Allo spazio AnniLuce di Milano, il Gavi si è
presentato davanti al pubblico per mostrare la nuova annata in anteprima,
i nuovi progetti e il premio La Buona Italia 2017.
La stampa specializzata, gli operatori del settore e
il pubblico presente hanno accolto con entusiasmo le nuove proposte,
confermando il trend positivo che da qualche anno trascina la produzione di
Gavi e la valorizzazione del territorio.
La
vendemmia 2016 del Grande Bianco Piemontese che il
Consorzio Tutela del Gavi ha presentato a Milano corrisponde esattamente alle
aspettative di questa annata, da tanti acclamata per la qualità eccellenza.
A detta degli esperti che hanno già avuto il piacere
di assaggiarlo, nel calice il Gavi DOCG 2016 è intenso e elegante, si
percepisce in bocca una struttura netta, la nota calda alcolica, in ottimo
equilibrio con l’aspetto acido, fresco e la sapidità tipica del Cortese.
Un Gavi da urlo, per dirla in parole povere, è quello
che la stampa di settore ha potuto degustare e che sancisce il ritorno del
Grande Bianco Piemontese nella capitale lombarda. In degustazione per i
giornalisti 3 tipologie del Gavi - Fermo,
Riserva e Spumante Metodo Classico - in una campionatura delle vendemmie
2016, 2015 e 2014. Non ultima la sorpresa di un Gavi 2007 a testimonianza della
longevità di questo bianco “cortese” e nobile che si produce in 11 comuni della
provincia di Alessandria e che spicca in una regione come il Piemonte blasonata
per i rossi.
A Milano sono state presentate 70 etichette e 25
produttori che hanno accolto di persona anche gli operatori Horeca -
ristoratori ed enotecari - invitati al Banco di Assaggio.
Il giorno del Grande Bianco Piemontese sancisce
anche un nuovo approccio del Gavi al mercato nazionale. Dagli anni ‘80
il Gavi DOCG è tra i primi vini italiani esportati all’estero. Germania,
Inghilterra Giappone, Stati Uniti e altri 70 Paesi nel mondo ricevono circa
l’85% delle bottiglie prodotte. Negli ultimi anni, invece, il ricambio
generazionale ha portato alla guida delle aziende giovani vignaioli e tante
donne viticoltrici, che riconsiderano le
radici del Gavi, il terroir unico e di conquistare i mercati nazionali del
Grande Bianco Piemontese: Milano per prima, poi Torino e Roma.
Dopo il grande successo internazionale di questo
vino oggi si respira anche il desiderio di far
assaporare l’esperienza di un territorio a solo un’ora da Milano, dove
il vento del mare si incontra con l’Appennino, dove le Terre sono Bianche e
Rosse, si mangiano i ravioli, la focaccia stirata, perché è sì Piemonte, ma
profuma di Liguria.
Il Gavi è una meta enogastronomica
ancora poco conosciuta che aspetta i suoi follower.
“In particolare, nel
2017 la denominazione del Gavi si candida a diventare una delle mete predilette
da Food &Wine lovers: abbiamo in effetti preceduto quanto indicato nelle
linee guida del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo,
che parlano di enogastronomia come veicolo di conoscenza e stiamo lavorando
perché il territorio sia pronto ad accogliere i turisti. Dice Maurizio Montobbio
presidente del Consorzio del Grande Bianco Piemontese.
“Numerose ricerche confermano che le
nuove tendenze del turismo sono fondate
su esperienze enogastronomiche e nuovi prodotti turistici che
valorizzano culture e tradizioni locali, stile di vita sano, sostenibilità,
creatività. L’esperienza turistica trasforma il
semplice viaggiatore in un vero e proprio ambasciatore del territorio. Vogliamo
esplorare i vari modi in cui la volontà dei viaggiatori di “assaporare” la
nostra terra diventano opportunità di crescita per tutta la denominazione”
E per ora i numeri non mentono: negli ultimi
10 anni si è passati da 1000 ettari vitati – erano 100 quando il Gavi è
diventato DOC nel 1974 - a circa 1500; le bottiglie prodotte da 8 milioni
sono passate a 13 milioni e la filiera è sana, in crescita. L’indotto poi
intorno al vino tra ristorazione e accoglienza segue il trend – con l’apertura
di diversi B&B - e aspetta i
visitatori.
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