PREDAPPIO
(FC) – Arte contemporanea nella suggestiva cornice della chiesa di
Sant’Agostino in Rocca d’Elmici a Predappio. Sabato 7 luglio 2018, alle
ore 18.00, Alessandro Turoni (Forlimpopoli, 1986) ha infatti
qui inaugurato la sua quarta personale.
Sant’Agostino è un luogo perfetto per una mostra che stimola
riflessioni visive sulla morte; questa esposizione, dal titolo “XIII La
danza dell’Arcano”, dialoga infatti in maniera del tutto pertinente con
la chiesa, la cui danza macabra, capolavoro pittorico, affascina e
suggerisce connessioni tra il mondo dei vivi e l’aldilà.
Sant'Agostino, chiesa di cui ci sono giunti documenti datati fin
dal 1177, offre una stratificazione di affreschi che ne hanno nel corso
dei secoli impreziosito le pareti; il risultato è una storia visibile,
anche se oramai confusa e a tratti indecifrabile, con cui Turoni ha il
grande onore di dialogare.
L’edificio, luogo di transito, rifugio e ristoro fin dall'inizio
della sua esistenza, simboleggia il passaggio che Turoni indaga con
questa sua ultima ricerca; per la prima volta, l’artista condivide con
il pubblico le sue meditazioni scenografiche sul tema tabù per
antonomasia, la morte, rappresentata nei tarocchi dall’arcano XIII, e lo
fa affiancando ai suoi noti animali scultorei anche figure umane.
La morte, momento e luogo sconosciuto ma complementare alla vita, è
indagata prendendo spunto dal fregio della danza macabra, che si trova
sopra la porta d’ingresso della chiesa e che occupa parte delle pareti
destra e sinistra; il titolo della mostra fa riferimento alla carta dei
tarocchi come all’Arcano per eccellenza, la morte, di cui nulla sappiamo
se non che accade (agli altri, aggiungerebbe Marcel Duchamp, che volle
la frase D'ailleurs c'est toujours les autres qui meurent - Del resto
sono sempre gli altri che muoiono - scolpita sulla sua tomba).
La complementarietà degli opposti è uno dei motivi ispiratori delle
opere presenti in mostra; per Turoni l’arcano XIII è, citando Alejandro
Jodorowsky, cataclisma, apocalisse, ma anche trasformazione e nascita
in un’altra dimensione.
La stessa danza macabra di Sant’Agostino, raffigurante uomini e
scheletri che ballano tenendosi per mano, mette in evidenza la
compresenza dei presunti opposti che dialogano, anzi, che esistono l’uno
grazie all’altro.
L’artista, che è stato aiutato nella produzione delle sue opere da
Elena Fiumana e Francesco Mazzoni, mette in scena il suo universo
animale, a cui, questa volta, affianca anche uomini in terracotta; la
mostra è una metafora visiva di un percorso che va dall’infanzia alla
vecchiaia, attraversando momenti a cui corrispondono attitudini ed
emozioni umane diverse. Spesso il percorso è labirintico e non manca di
sorprese finali.
Durante la mostra sono in programma anche alcuni eventi
collaterali: un concerto di chitarra classica eseguito da Ettore Marchi
(sabato 14 luglio, ore 21.00) e, in occasione del finissage di domenica
22 luglio, delle letture a cura di Giorgia Monti e Serena Piccoli,
sempre alle 21.00. A fare da tappeto sonoro alla mostra per tutta la sua
apertura saranno le musiche di Lorenzo Travaglini.
Breve Biografia di Alessandro Turoni
Alessandro Turoni (Forlimpopoli 1986) comincia la sua formazione
artistica all’Istituto d’arte di Forlì, dove si avvicina alle tecniche
plastiche e pittoriche. Studia Scenografia per il melodramma
all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove sviluppa, oltre all’abilità
manuale della lavorazione teatrale, anche una metodologia progettuale.
Si laurea con 110 e lode e inizia a lavorare come assistente scenografo,
collaborando a numerosi allestimenti, anche all’estero. Nel 2013,
perseguendo la sua passione per l’arte e il lavoro manuale, realizza le
sue prime sculture zoomorfe, che inizia a esporre nei locali forlivesi.
Partecipa a diverse collettive, anche all’estero; è del 2015 la prima
importante personale, Naufragi evolutivi, allestita negli spazi al piano
terra del Palazzo del Monte di Pietà di Forlì. Tra le altre mostre
personali si ricordano Wunderturm, presso il Museo di scienze naturali
di Cesena (2016), e Alterazioni naturali, presso la galleria 1.1_ZENONE
contemporanea di Reggio Emilia (2017). Ad oggi insegna Modellazione digitale all’Accademia Belle Arti di Bologna e prosegue la sua ricerca artistica personale.
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