con performance di Italo Zuffi
a cura di Giovanni Iovane
23 ottobre 2019 - 18 gennaio 2020
a cura di Giovanni Iovane
23 ottobre 2019 - 18 gennaio 2020
PRESS PREVIEW
martedì 22 ottobre 2019 ore 11
BUILDING
Via Monte di Pietà 23, 20121 Milano
martedì - sabato, 10 - 19
Press preview:
Via Monte di Pietà 23, 20121 Milano
martedì - sabato, 10 - 19
Press preview:
martedì 22 ottobre ore 11
CHIOSTRI DI SANT’EUSTORGIO
Piazza Sant’Eustorgio 3, 20123 Milano
lunedì - domenica, 10 - 18
Press preview
Piazza Sant’Eustorgio 3, 20123 Milano
lunedì - domenica, 10 - 18
Press preview
martedì 22 ottobre ore 12.30
Dal 23 ottobre 2019 al 18 gennaio 2020, BUILDING presenta la mostra Vincenzo Agnetti – Autoritratti Ritratti, Scrivere – Enrico Castellani Piero Manzoni a cura di Giovanni Iovane.
La mostra, articolata nelle due sezioni Autoritratti Ritratti e Scrivere, si concentra su una selezione di opere dell’artista che comprendono non soltanto i suoi celebri “feltri”, ma anche molti altri lavori tra cui Identikit (1973), Autotelefonata (No) (1972) e Elisabetta d’Inghilterra (1976) - in cui l’artista sperimenta in maniera originale il genere del ritratto – e il celebre Quando mi vidi non c’ero (1971), dedicato al tema dell’autoritratto con Il suonatore di fiori (1982), ultima sua opera rimasta incompiuta.
Agnetti aveva stretto un sodalizio culturale con Enrico Castellani e Piero Manzoni, contribuendo, sin dagli anni Sessanta, all’indagine critica sul loro operato artistico con testi caratterizzati dal suo peculiare stile di scrittura, a metà fra analisi critica e poesia.
Nella sezione intitolata Scrivere, vengono dunque presentate una selezione di opere di Castellani e Manzoni legate alla ricerca di Agnetti, a partire da Litografia originale (1968), in cui da un lato (recto) c’è l’opera di Castellani e dall’altro (verso) un testo con diagramma di Vincenzo Agnetti. Di Piero Manzoni troviamo invece le “tavole di accertamento” e le “linee”, oltre a opere attinenti al tema del ritratto, fra cui la Base magica (1961), modello di “scultura vivente” dall’evidente carattere performativo.
La mostra, articolata nelle due sezioni Autoritratti Ritratti e Scrivere, si concentra su una selezione di opere dell’artista che comprendono non soltanto i suoi celebri “feltri”, ma anche molti altri lavori tra cui Identikit (1973), Autotelefonata (No) (1972) e Elisabetta d’Inghilterra (1976) - in cui l’artista sperimenta in maniera originale il genere del ritratto – e il celebre Quando mi vidi non c’ero (1971), dedicato al tema dell’autoritratto con Il suonatore di fiori (1982), ultima sua opera rimasta incompiuta.
Agnetti aveva stretto un sodalizio culturale con Enrico Castellani e Piero Manzoni, contribuendo, sin dagli anni Sessanta, all’indagine critica sul loro operato artistico con testi caratterizzati dal suo peculiare stile di scrittura, a metà fra analisi critica e poesia.
Nella sezione intitolata Scrivere, vengono dunque presentate una selezione di opere di Castellani e Manzoni legate alla ricerca di Agnetti, a partire da Litografia originale (1968), in cui da un lato (recto) c’è l’opera di Castellani e dall’altro (verso) un testo con diagramma di Vincenzo Agnetti. Di Piero Manzoni troviamo invece le “tavole di accertamento” e le “linee”, oltre a opere attinenti al tema del ritratto, fra cui la Base magica (1961), modello di “scultura vivente” dall’evidente carattere performativo.
Parte del progetto espositivo sono anche le performances di Italo Zuffi, create dall’artista in occasione di questa mostra, per attivare, sottolineando l’aspetto performativo dell’opera di Agnetti, una riflessione contemporanea sui concetti di ritratto e traduzione.
Anche per questo progetto BUILDING propone un’estensione pubblica della mostra nella città di Milano. Alcune opere fra le più mistiche di Vincenzo Agnetti, come Ritratto di Dio (1970) o Apocalisse (1974), verranno esposte in alcuni ambienti dei Chiostri di Sant’Eustorgio.
Anche per questo progetto BUILDING propone un’estensione pubblica della mostra nella città di Milano. Alcune opere fra le più mistiche di Vincenzo Agnetti, come Ritratto di Dio (1970) o Apocalisse (1974), verranno esposte in alcuni ambienti dei Chiostri di Sant’Eustorgio.
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