Forlì, 30 aprile 2021 — Il Comune di Forlì – Assessorato alla Cultura in partnership con Città di Ebla lancia un progetto digitale per valorizzare il patrimonio artistico della Collezione Verzocchi, uno degli esempi di più originali di raccolte d’arte focalizzate su un tema specifico: il lavoro.
Sul sito internet della Collezione Verzocchi (www.collezioneverzocchi.com), verranno periodicamente pubblicati video di alcuni minuti in cui artisti visivi, attori, registi, intellettuali, protagonisti della cultura italiana ed esperti di varie discipline, si cimenteranno nella narrazione di un dipinto della collezione scelto in base alle loro sensibilità e interessi, stabilendo un rapporto 1:1 con un’immagine che potrà aprirsi anche a riflessioni sul presente e sul proprio lavoro. Un grande viaggio nella pittura italiana del secondo dopoguerra e nella storia del nostro paese attraverso le voci, gli sguardi, le suggestioni e le idee di numerosi autori contemporanei.
Si partirà sabato 1° maggio (data che celebra i sessant’anni della donazione della Collezione al Comune di Forlì, da parte dell’imprenditore Giuseppe Verzocchi) con l’azione performativa di Cesare Pietroiusti e i commenti alle pitture di Mario Mafai, Giulio Turcato, Massimo Campigli e Afro di Claudio Verna, Gregorio Botta, Cecilia Canziani e Claudio Zambianchi, a cui seguiranno, nelle prossime settimane, gli interventi di altri autori.
Mario Mafai, Gli scaricatori di carbone, olio su tela, cm 71×88,5 (dettagli). Collezione Verzocchi
La Collezione Verzocchi rappresenta un punto di riferimento costante del lavoro artistico di Città di Ebla dal 2012. “Fin da quando la frequentavo nel luogo della sua prima collocazione in Pinacoteca a Forlì – dichiara Claudio Angelini – per me era chiaro che la collezione meritasse un lavoro vivo e continuativo e si offrisse a una narrazione pressoché infinita e di massimo interesse. Lavoro, figurazione, imprenditoria e arte. Questi temi sono stati l'ossatura del nostro operare in EXATR al punto che la Collezione continua a rimanerne il nume tutelare.”
Il racconto attraverso il progetto digitale della Collezione Verzocchi procederà idealmente lungo due fili conduttori. Il primo è la messa a fuoco dello stato della pittura italiana del secondo dopoguerra, di cui gli autori invitati a confrontarsi con essa riassumeranno i passaggi chiave, evidenziando, soprattutto, la coesistenza dei due grandi percorsi di ricerca che hanno dato forma e senso alla grande arte del ‘900: la figurazione e l’astrazione. Il secondo, sarà invece la messa in evidenza del valore di “documento storico” della Collezione stessa, con il racconto, attraverso le opere, di un’Italia che non c’è più: un Paese di pescatori, contadini, sarte, merlettaie, mondine, fabbri, colti in maniera emblematica in un paesaggio ancora profondamente rurale ma già semi urbanizzato, ovvero nel momento in cui l’Italia sta costruendo il suo volto moderno.
Le opere della Collezione Verzocchi descrivono infatti il lavoro nei campi – con mietitori, braccianti e zappatori, o con visioni larghe su campi arati – segno di un’Italia ancora saldata alla sua antica tradizione di contatto con la terra. Altre immagini celebrano invece il nascente sviluppo industriale (costruttori e muratori, architetti, edifici in costruzione e macchine in movimento) oppure documentano la condizione del lavoro femminile (figure di cucitrici, rammendatrici, o lavoratrici dei campi che convivono con visioni leggermente più aggiornate, come quelle delle decoratrici e indossatrici) e altre immagini più intime e domestiche che raccontano la vita degli artisti racchiusi nei loro studi, documentando posizioni singolari, più riflessive e intimistiche, che contrastano con quelle del mondo roboante in via di sviluppo là fuori.
Giulio Turcato, Gli scaricatori, olio su tela, cm 90x70 (dettagli). Collezione Verzocchi
“C’è poi una ulteriore suggestione alla base di un’altra tipologia di interventi che il progetto digitale ospiterà. – commenta il curatore Davide Ferri –. Abbiamo immaginato spesso come si comporrebbe oggi, a distanza di circa settant’anni, una collezione di opere di artisti trenta-quarantenni-cinquantenni che parlano di lavoro. Sarebbe possibile ipotizzare uno sviluppo della Collezione Verzocchi facendo i conti con uno scarto temporale così ampio? E sarebbe possibile tradurre le immagini del lavoro di oggi in una galleria di semplici figure? Abbiamo per tanto invitato alcuni artisti visivi a intervenire sul blog attraverso un contributo che va interpretato come una piccola opera “site-specific” che rilanci la sollecitazione di dare forma e vita a immagini e parole che rappresentano il lavoro del presente e le urgenze che sostengono il lavoro dell’artista”.
Lo spazio digitale dedicato alla Collezione Verzocchi nasce da un’idea di Claudio Angelini, Presidente di Città di Ebla e Direttore Artistico di Ipercorpo – Festival Internazionale delle Arti dal Vivo e Davide Ferri, curatore indipendente, che hanno trovato nel Comune di Forlì – Assessorato alla cultura un convinto sostenitore del progetto, soprattutto in relazione agli scenari futuri pensati per la Collezione. Sono stati coinvolti Marco Valerio Amico che ha progettato lo spazio digitale e Gianluca Camporesi con Davide Adamo per le riprese video e il montaggio.
Afro, Tenaglia e camera oscura, 1949, olio su tela, cm 100x70 (dettaglio). Collezione Verzocchi
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