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lunedì 10 aprile 2017

Vino, dopo 200 anni rinasce il “nettare del Lario”

Era l’inizio del 1800 quando la coltivazione delle vite venne sostituita da quella del gelso per l’allevamento dei bachi da seta facendo sparire il vino del Lario. Ma dieci anni fa, il coraggio e la passione degli agricoltori hanno consentito di recuperare l’antica tradizione vitivinicola locale e grazie ad un microclima unico, i vitigni autoctoni hanno ricominciato a germogliare. Oggi – spiega un’analisi di Coldiretti Como Lecco in occasione del Vinitaly - sono 36 le imprese agricole che coltivano la vite nell’area brianzola di Montevecchia, così come nelle zone più settentrionali del lago fra il Ceresio e Domaso ma anche nella periferia del capoluogo comasco fra Montano Lucino e il Parco Spina Verde; in totale si producono quasi 3500 quintali di uva. “Una nicchia – interviene Fortunato Trezzi, presidente della Coldiretti lariana – che entra, di diritto, a far parte delle eccellenze vinicole lombarde grazie alla professionalità degli operatori del settore i quali hanno saputo cogliere il valore di un luogo straordinario come quello del Lago di Como e declinarlo in un prodotto di altissima qualità. Tutto ciò non ha solo un significato culturale di legame con i territori, le tradizioni, le famiglie, l’arte e la storia ma comincia a rappresentare anche una certa dimensione economica; e lo dimostra il crescente interesse alla viticoltura da parte dei giovani delle nostre province”.

Claudia Crippa, fra le colline di La Valletta Brianza (LC), ha scelto di fare questo mestiere a 20 anni. Oggi ne ha 41, coltiva 11 ettari di vigneti ed è presidente del consorzio Igt Terre Lariane (18 imprese e 150mila bottiglie l’anno) protagonista in questi giorni al Vinitaly con il progetto “Giro del Lario”; si tratta di un’iniziativa itinerante in 8 tappe promossa con alcuni dei migliori ristoratori delle province di Como, Lecco e Monza per creare un circuito sul territorio capace di mettere in contatto produttori e consumatori. Il mesoclima alpino, prosegue la Coldiretti lariana, è contraddistinto da importanti escursioni termiche fra la notte e il giorno che determinano un’ottima concentrazione di sostanze aromatiche nella buccia delle uve. Sala Agricoltura di Montano Lucino (CO), ad esempio, riesce a produrre un vino bianco dai profumi intensi ed eleganti proprio grazie alle caratteristiche climatiche uniche di questo territorio che, tra l’altro, favoriscono la presenza di acidi fissi nella polpa, indispensabili per una buona conservazione del vino. Ma c’è chi il vino bianco lo produce anche in alto lago, a Domaso (CO), come la famiglia Travi delle cantine Sorsasso che, grazie alla ricerca e sviluppo, con il “Domasino Bianco” ha ottenuto per due volte consecutive l’argento europeo al concorso Vini di Montagna. E poi c’è chi invece, in Brianza a Sirtori (LC) per scelta coltiva solo pochi filari di uve da rosso, Merlot e Pinot Nero, e ha puntato tutto sulla qualità: Ester Conti e suo marito Adriano Monti delle cantine Tre Noci, dal 2001 vinificano queste uve in purezza, con il risultato di una produzione molto limitata (sole 2500 bottiglie) ma di altissima qualità.

Intanto i vini di qualità crescono in tutta la Lombardia. Il totale dei vini a Denominazione di origine controllata e garantita (DOCG) è passata dai 160mila ettolitri del 2012 agli oltre 170mila del 2016 con un progresso di quasi il 27%. Sul fronte della produzione totale di vino – spiega la Coldiretti regionale – la Lombardia è ormai in grado di schierare una “potenza di fuoco” di quasi 183 milioni bottiglie potenziali contro i 163 milioni del 2012, con un incremento di 20 milioni di bottiglie, il 12% in più in cinque anni.
 
“I nostri viticoltori – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – puntano sempre di più a produzioni di qualità per andare incontro alle richieste dei consumatori italiani e stranieri”. Tanto che negli ultimi 15 anni  le esportazioni in valore dei vini lombardi sono passati da 153 a 258 milioni di euro con un incremento di quasi il 69% con una forte crescita, accanto alle tradizionali piazze americane e nord europee, anche della Cina, di Hong Kong, della Spagna, del Regno Unito, della Russia e della Francia, nostro principale concorrente proprio in materia di vino. Il mondo del vino in Lombardia – spiega la Coldiretti regionale – occupa oltre 9 mila persone alle quali vanno però aggiunte quelle impiegate nell’indotto e gli stagionali, mentre sono più di tremila le aziende attive: 1.573 a Pavia, 614 a Brescia, 305 a Sondrio, 207 a Bergamo, 169 a Mantova, 162 a Milano, 28 a Varese, 21 a Monza e Brianza, 18 a Como, 18 a Lecco, 10 a Lodi e anche 9 a Cremona. Alle produzioni DOCG, DOC e IGT la Lombardia dedica quasi il 90% del suo vino.


 

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