…..MA
LE BOLLICINE ITALIANE NON CROLLANO. CAMBIANO
SCENARIO, MODI, TEMPI, PIACERE, CONVIVIALITA’, DICE OVSE-CEVES . FURONO
75/76 MIO I TAPPI VOLATI LO SCORSO ANNO, SARANNO 66/67 MILIONI OGGI (-11,8%)
Si chiude il 2020: anno peggiore del
trentennio per il vino italiano. Giù spedizioni e distribuzione Horeca, boom
e-commerce e digital experience. Gda cardine della resilienza. I “ristori”
promessi non arrivano e i danni al mercato del vino di Natale superano già i
150 milioni di euro al consumo.
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Sinceramente
non mi piace il CinCinWebinar! Eppure va alla grande. Ognuno a casa sua, la sua
bottiglia, il o i bicchieri in base al numero dei parents conviventi…..e
intanto si chiacchiera e si beve. Ho seguito le mie figlie davanti a zoom e
skype con gli amici e colleghi d’ufficio, ebbene stando a
casa qualche calice in più a testa si beve. Non ci avevo pensato: che sia la
scappatoia smart per non farsi beccare alla guida in stato di ebbrezza
tornando a casa!?
L’anno
2020 del vino italiano si sta per chiudere con il risultato economico peggiore
del trentennio, dopo anni, soprattutto gli ultimi 6, di grande crescita
soprattutto per le bollicine made in Italy, diventate le più prodotte, le più
esportate e le più consumate nel mondo. Diverse motivazioni, oltre ai lockdown,
hanno inciso in modo determinante sul crollo di volumi e valori, pur facendo
registrare nei primi 2 mesi dell’anno un risultato
eccezionale con un +13% in valore e un +9% in volumi nell’export.
Purtroppo
i dati relativi alle spedizioni e distribuzione in Italia degli ultimi mesi di
consegne (ottobre-novembre) sono i più bassi di sempre. La previsione di un
semi lockdown , si è avverato. Con le chiusure, seppur mirate, il settore
horeca resta il più colpito, subito dopo il turismo e l’arrivo di stranieri in
Italia, anche per le feste di fine anno, in grandi città d’arte e
nelle stazioni sciistiche. Luoghi dove i tappi-fungo delle bollicine hanno
segnato tutte le feste, cene, incontri, aperitivi nelle varie occasioni di
convivialità da Sant’Ambrogio
(8 dicembre) all’Epifania (6 gennaio).
30
giorni in cui le imprese italiane realizzano 1/3 del fatturato annuo nazionale.
Eppure sembra che la catastrofe che ha colpito altri grandi brand europei, non
abbia o non stia affondando il consumo di bollicine italiane.
“Certo è
che nessuno parte volendo rinunciare, ma regole rispettate sempre sempre” questo
almeno in sintesi il risultato della indagine delle ultime ore di Ovse-Ceves,
con qualche differenza fra giovanissimi, anziani e meno anziani. Infatti il
canale online e Gda sono fortemente in crescita, in modo maggiore rispetto alla
media degli altri mesi di quest’anno. “Un boom
di acquisti” verrebbe
da dire se non avessimo alle spalle perdite medie in valore del 18% e crollo
dei volumi di vini acquistati intorno al 20% in 11 mesi. Bel recupero in
estate: ma quanto ci è costato? Per i vini spumanti, a
Pasqua, si è toccato il picco negativo del 55% in meno di spedizioni/vendite in
un solo mese. Facendo un calcolo stimato, tenendo conto dei trend nei giorni di
metà dicembre
riscontriamo un +9% in valore negli acquisti in Gda e un +8% in volumi per le
bollicine, un +3% rispetto ai mesi precedenti per i vini tranquilli. Altri due
dati emergono dall’indagine Ovse: tenuta se non aumento sia degli acquisti
che delle spedizioni in enoteca e per pacchi regali. Meno pacchi misti, più
confezioni (+14%) di sole bollicine: proporre la briosità come
scacciaproblemi, un po’ euforia per andare oltre. Questa
la motivazione dichiarata dal 70% degli intervistati. Meno
convivialità in
presenza, ma più condivisione, più partecipazione a distanza, ma anche più frugalità. Le
bollicine italiane reggono ancora il confronto. Molto meno bene le bollicine
francesi.
Fra
brindisi virtuali, bottiglie a casa, acquisti in gastronomie e enoteche,
regali, il boom dell’e-commerce e il trend della Gda…..
fanno ben sperare anche per il dato complessivo annuale. Nel 2019 si toccò il
record di 75/76 mio/bott nazionali stappate solo per le Feste di fine anno.
Quest’anno,
sulla base degli ordini anche anticipati di settembre e fatture emesse,
spedizioni, acquisti, consegne, regali – un po’ a
sorpresa – emerge
un dato non catastrofico: si stimano 66-67 milioni di bottiglie (-11/12%)
pronte per essere stappate. Mancano tutte le bottiglie della ristorazione, dei
bar notturni, delle discoteche.
“Quindi
le bottiglie sulla tavola delle feste, almeno quelle domestiche, in pochi e con
tutte le giuste precauzioni, non dovrebbero mancare, purché convenienti ”,
sottolinea Ovse-Ceves. Come sempre, soprattutto in Gda, le promozioni last
minute saranno molto interessanti e potrebbero anche migliorare i dati. Questo
dimostra che c’è anche un problema di disponibilità verso
le etichette a più altro valore e brand. Il sondaggio compiuto a cavallo delle
feste dell’Immacolata (1842 referenti) svela che gli italiani nel
dicembre 2020 mettono al primo porto tutto quello che risulta essere “conveniente”, in
una specie di gara fra il non rinunciare ma spendendo meno in ogni caso. Chi
per obbligo, chi anche per necessità. L’aumento delle vendite di
vino tranquillo e spumante online e le quote di etichette di bollicine nelle
confezioni regalo, in parte frenano il danno e in parte colmano il gap dei
consumi fuori casa. Aumentati anche gli ordini-consegne per regali direttamente
nelle cantine che hanno attivato e comunicato il servizio con alcuni
interessanti sconti (anche 25%) per qualche cassa. E’ evidente in questo
frangente quanto i consumi fuori casa sono più importanti lontano dalle
canoniche festività, influenzando più il report globale dell’anno
2020.
Solo
negli ultimi 30 giorni dell’anno, registriamo un danno
alla produzione di vini spumanti di € 60
mio/euro e un danno al consumo di oltre € 150
mio/euro. Un gap così alto fra produzione e
consumo che deve far riflettere. Da qui il dato della perdita di circa 5
mld/euro di mancata spesa degli italiani e dei turisti che non ci sono, che
vengono in Italia (2 su 3 adulti) soprattutto per l’enogastronomia. Un asset
nazionale, quello eno-alimentare-gastronomico, che forse non è stato ancora
collocato nella giusta dimensione e valore per il Paese Italia. Un danno reale
che va ben oltre i ristori promessi e non ancora arrivati.
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