produzioni di Beatrice Marchi, in dialogo con i volti e i soggetti
delle molte opere che abitano lo spazio lavorativo, creando un fitto
gioco di rimandi tra i personaggi e le loro storie, in una comunanza di
paesaggi e atmosfere. La Marchi nelle sue opere spesso si distacca dal
soggetto, pretesto per raccontare una condizione umana in continua
ricerca, sostenuta dal desiderio di capire dove si trova, sia in senso
fisico che in senso mentale.
“Dopo
aver visitato la collezione di Giuseppe Iannaccone – racconta ancora
Beatrice Marchi – sono rimasta colpita da come la maggior parte dei
soggetti delle opere di tutta la sua raccolta raccontino sentimenti
ambivalenti, ricerche che non rientrano in un linguaggio limitato o
spettacolare, ma piuttosto, esprimono valori umani proprio perché
contrastanti e dualistici, che non sono mai chiari e delineati perché
parlano della complessità dell’uomo. Ciò di cui parlo è sempre stato
espresso tramite il linguaggio della pittura, un linguaggio illimitato,
in bilico tra i contrasti, quasi sul punto di perdere l’equilibrio”.
“Beatrice
Marchi è entrata nell’ intimità della mia amata raccolta delle opere
degli artisti italiani protagonisti degli anni Trenta e attraverso quei
lavori è entrata nel mio mondo più intimo - racconta l’Avvocato Giuseppe Iannaccone
nell’introduzione al catalogo della mostra. Le mie fiabe sono diventate
le sue fiabe: fiabe di paesi incantati, di mondi dolci e sognanti dove
si è trasferita Beatrice. Si, Beatrice è entrata in un sogno, in un
sogno di pace, fatto di colori pastello che illuminano una natura
incantata, che disegnano case entrate in punta di piedi per non
disturbare la meraviglia del paesaggio. Si sa che nei sogni diventiamo
immediatamente spontanei, siamo più sinceri, raccontiamo il nostro
profondo, le nostre debolezze, i desideri ma anche le paure, la voglia e
il disagio di essere noi stessi. E così è stato anche per Beatrice:
lei, nel sogno, nella fiaba, ci parla di sè, ci racconta che vive per
essere artista, ma si impone un codice etico: sarà un’artista vera,
sincera spontanea, priva di condizionamenti narcisisti e lotterà con se
stessa per riuscirci.”
La mostra di Beatrice Marchi,
che sarà accompagnata da un catalogo distribuito gratuitamente edito da
Mousse Publishing, sarà visitabile nello studio legale dell’avvocato
Iannaccone dall’11 novembre 2017 all’11 marzo 2018, solo su appuntamento, per piccoli gruppi di persone.
Opening martedì 7 novembre solo su invito e prenotazione fino ad esaurimento posti.
Prenotazione sempre obbligatoria al solo indirizzo email:
info@collezionegiuseppeiannaccone.it
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