MASI Lugano | LAC |
Marcel Broodthaers – Poesie industriali, installation view MASI Lugano |
Il MASI offre al suo pubblico la possibilità di incontrare a Lugano alcuni dei maggiori esperti sull’arte di Marcel Broodthaers che parteciperanno con un intervento di approfondimento preparato in occasione della giornata di studi e della mostra.
Il rapporto tra arte visiva e poesia caratterizza tutta la produzione artistico-letteraria di Marcel Broodthaers: dagli scritti poetici degli anni Cinquanta, passando attraverso i Poèmes industriels, le Lettres Ouvertes, sino ai Décors degli anni Settanta. Attratto dai grandi poeti della modernità, l’artista crea un universo poetico che si muove nella tensione tra opposti, disorientando e insinuando dubbi.
Legato negli anni Quaranta al Surréalisme Révolutionnaire e protagonista della scena artistica belga degli anni Sessanta (Wide White Space Gallery; MTL Gallery; A 37 90 89), negli anni Settanta il suo lavoro è stato diffuso a livello internazionale attraverso gli scritti di critici e storici dell’arte tra i più autorevoli dell’epoca tra cui Barbara Reise, Pontus Hultén, Irmeline Lebeer, Pierre Restany, Harald Szeemann, Karel J. Geirlandt, Alain Jouffroy e Otto Hahn.
Ispirato all’arte del XIX secolo (David, Ingres, Wiertz, Courbet), Broodthaers mette al centro delle sue riflessioni il controverso rapporto tra la parola e l’immagine, la realtà e la finzione, l’opera d’arte e la sua riproduzione, utilizzando il linguaggio verbale e figurale in tutte le sue possibili accezioni e declinazioni: poetiche, visive, pittoriche e cinematografiche.
Quattro anni dopo aver deciso di diventare un artista visivo, con l’iconica opera Pense-Bête (1964), la sera del 27 settembre 1968 nella sua casa di Bruxelles, Broodthaers inaugura il Musée d’Art moderne, Département des Aigles, Section XIXéme siècle: un museo d’artista al contempo reale e fittizio, composto da alcune casse d’imballaggio, una tartaruga, delle sedie da giardino, un carrousel di diapositive, delle luci da set cinematografico e una collezione di cartoline attaccate al muro che riproducevano capolavori dell’Ottocento. L’artista concentra gran parte della sua ricerca sulla minuziosa ricostruzione e al tempo stesso sulla totale demistificazione del concetto di museo inteso come istituzione di potere, anticipando le provocazioni dell’arte concettuale e le azioni dell’Institutional Critique. |
Marcel Broodthaers – Poesie industriali, installation view MASI Lugano |
PROGRAMMA
Mattina, LAC - Hall
11:00 | Marcel Broodthaers: Il grado zero della scrittura - italiano Dr. Maria Elena Minuto (Université de Liège; KU Leuven) Il 29 ottobre del 1968, nello stesso anno in cui Lucy R. Lippard e John Chandler pubblicavano il saggio The Dematerialization of Art e Sol LeWitt scriveva le Sentences on Conceptual Art, il poeta e artista belga Marcel Broodthaers (1924-1976) esponeva per la prima volta alla Librairie Saint-Germain-des-Prés di Parigi una selezione dei suoi Poèmes industriels (1968-1972) – delle placche di plastica termoformata fabbricate come dei gaufres – descritti dall’artista come delle “trappole che bisogna avere il desiderio di decifrare”. Nei Poèmes industriels le lettere dell’alfabeto, le pipe e le forme geometriche mettono in scena delle dimensioni paradossali del linguaggio conferendo una nuova identità critica e concettuale al controverso rapporto tra parola e immagine. Dagli scritti poetici degli anni Sessanta ai Poèmes industriels, l’intervento analizza in un’ottica comparatistica e interdisciplinare l’opera di Broodthaers alla luce dell’inedita relazione tra poesia e arte visiva.
Pomeriggio, LAC - Sala 4
13:30 | Le Poesie Industriali di Marcel Broodthaers - inglese Le opere di Marcel Broodthaers uniscono tra loro forme visive semplici e concetti complessi. Coniugando parole e immagini e utilizzando vari linguaggi artistici, l’artista mette in relazione tutte le aree della sua pratica artistica. Questo intervento di Deborah Schultz approfondisce le opere esposte in mostra, le Poesie industriali. Note anche come placche di plastica e realizzate da Broodthaers durante un periodo relativamente breve, dal 1968 al 1972, saranno analizzate come una chiave di lettura per comprendere meglio il complesso ed eterogeneo corpus di opere da lui realizzate.
14:15 | Marcel Broodthaers e il cinema - inglese Nonostante una filmografia di almeno 50 titoli, molte opere (non filmiche) e scritti che fanno riferimento al cinema, alla sua (pre-)storia, alla sua tecnologia e ai suoi strumenti, raramente si considera Broodthaers come un regista. Broodthaers è spesso presentato come l'artista per eccellenza della "condizione post-medium", che fonde costantemente media artistici, tecnologie e metodi di visualizzazione. Questo intervento cerca di guardare a Broodthaers come un regista in senso stretto. Sebbene i suoi film eccentrici non sembrano essere legati alle tendenze cinematografiche a lui contemporanee, toccano molti dei temi e delle caratteristiche del cinema d’avanguardia. Concentrandosi su La Clef de l’horloge (1957-58), La Pluie (projet pour un texte) (1969), La Pipe (1969-1972), Une seconde d’éternité (d’après une idée de Charles Baudelaire) (1970) e A Voyage on the North Sea (1973-74), l’intervento analizza il linguaggio cinematografico unico di Broodthaers e il suo interesse per la durata, la stasi e le logiche della riproduzione meccanica.
15:00 | Surrealista, artista Pop o concettuale? Marcel Broodthaers nel suo tempo - inglese Il ruolo incerto e indefinito di Marcel Broodthaers si può considerare parte della sua opera: è un poeta, un regista o un artista? Inoltre, in quale momento artistico va inscritto il suo lavoro: nel tardo surrealismo, nella Pop art internazionale degli anni Sessanta o nella nascente arte concettuale degli anni Settanta? In questo intervento verranno discusse le letture contemporanee, le interpretazioni sbagliate e i fraintendimenti sull’opera di Broodthaers, in parte astutamente provocate e compromesse dall’artista stesso. |
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