Che
la bella città di Alba sia una meta turistica conosciuta a livello
internazionale credo francamente che sia fuori discussione, parliamo infatti di
una vera capitale dell’enogastronomia nonché luogo impreziosito da eccellenti
scorci d’arte. Ma, come per molte altre località piemontesi, c’è un’altra Alba,
un’altra storia che merita di essere conosciuta e pertanto raccontata, agli
stessi albesi e ai tanti turisti italiani e stranieri che la raggiungono ogni
anno.
In
un contesto epocale in cui la pandemia ha rimesso in discussione la vita di
tutti i giorni di tutti noi, è ancora più doveroso voltarsi indietro,
riflettere e rivalutare chi siamo stati e cosa abbiamo fatto. Questo è poi
l’anno che incorona la celebre città del tartufo bianco come Capitale Italiana
della Cultura d’Impresa un ulteriore motivo per rivivere quei passaggi storici
che hanno reso nel tempo Alba conosciuta e apprezzata nel mondo.
E
allora ecco che, grazie ad una iniziativa voluta da Confindustria Cuneo, in
collaborazione con l’associazione “Turismo in Langa”, possiamo vivere in prima
persona un percorso che si svilupperà per tutta la durata di Alba Capitale
della Cultura d’Impresa. Un viaggio attraverso le vie del centro storico, con qualche
tappa al suo esterno, dove vedere i luoghi in cui hanno iniziato a pulsare
realtà produttive, industriali e artigianali, di servizi alla cittadinanza e di
interesse comune: alcune di queste aziende sono oggi famose in tutto il mondo.
Alba
è diventata la città che conosciamo tutti grazie proprio al movimento
industriale che ha iniziato il suo sviluppo a cavallo tra l’ottocento e il
novecento; grazie all’intuito, a volte geniale, di grandi uomini di industria e
di persone più che illuminate che hanno contribuito alla realizzazione del
miracolo economico della città e dell’Italia dal dopoguerra in poi.
Ecco
perché è una storia che deve essere ricordata e raccontata, è la scoperta dei
luoghi dove le grandi industrie albesi hanno avuto origine, ma anche dei siti
di archeologia industriale di cui Alba è più che ricca. Sono punti della città,
a volte nascosti e quasi segreti, che parlano di una società passata, ma ancora
in grado di condizionare il presente. E’ un parlare sotto voce, in puro stile
piemontese, ma con termini netti, chiari e significativi che rendono
perfettamente l’idea di un operato serio e costante che nel tempo ha dato lavoro
e benessere a tante migliaia di persone.
L’itinerario,
presentato sabato 22 maggio a giornalisti ed imprenditori, accarezza i
principali luoghi della Cultura d’Impresa di Alba e consente di ripercorrere quelle
memorie e quelle storie degli imprenditori e dei tanti operai che in quei posti
hanno lavorato e vissuto nel corso dei decenni.
Nomi
straordinari come Ferrero e Miroglio, ovvero vere e proprie dinastie che hanno
creato le condizioni per un grande sviluppo industriale, turistico e
commerciale. Poi le intuizioni, come quelle di Don Giacomo Alberione, Beato,
editore e industriale, fu il fondatore della congregazione della Famiglia
Paolina e della casa editrice Edizioni San Paolo, ne conosciamo bene le opere
editoriali: Famiglia Cristiana, Il Giornalino, Jesus.
Si
pensi a Giacomo Morra con il suo Hotel Savona che nel tempo, grazie alla sua
lungimiranza è diventato il centro mondiale di consumo e promozione del tartufo
bianco d’Alba.
E
ancora, un pensiero va all’opera di Pio Cesare, fondatore della cantina situata
ancora oggi all’interno del centro di Alba, a Egea, erede delle prime imprese
albesi di produzione elettrica: azienda nata negli anni cinquanta nei pressi
della stazione ferroviaria.
Ci
sono poi quei punti cittadini in cui altre aziende, ora non più esistenti, che
in quegli anni sono state produttive e luogo di lavoro per svariate famiglie,
Ad Alba si producevano per esempio i chiodi, le cerniere, le botti; o quei
siti, come il vecchio lavatoio e l’antico mattatoio, che erano un tempo di
pubblica utilità e che sono oggi siti di assoluto fascino post-industriale.
Come
nota di cronaca non posso non ricordare che Ferrero è oggi la terza industria
dolciaria del mondo, presente in 92 paesi e con un fatturato che sfiora i 13
miliardi. Ma al contempo è anche giusto e corretto ribadire che non possiamo
fermarci, si deve continuare in quell’opera meravigliosa che i padri di questa
città hanno iniziato.
Attraverso
questo tour è dunque possibile volgere lo sguardo alle radici di
un’imprenditorialità che ha fatto la storia, concetto ribadito anche dal
direttore di Confindustria Cuneo, Giuliana
Cirio. Il percorso che i turisti
potranno vivere è indubbiamente un viaggio bellissimo, e l’Associazione Turismo
in Langa, nella persona del suo Presidente Filippo Ghisi, è onorata di
collaborare con Confindustria Cuneo nella realizzazione del progetto: Alba è
ricca di storie e di storia, e quella della sua industria è davvero meritevole
di essere preservata e narrata.
Non
solo, questa è una proposta che mira ad arricchire la già imponente offerta
turistica della città, ma si rivolge anche agli stessi albesi, che possono
riappropriarsi di un pezzo della loro storia. Le varie tappe della visita
saranno arricchite con QR Code dove sarà possibile vedere immagini d’epoca e
accedere al servizio di prenotazione del percorso di visita.
Per
prenotarsi e seguire l’itinerario di “Sulle strade della Cultura d’Impresa Albese”
è consultabile il sito: https://www.turismoinlanga.it/it/tour-alba-industriale
Fabrizio Salce
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