Quando
raggiunsi Montefiascone nel tardo pomeriggio di fine estate, il mio pensiero
primario abbracciava due temi fondamentali: la pacatezza del lago di Bolsena e
un fresco Est Est Est. I laghi mi sono sempre piaciuti, sin da bambino mi hanno
affascinato evocando in me storie fantasiose dei tempi passati; e le località
che si affacciano sullo specchio d’acqua dal punto di vista storico sono
piccole perle preziose.
Bolsena
da cui il lago prende il nome, la meravigliosa vista panoramica di
Montefiascone, il porto dei pescatori di Marta, il promontorio di Capodimonte,
l’atmosfera medioevale di Grotte di Castro e quella settecentesca di Lorenzo
Nuovo. Poi ci sono le isole, la Martana affascinate come una bella fanciulla e
la Bisentina ovvero l’isola dell’unica figlia del re ostrogoto Teodorico: la
regina Amalasunta.
Il
lago che per dimensioni è il quinto d’Italia è posizionato sul confine
dell’alto Lazio con le regioni Toscana e Umbria ed è immerso nel complesso
vulcanico Vulsinio. A Montefiascone, a bordo lago, mi godetti ciò che anelavo:
un buon Est Est Est fresco, profumato e delicato. E’ il vino bianco per eccellenza
di questa terra viterbese prodotto con uve procanico, malvasia e rossetto.
Come
i laghi anche questo vino mi è sempre piaciuto, ma non sin da bambino ma da più
grandicello. Naturalmente sul posto troviamo anche altri vitigni e altri vini:
uve merlot, grechetto, sauvignon, chardonnay, sangiovese, cabernet sauvignon e nomi
importanti della storia dell’enologia italiana come l’enologo Italo Mazziotti.
Passando
a nord del lago di Bolsena un prodotto della terra particolarmente interessante
è la Patata dell'Alto Viterbese che ha ottenuto la denominazione I.G.P. nel
2014 per la specie Solanum tuberosum appartenete alla famiglia della Solanacee.
Parliamo di tuberi semi di varietà di patate certificate, regolarmente iscritte
nel Registro Nazionale delle Varietà, e coltivate nell'area di produzione
specifica. Cultivar come Monalisa, Ambra, Agata, Vivaldi, Finka, Marabel,
Universa, Chopin, Arizona, Agria.
La
nostra patata ha una piacevole forma ovale o ovale allungata e sia la pasta che
la buccia sono di colore giallo. L'areale di produzione a nord del Lazio, in
provincia di Viterbo, si contraddistingue proprio per il complesso vulcanico
Vulsino caratterizzato da terreni di origine vulcanica ricchi di potassio e da
un microclima che risente degli influssi e delle contaminazioni del lago.
Il
territorio produttivo, come da disciplinare I.G.P., comprende i comuni di Acquapendente,
Bolsena, Gradoli, Grotte di Castro, Latera, Onano, S. Lorenzo Nuovo, Valentano
e Proceno, tutti in provincia di Viterbo.
I
terreni, prima della semina, vengono preparati seguendo specifiche tecniche
colturali, un’aratura profonda praticata a settembre e ottobre e le lavorazioni
di affinamento del terreno a febbraio e marzo. Dopo la fresatura del terreno si
procede con la semina tra la metà di febbraio e il 15 maggio. Il sesto
d'impianto può variare tra i 70 e i 90 centimetri tra le file, e tra i 12 e i
35 lungo le file stesse.
Per
la quantità di seme a ettaro parliamo di 1000/1200 chilogrammi per il seme
sezionato e 1800/3000 chilogrammi per il seme intero. È consentita la pratica
della pre-germogliazione. La raccolta si svolge a partire dal 15 giugno e si
protrae fino al 30 settembre.
La patata tipica del territorio si presenta al palato con un
sapore intenso e decisamente gradevole, in cucina ben si adatta a molteplici
usi, ottime per la cottura al forno, la preparazione degli gnocchi e alcune cultivar
ideali per la frittura.
La
Patata dell'Alto Viterbese I.G.P. è un altro buon prodotto delle nostre terre,
prodotti spesso riscoperti e valorizzati con passione e tenacia, ingredienti
che meritano decisamente la nostra attenzione al consumo.
Un
territorio, un meraviglioso lago, la storia e le tradizioni, la gente e la
cultura, la terra e i suoi frutti: che si parli di uva o di patate è sempre
fondamentale la voglia di fare bene lavorando al meglio per ottenere il
massimo.
Fabrizio Salce
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