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martedì 7 novembre 2023

Ripristino post alluvione: le attività della Renana sul reticolo di bonifica bolognese

 


 Le rotte e i sormonti dei corsi d’acqua regionali del maggio 2023 hanno riversato sulla pianura bolognese circa 100 milioni di metri cubi di acque esterne (cioè provenienti dall’Appennino) che si sono sommate alle acque di pianura nei canali di competenza della Bonifica. Il reticolo consortile e gli impianti di sollevamento della Renana, nel solo mese di maggio, hanno gestito 400 milioni di metri cubi di pioggia, compresi quelli esondati dal reticolo regionale.

Oltre allo sforzo e all’attività straordinari esercitati per consentire un rapido sgrondo delle zone allagate, sono subito iniziati i lavori di ripristino della rete di bonifica. Infatti, anche il sistema di scolo artificiale della Renana è stato fortemente compromesso dalle rotte e dai sormonti di Navile, Idice, Quaderna, Gaiana e Sillaro.

Come illustra la presidente della Bonifica Renana, Valentina Borghi“Durante le alluvioni primaverili, si sono dovuti tagliare gli argini di alcuni dei canali principali nelle zone allagate dai torrenti e, insieme alle acque di piena, centinaia di tonnellate di fanghi e argille appenniniche hanno invaso il reticolo dei canali consortili. Durante l’emergenza alluvionale e nelle settimane successive, è stato fornito a Regione ed enti locali, tutto il supporto richiesto: i nostri impianti idrovori hanno lavorato al massimo delle capacità di sollevamento, così come le nostre attrezzature mobili messe a servizio dei territori allagati, e tutto il personale dedicato che per settimane ha operato in turni h24, 7 giorni su 7.

Ma, appena passata l’emergenza, è partita la fase del recupero di funzionalità del nostro reticolo di canali artificiali di bonifica che ha subito le conseguenze delle alluvioni di maggio, al pari di tutte le altre componenti territoriali.

Nello specifico, da giugno ad oggi, si è intervenuti sul ripristino di 31 chilometri di canali di bonifica, ricostituendone la sezione e la capacità scolante, grazie all’espurgo di 208.700 metri cubi di sedimenti alluvionali, oppure riparandone gli argini o le sponde, nel caso in cui frane ed erosioni ne avessero compromesso la stabilità. Le giornate di cantiere dedicate in queste attività sono 918.

Si tratta di un impegno che vede concentrarsi in pochi mesi il triplo delle attività di manutenzione realizzate solitamente in un anno ordinario. Il Consorzio - fatto non scontato - ha anticipato le risorse necessarie per l’esecuzione di queste attività che hanno carattere di somma urgenza.

Nei giorni scorsi, in vista delle piogge, particolare attenzione è stata dedicata al bacino del torrente Idice che ha raggiunto a Castenaso un colmo di piena di 7,20 metri, con conseguente leggero sormonto dell’argine nel punto in cui si era verificata la rottura nel maggio scorso. Qui la Regione sta ricostruendo l’argine, ma il suo livello era ancora inferiore al colmo di piena del torrente registrato venerdì scorso.

Quindi, l'ente regionale (che ha competenza sull’Idice) in sinergia con la Renana ha realizzato un'opera di protezione per far confluire in maniera controllata le acque provenienti dall’Idice nel vicino canale di bonifica Corla. Pertanto il canale consortile- in piena funzionalità idraulica grazie ai ripristini di somma urgenza realizzati dopo l'alluvione di maggio – ha smaltito l'acqua fuoriuscita dall'Idice, senza particolari problemi idraulici per le aree circostanti.

Nell'immagine di seguito, ecco le opere di ripristino della funzionalità idraulica delle infrastrutture consortili danneggiate dalle alluvioni di maggio (canali, manufatti, impianti) che sono in fase di completamento (entro dicembre 2023), suddivise per zona:

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