Venezia, 26 marzo 2021_Si parla di turismo, di benessere e di rilancio a Venezia, che proprio ieri ha festeggiato 1600 anni di età e di storia. Gli Stati Generali Mondo Lavoro del Turismo, alla terza giornata di appuntamenti, puntano i riflettori sul patrimonio termale e talassoterapico italiano: una base di rilancio per l’intero comparto turistico nazionale. Di seguito i contenuti emersi. Massimo Caputi, presidente FederTerme e presidente "Terme di Saturnia" «L’Italia è il Paese per eccellenza delle terme, le nostre terme hanno più di 2000 anni di storia, fanno parte della nostra tradizione e della nostra cultura, ma oggi è necessario che l’industria termale italiana operi uno sforzo di sistema. Per questo, a fine maggio, presenteremo il nuovo “Progetto del Turismo del Benessere in Italia”, una piattaforma che riunirà in un circuito unico l’intero sistema nazionale, dalla Sicilia alla Valle d’Aosta, per consentire al turista che cerca benessere una view completa in base alla quale scegliere località e trattamento specifici. Oggi l’offerta italiana è composta da circa 300 complessi situati in tutte le regioni (tranne il Molise), con ricadute vitali per tanti territori. Alcune località non esisterebbero proprio senza le terme che ospitano. Nel mondo la domanda di benessere sta crescendo a 2 cifre. È quindi davvero necessario questo sforzo di sistema, utile anche ad aumentare la qualità di tante strutture più basiche rimaste legate al mondo del pubblico. Dobbiamo valorizzare e investire in questa specificità italiana che altri Paesi, seppur con meno risorse, stanno tuttavia gestendo meglio: pensiamo alla Spagna e alla piattaforma SpainCare dedicata all’incoming di turisti esteri. Anche per questo come FederTerme Confindustria abbiamo varato una sezione benessere, per aggregare chi non ha terme codificate dal sistema sanitario ma fa benessere generalista: vogliamo che tutto confluisca in un’unica realtà, che sia la base del Progetto del turismo del benessere in Italia».
Umberto Solimene, presidente Femtec, Federazione Mondiale Termalismo «È come se fossimo proprietari di una Ferrari chiusa in garage. Sfruttiamo solo il 20-30% delle potenzialità del nostro patrimonio termale: le possibilità di sviluppo sono quindi reali e molto ampie. Investire nella medicina termale e nel benessere oggi è una scelta strategica. La visione delle terme come luoghi di cura, riabilitazione, prevenzione e mantenimento dello stato di salute è estremamente attuale e ricca di possibilità dal punto di vista economico. Lo stesso Global Wellness Institute indica l’ampiezza del fatturato e dell’indotto generato dal settore, che tra l’altro si prepara a un vero e proprio boom nei prossimi anni». Il presidente Solimene concorda con FederTerme sulla necessità di fare sistema in Italia. «La nostra forza – spiega – è quella della specificità e del radicamento delle strutture ai propri territori. Una specificità, però, che può trasformarsi nella nostra più grande debolezza se si fa l’errore di considerare il proprio centro come caput mundi. E capita spesso. Per questo vedo come un’ottima iniziativa, anzi necessaria, quella di FederTerme. Altro limite tutto italiano è quello linguistico e, in parte, legato al management. Anche qui la federazione può certamente offrire il proprio supporto. Facciamo parte di un settore in pieno sviluppo economico e culturale. Tra le attività che ci attendono prossimamente: l’attivazione del programma Femtec Weskill finanziato dall’Unione Europea, dedicato alla formazione di operatori specializzati per i luoghi termali e di benessere. A ottobre partirà invece una collaborazione con scuole di formazione universitaria nel campo delle scienze motorie, per avere profili competenti a 360 gradi. A novembre, infine, organizzeremo “Le terme del nuovo mondo”, un grande evento di confronto internazionale tra Paesi come Usa, Cina, Russia, Sud America, e i nostri di tradizione europea, Italia, Francia e Spagna in testa a tutti: uniamo le forze per apprendere gli uni dagli altri». |
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