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giovedì 25 agosto 2022

Paul Klee La collezione Sylvie e Jorge Helft 4 settembre 2022 – 8 gennaio 2023 Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano MASI | LAC

 

A cura di Francesca Bernasconi e Arianna Quaglio


 

masilugano.ch

Il percorso espositivo

 

La prima sezione della mostra è dedicata al rapporto con la natura, importante fonte di ispirazione per l’artista nel processo creativo: come la natura infatti, anche l’artista dà vita alle proprie opere grazie ad un impulso vitale che guida il susseguirsi delle fasi di genesi, crescita e proliferazione degli aspetti formali che caratterizzano l’opera stessa. Klee disegna e dipinge senza avere in mente a priori il soggetto o la scena che vorrebbe rappresentare che, al contrario, scaturiscono spontaneamente per mezzo di segni, fino ad assumere forme che trovavano somiglianze con elementi presenti nella realtà, siano essi organici o inorganici.

 

Nella sezione successiva dedicata al periodo fra le due guerre e agli anni del Bauhaus spicca l’opera L'altra stanza dei fantasmi (nuova versione) del 1925. In questa composizione Klee combina abilmente l'uso della prospettiva centrale e un'atmosfera di ispirazione dechirichiana, dando vita a una visione che oscilla tra suggestioni cubiste e metafisiche. Prima opera di Klee acquistata da Jorge Helft nel 1970, occupa un posto speciale nella collezione. Viene esposta nel 1925 alla Galerie Vavin-Raspail a Parigi, occasione in cui gli acquerelli di Klee sono presentati per la prima volta al pubblico francese.

 

Il percorso prosegue con due sezioni dedicate all’esplorazione della figura umana e del mondo animale e alle suggestioni narrative che contraddistinguono molte delle opere in mostra. Le figure di Klee sono spesso delineate in maniera sintetica, pochi tratti bastano a suggerire un’espressione o un atteggiamento. Al tempo stesso quando nelle sue composizioni essenziali compaiono più personaggi, l’artista riesce a sempre stabilire una relazione dinamica e intrigante fra loro. Attento osservatore dell’agire umano, particolarmente interessato ad esplorare nella sua opera le interazioni sociali, Klee si diverte a creare scene dalle connotazioni drammatiche e caricaturali dove spesso sono proprio gli animali ad adottare comportamenti che fungono da specchio a contraddizioni e virtù dell’uomo.

 

La solida formazione musicale di Klee – figlio del professore di musica Hans Klee e della cantante Ida Frick e a sua volta eccellente violinista – emerge sia nella struttura delle sue opere sia nella scelta dei soggetti. Klee si ispira a tipologie caratteristiche della scrittura musicale quali la variazione, la fuga e la polifonia per elaborare opere contraddistinte da un’estrema armonia formale. Nella sezione dedicata al rapporto tra Klee e le arti performative, diversi lavori riflettono il grande interesse dell'artista per il teatro e per i personaggi comici e del circo, in cui egli identificava metafore dei comportamenti umani, talvolta riconducibili a esperienze personali.

 

L’ultima sezione della mostra è dedicata ai lavori dell'ultimo periodo che si caratterizzano per la rapidità del tratto, la riduzione delle forme e l’impiego di una matericità quasi tattile, resa attraverso l’uso di colori a colla d’amido molto spessa, che fa sembrare le sue opere dipinte direttamente con le dita, come accade nel verso di Stahl den viertel Mond. Nonostante siano segnati dalla malattia, gli ultimi anni di Klee costituiscono un momento estremamente produttivo. Sono qui presentate opere su cui “la morte getta la sua ombra”, come ricordato da Juan Manuel Bonet nel suo saggio pubblicato in catalogo: il progredire di una malattia incurabile stava infatti trasformando progressivamente il corpo dell'artista, che si rappresenta letteralmente “a pezzi” nel disegno Unterbrochene Metamorphose del 1939.

 

Una speciale sezione della mostra è dedicata a pubblicazioni d’epoca che gli Helft, appassionati bibliofili, hanno raccolto negli anni. Si tratta di edizioni rare e preziose, che documentano gli sviluppi artistici e letterari promossi dalle avanguardie del primo Novecento. Tra queste è esposto anche un esemplare eccezionalmente completo del portfolio Meistermappe des Staatlichen Bauhauses, che contiene, tra le altre, una litografia di Vasilij Kandinskij e una composizione costruttivista di László Moholy-Nagy.

 

Il catalogo

 

In occasione della mostra viene pubblicato il catalogo “Paul Klee. La collezione Sylvie e Jorge Helft” disponibile in italiano, inglese e tedesco. Oltre alle riproduzioni a colori di tutte le opere esposte, il catalogo include un’intervista ai collezionisti realizzata da Tobia Bezzola, direttore del MASI Lugano e testi di Juan Manuel Bonet, Francisco Jarauta e Achim Moeller.

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