Una
storia lunga otto generazioni
La vigna Solenga, acquistata nel 1814 da Giovanni Fiamberti, è uno dei cru
della piccola Valle Solinga, culla
del Buttafuoco che si snoda fra assolate e ripide pendenze tra i comuni di
Canneto Pavese e Stradella.
La bontà delle
uve della Solenga era ben nota in loco
e la botte che ne riportava il nome era sempre la più richiesta fra coloro che
venivano in cantina a scegliere il proprio vino. Dopo il reimpianto della vigna
operato da Pietro Fiamberti negli
anni Venti del Novecento, la storia del Buttafuoco della Solenga segna un’altra
tappa importante nei primi anni Sessanta, quando le bottiglie di casa Fiamberti
iniziano ad essere etichettate con il marchio dell’azienda. Il 1996 è l’anno di
una svolta cruciale: Ambrogio Fiamberti
è fra i dieci firmatari dell’atto di costituzione del Club del Buttafuoco Storico, associazione nata per tutelare e
promuovere il Buttafuoco ottenuto dalle vigne
storiche. Escono 10 annate di Buttafuoco
Storico Vigna Solenga (1997-2006) con una produzione media di circa 4.000
bottiglie all’anno. Nel 2007 si rende purtroppo inevitabile un reimpianto
globale del vigneto, sia perché la concezione antica dell’impianto impedisce
lavorazioni sostenibili sia perché la percentuale di viti storiche nel corso
degli anni si è notevolmente ridotta a causa di una serie di malattie. Si
arriva così alla nuova vigna Solenga: dopo 8 anni di paziente attesa, le uve
sono pronte per dar vita a un Buttafuoco degno di questa lunghissima
tradizione.
“Il
vino lo fa la terra” (Lino Maga)
Il Vigna Solenga nasce sulle prime colline
dell’Oltrepò Pavese orientale, nel tratto preappenninico noto come sperone di
Stradella, in un vigneto assolato - come si intuisce dal nome - esposto a
sud/sud-ovest e dalla pendenza vertiginosa.
Le
caratteristiche del terroir sono
tutte favorevoli alla nascita di grandi vini rossi.
L’esposizione favorevole aiuta la
corretta maturazione dei polifenoli, indispensabile per ottenere tannini
morbidi e non verdi e spigolosi.
Il terreno
ghiaioso che caratterizza questa zona, la cui matrice geologica è
costituita dai cosiddetti conglomerati di Rocca Ticozzi, permette un eccellente
drenaggio delle acque a tutto vantaggio della qualità delle uve. Il ristagno
delle acque, infatti, porterebbe a squilibri fisiologici con effetti
indesiderati tra i quali eccessiva vigoria, imperfette maturazioni e
proliferare di muffe. È invece grazie a questi terreni profondi e ben drenati,
in grado a primavera di raggiungere presto temperature adatte alla vegetazione
e nei quali le radici possono approfondirsi per soddisfare il fabbisogno idrico
anche nelle estati più torride, che la vite riesce a consegnarci uve di grande
concentrazione, con una resa di 60 quintali per ettaro.
Il substrato
ghiaioso è anche ricchissimo di sali
minerali, catturati dalle radici nel loro immergersi anno dopo anno nelle
profondità del terreno e trasmessi al vino.
La pendenza ripida del vigneto impone lavorazioni rigorosamente manuali. La
vicinanza tra la vigna e la cantina consente un trasporto rapido che evita
fermentazioni incontrollate.
La gestione del
vigneto è in armonia con i valori di sostenibilità
ambientale: inerbimento spontaneo tra i filari, nessun uso di fertilizzanti
chimici o diserbanti.
Il
vino è storia e geografia liquida
Il Buttafuoco
Storico Vigna Solenga nasce dalla raccolta e vinificazione congiunta di quattro uve autoctone: croatina,
barbera, uva rara e ughetta di Canneto. Questo riflette in pieno la tradizione:
un tempo i vigneti erano misti e la raccolta separata impossibile. Dato che le
vigne del Buttafuoco, come la vigna Solenga, sono poste in piccole, ripide,
strette vallate con escursioni termiche molto differenti tra bricchi e
fondovalle, l’escamotage più comune per ovviare al problema dei diversi tempi di maturazione
delle uve è quello di piantare la croatina, dalla buccia più spessa e dalla
maturazione più tardiva, in cima al vigneto e la barbera, più precoce, alla
base.
Ognuna delle
uve offre il proprio contributo peculiare e indispensabile: la croatina (50%) dà colore, alcol e
tannino, la barbera (40%) dona
acidità, l’uva rara (5%) frutto e l’ughetta di Canneto (5%) speziatura e
terpeni.
La
vinificazione della vendemmia 2015
La
vinificazione è avvenuta in vasche di cemento, usando lieviti indigeni con la
tecnica del pied de cuve per avviare la fermentazione alcolica. La
macerazione sulle bucce a cappello sommerso è durata 50 giorni, con rimontaggi
quotidiani nei primi 15 giorni e successivamente ogni 2 giorni. Le follature
manuali del cappello sono state effettuate inizialmente ogni 2 giorni, e poi
ogni 4.
Dopo la
svinatura il vino è stato affinato per circa 2 anni e mezzo in legno: una parte
in barrique di rovere di Allier con
diversi gradi di tostatura a fuoco e a vapore, e una parte in tonneau di rovere di Allier, Cher,
Tronçais e Vosges.
Dopo
l’assemblaggio delle botti, il Vigna Solenga è stato imbottigliato nel febbraio
2019 e messo in commercio dopo 7 mesi.
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