Presentato al pubblico il primo progetto curatoriale originale del Lagazuoi Expo Dolomiti, coordinato da Denis Curti, uno dei più accreditati curatori di fotografia europei. Professionisti e non sono invitati a reinventare l’iconografia delle Dolomiti, tra le vette più fotografate al mondo, con scatti fuori dagli schemi, colmando un gap di rappresentazione che penalizza la montagna rispetto alla città. C’è tempo fino al 15 marzo per sottoporre alla giuria di qualità proposte e segnalazioni: in palio, per il vincitore, 10mila euro, una pubblicazione fotografica dedicata e un’esposizione personale presso il Lagazuoi Expo Dolomiti, dal 30 maggio al 28 agosto, in piena stagione turistica. Oltre a un tour che toccherà città italiane e capitali europee. In veste di selezionatori e membri della giuria, oltre a Denis Curti, Nathalie Herschdorfer, curatrice e direttore del Musée des Beaux-Arts Le Locle in Svizzera, Andréa Holzherr, Global Exhibition Director e curatrice per Magnum Photos, la scrittrice Susanna Tamaro, il giornalista Mario Calabresi e l’ideatore del Lagazuoi Expo, Stefano Illing.
Milano, 17 gennaio 2019_Cercasi immagini “parlanti”, scatti che raccontino l’emozione di un mondo, quello delle Dolomiti, lontano da ogni cliché. Con questo appello si è chiusa la presentazione ufficiale della prima edizione del Lagazuoi Photo Award, che si è tenuta ieri sera presso la Galleria Still di Milano.
Il concorso – il primo progetto curatoriale originale del Lagazuoi Expo Dolomiti, galleria e polo culturale aperto nella stazione di arrivo dell’omonima funivia, a 2.778 metri di altitudine – lancia una sfida a tutti i fotografi, professionisti e non, amanti della montagna. E lo fa per voce di un team organizzativo altamente qualificato, coordinato da Denis Curti, uno dei più riconosciuti curatori europei di mostre fotografiche.
Ad affiancarlo in questa avventura, Nathalie Herschdorfer, curatrice e direttore del Musée des Beaux-Arts Le Locle in Svizzera, Andréa Holzherr, Global Exhibition Director e curatrice per Magnum Photos, la scrittrice Susanna Tamaro, il giornalista Mario Calabresi e l’imprenditore Stefano Illing. Insieme a Curti compongono la giuria, che è già al lavoro per selezionare i fotografi che parteciperanno, scandagliando l’ambiente della fotografia: la deadline è stata fissata per il 15 marzo.
Ad affiancarlo in questa avventura, Nathalie Herschdorfer, curatrice e direttore del Musée des Beaux-Arts Le Locle in Svizzera, Andréa Holzherr, Global Exhibition Director e curatrice per Magnum Photos, la scrittrice Susanna Tamaro, il giornalista Mario Calabresi e l’imprenditore Stefano Illing. Insieme a Curti compongono la giuria, che è già al lavoro per selezionare i fotografi che parteciperanno, scandagliando l’ambiente della fotografia: la deadline è stata fissata per il 15 marzo.
“Questo progetto nasce da un evidente vuoto di rappresentazione” ha raccontato Stefano Illing, spiegando il concept alla base del Lagazuoi Photo Award. “La montagna è sempre più accessibile e frequentata, e d’altra parte la fotografia è più popolare che mai, con la diffusione degli smartphone e delle macchine fotografiche digitali. Eppure queste opportunità tecniche non hanno saputo rinnovare il nostro sguardo sul territorio. Nonostante tutto l’immaginario proposto è ancora quello nostalgico delle cartoline anni ’50. Forse perché la montagna è ancora per nostra fortuna un luogo “altro”, un'alterità che la rende lontana dalla cultura dominante legata alle città. Ma un vero fotografo conosce la differenza tra guardare e vedere. Sa lavorare anche sulla propria percezione emotiva, sul senso di meraviglia, che restituisce intatto in uno scatto personale e può insegnarci a vedere. E le Dolomiti, tra le montagne più fotografate al mondo, sono il migliore banco di prova”.
Per incoraggiare i fotografi a sfidare il conformismo visivo occorre elaborare una proposta altrettanto audace e fuori dagli schemi. “Abbiamo coinvolto una giuria di qualità, ma non omogenea per esperienze e percorsi professionali e di vita: volevamo allargare il campo, esplorare in libertà una strada differente” ha aggiunto Denis Curti. “Non si tratta di una open call. Stiamo raccogliendo segnalazioni e portfolio da esaminare, ci guardiamo intorno, battiamo tante piste. Ogni membro della giuria sceglierà un unico fotografo, anche amatoriale, perché ciò che conta non è il curriculum, ma l’originalità della visione. Tra i finalisti eleggeremo un solo vincitore: in palio ci sono una borsa del valore di 10mila euro, una pubblicazione e la possibilità di esporre i propri lavori in un luogo unico come il Lagazuoi Expo Dolomiti, dal 30 maggio al 28 agosto, in piena stagione turistica estiva. Con la prospettiva di valorizzare la mostra anche successivamente, in Italia e all’estero”.
Il giornalista e scrittore Mario Calabresi ha raccontato la sua personale visione della fotografia di montagna, un interesse nato negli anni dell’infanzia, sfogliando le pagine di “Lassù gli ultimi” di Gianfranco Bini. “Quelle foto mostravano un luogo vissuto, non una meta per il divertimento. C’era la mano dell’uomo che lavora in quota, non del passante. Sono cresciuto in una famiglia di appassionati scalatori di vette alpine, tra i quali ho sempre sfigurato. Ma la fotografia mi permette di avvicinarmi a questo mondo e alla narrazione delle storie che si nascondono dietro un’immagine. Da direttore de La Stampa e poi de La Repubblica ho sempre dedicato molto spazio alle fotografie, e ho constatato la scarsità in Italia di fotografi, soprattutto giovani, che si dedichino alla montagna con uno sguardo fresco e innovativo. Altri tipi di paesaggi, come le periferie, sembrano invece attirare questo tipo di attenzione. Quindi partecipo a questo progetto per curiosità, cerco chi sappia dare una lettura nuova della montagna, raccontandone i caratteri di vita e interazione”.
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