PRIMA. Che io possa andare oltre punta, infatti, i riflettori sull’esperienza artistica di una serie di donne che hanno fatto del proprio talento una professione e aperto la strada a coloro che le hanno seguite. Il punto di vista privilegiato per costruire questo percorso, che travalica i confini linguistici tra le arti visive così come quelli temporali, è la collezione BPER Banca che offre prestigiosi esempi della maestria pittorica di una delle artiste più significative del Barocco bolognese, che si è contraddistinta per la tenacia con cui ha tradotto le proprie capacità in una realtà imprenditoriale: l’artista Elisabetta Sirani (Bologna, 1638 – Bologna, 1665).
A partire dalle tele secentesche della maestra Sirani, l’allestimento abbraccia media differenti e artiste di epoche distanti, coinvolgendo l’opera della maestra dell’astrattismo italiano Carla Accardi (Trapani, 1924 – Roma, 2014), il lavoro dell’artista femminista Stefania Galegati (Bagnacavallo, Ravenna, 1973), le tavole disegnate da Ana Kapor, gli specchi del duo Goldschmied & Chiari (Sara Goldschmied – Arzignano, Vicenza, 1975; Eleonora Chiari – Roma, 1971), il vetro di Marina e Susanna Sent (a Murano dal 1993), sino alle poesie di Alessandra Baldoni (Perugia, 1976), che legano insieme le realizzazioni di queste autrici attraverso la parola. Il titolo della mostra gioca sul doppio significato della parola “prima”, termine che racchiude in sé le dimensioni del tempo e dello spazio oltre che il riferimento all’eccellenza del risultato. Partendo da un passato dove la presenza femminile in campo artistico tendeva a essere ignorata o sminuita, ma che ha comunque dato vita a delle esperienze che sono state di stimolo e ispirazione per le generazioni a venire, la mostra instaura un forte dialogo con una contemporaneità densa di figure femminili che spiccano per il proprio talento e la propria unicità.
«Questo progetto espositivo nasce da un processo di scambio e dialogo continuo con un gruppo di lavoro composto da donne e professioniste – spiega la curatrice Giovanna Zabotti - che per vari motivi hanno dimostrato di poter essere considerate per ciò che sono e ciò che fanno, anche in ruoli tradizionalmente riconducibili all’attività maschile. Insieme a loro e al team de La Galleria BPER Banca abbiamo concepito una mostra piena di forza e di energia, che restituisce voce a donne che con coraggio e grinta si sono “impossessate” per la prima volta di ruoli considerati di dominio maschile in cui hanno eccelso. Questo stupore verso il successo femminile in determinati ambiti si sperimenta ancora oggi ma la volontà è che non si debba parlare più di prime volte ma che, appunto, si possa andare oltre.»
Fil rouge tra le opere in mostra è la poesia che induce il visitatore a osservare l’intersezione tra le diverse forme del pensiero creativo. La poesia è intesa come strumento di riflessione e introspezione, un modo straordinario ed efficace per mettere in dialogo opere, stili ed epoche apparentemente diverse e, al contempo, per coinvolgere il pubblico in un itinerario che sia anche emozionale.
La mostra include infatti i componimenti poetici di Alessandra Baldoni, invitata a interpretare con le parole i lavori presentati. Di Alessandra Baldoni anche l’installazione site-specific che apre la mostra intitolata “l’universo non ha centro” composta da otto scrigni/libro in ferro e vetro che, con versi e immagini, in un gioco di luci e ombre, raccontano cosa sia il talento e come venga percepito. |
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