blogazzurro

blogazzurro

venerdì 12 agosto 2022

Foglie musicali dal Cadore

 


 

I roccoli, tra i luoghi più evocativi di Montenars, anche quest’anno sono diventati un incomparabile palcoscenico naturale per i quattro concerti d’estate promossi dall’Ecomuseo e dedicati alla musica popolare. A ogni tappa, una per mese da giugno a settembre, musicisti e pubblico raggiungono le uccellande storiche del Comune prealpino, dove il suono degli strumenti dialoga con il paesaggio circostante. La rassegna, intitolata “Note nei roccoli” e organizzata in collaborazione con il Comune di Montenars e la Pro Montenars e il sostegno della Regione, è giunta alla sesta edizione.

Domenica 21 agosto alle 17 nel Roccolo del Postino si esibirà il Trio Na Fuoia che proporrà la musica che un tempo si suonava diffusamente in Cadore. Il gruppo è formato da Andrea Da Cortà (organetto, mandola, dulcimer, autoharp, clarinetto, armonica, scacciapensieri e banjo), Annachiara Belli (violino) e Pina Sabatini (chitarra e voce). Domenica 4 settembre al Roccolo di Spisso chiuderà il cartellone il Green Waves Trio. In caso di maltempo gli spettacoli si svolgeranno nella struttura coperta di Curminie, sempre a Montenars.

 

Il gruppo musicale. Na Fuoia significa “una foglia” nella parlata ladina del Cadore. Il trio esegue una musica raccolta direttamente dagli ultimi suonatori tradizionali e in parte basata sulle melodie inedite contenute in un vecchio manoscritto di fine Ottocento, rinvenuto a San Vito di Cadore (il documento apparteneva a una famiglia di suonatori, emigrati e poi tornati dalle Americhe nei primi anni del secolo scorso), senza per questo rinunciare a nuove composizioni che risentono di un gusto più moderno. Il progetto musicale del gruppo rappresenta un ponte tra tradizione e modernità, nell’ottica di conservare e rinnovare la musica tradizionale delle vallate dolomitiche a cui i musicisti appartengono.

Il roccolo. Posto lungo la linea di spartiacque che separa il bacino del Tagliamento da quello del Torre, il Roccolo del Postino (il nome richiama il mestiere svolto dal proprietario) è costituito da un tondo di carpini bianchi. Un tempo l’impianto era completato, sul versante oltre la strada, da un secondo anello e da una passata di collegamento, ormai avvolti dal bosco ma ancora riconoscibili. Si trattava di un sistema articolato che permetteva di aumentare le catture dei migratori, facendo uso dello spauracchio all’interno dei tondi e intercettando, mediante la tesa rettilinea, gli uccelli in volo o quelli diffidenti che non entravano nei due corpi circolari.

Nessun commento:

Posta un commento