Il nuovo libro firmato da Franco Maria Ricci editore,
con quasi duecento affascinanti illustrazioni sull'antica Cina.
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Raccogliere l’essenza della Cina del XVIII secolo attraverso un centinaio di miniature sembra un’impresa impossibile. Eppure, su ordine del ministro dello stato francese Henri Bertin, supervisore della compagnia delle Indie Orientali sotto Luigi XV, affascinato dal mondo esotico e dal gusto settecentesco delle chinoiseries, i due preti cattolici cinesi Aloys Ko e Etienne Yang si recarono in Francia per undici anni e compilarono questa raccolta illustrata.
Cinquant’anni dopo, fu Jean-Baptiste Joseph Breton – straordinaria figura di poligrafo e divulgatore, oltre che traduttore e stenografo – a utilizzare tale patrimonio di informazioni e immagini pubblicando a Parigi un meraviglioso compendio sulla Cina in sei piccoli ma curatissimi volumi: La Chine en Miniature, stampato fra il 1811 e il 1812. Franco Maria Ricci amava molto questi piccoli libri, conservava una copia della serie originale nella sua biblioteca e questo volume, che ne ripropone tutte le tavole a colori e le descrizioni in lingua francese originale, talvolta abbreviate, svelando un mondo lontanissimo dall’Occidente e dalla sua mentalità, strano e affascinante, è uno degli ultimi progetti a cui ha lavorato prima della sua scomparsa lo scorso settembre.
Le immagini hanno mantenuto intatto il loro fascino, componendo un ritratto della Cina curioso ed eclettico, oltre che incredibilmente dettagliato, esplorando numerosi aspetti della vita quotidiana di quella nazione, fino ad allora pressoché sconosciuta in Occidente, della quale solamente mercanti e missionari recavano sporadiche notizie.
Questa caleidoscopica collezione, esotica e popolare allo stesso tempo, rivive oggi tra le pagine di questo volume, offrendoci uno spaccato su tutta la società cinese dell’epoca, dalla vita di corte dell’imperatore e dei suoi figli, ai mestieri, a momenti della vita quotidiana: regnanti, mandarini in abito estivo, primi ministri in portantina, i tartari e i loro ornamenti, le calzature delle dame, la bottega della porcellana, lampade e candele cinesi, una sacerdotessa buddista rasata, librai ambulanti, la tortura delle dita, la fabbricazione dell’inchiostro, la fabbricazione della carta di bambù, venditori di uova sode colorate, di piccioni, di quaglie… e molte altre abitudini curiose.
Due sono i testi introduttivi, il primo in inglese il secondo in italiano. Il saggio di Hwee Lie Blehaut, storica dell’arte cinese, racconta il clima storico e culturale in cui si sviluppò l’idea della Chine en miniature, mentre il testo di Giorgio Antei studioso e accademico, propone un focus sulla visione dello straniero e del “barbaro” nella cultura occidentale e in quella cinese, a partire dai tentativi di evangelizzazione portati avanti soprattutto dai gesuiti.
“Franco Maria Ricci teneva molto alla pubblicazione di questo volume” - racconta Edoardo Pepino, direttore della casa editrice – “l’entusiasmo che queste miniature suscitavano in lui e la passione che nutriva per questo mondo settecentesco, fatto di gesuiti in missione, imperatori e culture popolari lontane, ci hanno guidato nel nostro lavoro. Mi auguro che anche chi lo sfoglierà sia catturato, come lo era lui, in questo itinerario alla scoperta di una civiltà che può forse apparire remota ma, pur cristallizzata in quei disegni così accurati, dispiega ancora oggi la sua forza vitale”.
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