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giovedì 17 ottobre 2024

MONTEFILI: L'ANIMA DEL CHIANTI CLASSICO ATTRAVERSO LO STUDIO DEI SUOLI

 



In un momento storico in cui la comprensione del terroir diventa sempre più cruciale per la qualità dei vini, Vecchie Terre di Montefili, pioniere della biodiversità in vigna, dimostra ancora una volta che solo con un profondo legame con la terra si può raggiungere un’eccellenza capace di attraversare il tempo.

Situata nel cuore pulsante del Chianti Classico, l’azienda è da sempre un faro di innovazione in materia di biodiversità. Nel 2018, ben prima che questa pratica diventasse centrale per la valorizzazione del Sangiovese, Montefili ha intrapreso un visionario studio dei propri suoli in collaborazione con Vitenova, affermando il suo impegno nel comprendere e interpretare il terroir unico che circonda la tenuta.

Questa indagine ha rivelato una straordinaria complessità nei diversi appezzamenti, mostrando come il Sangiovese, varietà profondamente legata alla terra, fosse in grado di esprimere sfumature ben distinte e molto raffinate.
I risultati hanno permesso di mettere in luce il carattere unico e irripetibile dei vigneti di Montefili, un riflesso diretto della loro profonda connessione con il suolo. Questo approccio ha consolidato l'azienda come una delle realtà più attente e avanzate del territorio, anticipando tendenze oggi fondamentali nel panorama vitivinicolo del Chianti Classico.

Grazie a questi studi – spiega l’enologa Serena Gusmeri - Montefili ha deciso di vinificare ogni parcella separatamente, rispettando l’età dei vigneti, l’esposizione, l’altitudine e, naturalmente, il tipo di suolo. Il nostro metodo ci permette di esaltare le singole identità del Sangiovese, un vitigno profondamente legato al territorio, che sa esprimere in maniera unica le caratteristiche dei suoli da cui nasce. Le altitudini variabili, tra i 480 e i 540 metri sopra il livello del mare, aggiungono ulteriori sfumature, contribuendo a definire il carattere distintivo di ciascun vino firmato Montefili.”

Non per niente, nel 2022 la pubblicazione dell’Atlante dei vigneti e delle UGA del Chianti Classico ha confermato molte delle intuizioni che Montefili aveva già esplorato attraverso il proprio lavoro di ricerca territoriale. Questo documento ha rafforzato ulteriormente l’importanza della diversificazione dei suoli del Chianti Classico, dando pieno riconoscimento al valore della zonazione per comprendere le specificità territoriali.

Le vigne dell’azienda, infatti, situate su terreni che si sono formati durante la glaciazione, affondano le loro radici in tre distinti tipi di suolo: la Pietraforte, l'Alberese e le Argilliti Scistose. Ogni suolo offre caratteristiche uniche che influenzano i vitigni, creando una varietà di espressioni del Sangiovese che si riflettono nei vini prodotti.

La Pietraforte, una roccia calcarea particolarmente resistente e ricca di sabbia, conferisce struttura e solidità.

L'Alberese, con i suoi strati di calcare e argilla, arricchisce i suoli di minerali preziosi, mentre le Argilliti Scistose, con le loro caratteristiche stratificate, danno vita al galestro, una roccia che influenza in modo significativo la personalità del vino.

Il lavoro in vigna è stato fin da subito orientato alla tutela delle peculiarità di ogni particella, un impegno che prosegue anche in cantina, dove le vinificazioni rispettano l'identità del vigneto.

Oggi con un intervento ridotto al minimo, l’enologa Gusmeri e tutto lo staff dell’azienda lasciano che siano i suoli a parlare attraverso il vino, scegliendo legni diversi per accompagnare con delicatezza l’evoluzione del Sangiovese e permettendo a ciascuna vigna di raccontare la propria storia.
Con questo approccio lungimirante, Montefili non si limita oggi a produrre vino, ma narra una storia radicata nella terra stessa, in cui ogni bottiglia diventa un omaggio al territorio e alle sue diversità.
La combinazione di ricerca scientifica, rispetto per la tradizione e innovazione ha reso l'azienda un modello esemplare nel Chianti Classico.
 
 

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