Bologna, 4 febbraio 2025 – Inaugura stasera alle 18.00 nella Sala Convegni Banca di Bologna di Palazzo De’ Toschi la mostra In a Naked Room dell’artista olandese Peggy Franck (Zevenaar, 1978), a cura di Davide Ferri. Il progetto rientra nel programma di ART CITY Bologna 2025 in occasione di Arte Fiera e celebra i dieci anni dei progetti per l'arte contemporanea di Banca di Bologna.
“Da dieci anni supportiamo iniziative che valorizzano il patrimonio artistico e culturale del territorio – dichiara Alberto Ferrari, Direttore Generale Banca di Bologna – promuovendo l’arte in tutte le sue forme. Quest’anno insieme al progetto “In a Naked Room” di Peggy Frank in mostra nel nostro spazio di Palazzo De' Toschi, Banca di Bologna è anche Main Sponsor dello speciale programma di ART CITY “Le porte della città”, impegno che lega la Banca alle Porte monumentali di Bologna risalente al 2007, quando fu promotrice del primo progetto di intervento per il restauro e la valorizzazione di questi complessi monumentali”.
Da anni Banca di Bologna è impegnata nella promozione di mostre d’arte contemporanea durante ART CITY Bologna, contribuendo ad ampliare il panorama culturale del territorio. Il programma di mostre arte contemporanea di Banca di Bologna ha costituito un’importante attrazione di visitatori, vedendo il crescente interesse dell’informazione specializzata e locale, su tutti i principali mezzi di comunicazione. Così come per la mostra di questa edizione di ART CITY, In a Naked Room, di Peggy Frank, si è sempre trattato di progetti espositivi di ampio respiro, italiani e internazionali: un percorso iniziato nel 2016 con Simone Menegoi (LA CAMERA. Sulla materialità della fotografia), proseguito nel 2017 con Peter Buggenhout, nel 2018 con Erin Shireff, Geert Goiris nel 2019, Davide Ferri con Le realtà ordinarie (2020), la mostra dedicata a Vincenzo Agnetti (2021) curata da Luca Cerizza al Padiglione Esprit Nouveau, e le personali di Italo Zuffi (2022), Bettina Buck (2023) e Patrick Tuttofuoco (2024) ancora curate da Davide Ferri. Veri e propri eventi inseriti nei main project di ART CITY Bologna, che questo anno vede aggiungersi un ulteriore progetto di grande interesse, lo Special Program che rende omaggio alle Porte della Città, celebrando le dieci Porte storiche di Bologna con altrettante iniziative lungo gli otto chilometri delle mura cittadine, che invitano il pubblico a esplorare, passo dopo passo, i linguaggi dell’arte contemporanea insieme alla storia del capoluogo emiliano-romagnolo.
LA MOSTRA
“È complicato provare a definire il lavoro di Peggy Franck fissandolo nei limiti di una definizione univoca e di un medium specifico” afferma il curatore Davide Ferri. “La sua pratica può avere un carattere inafferrabile e sfuggente: pittura espansa, installativa, a vocazione scultorea? Oppure pittura e basta, pittura come impronta dell’individualità, la cui cornice è lo spazio tutto intero? Pittura, scultura e fotografia coesistono nel suo lavoro e in relazione tra loro, come termini equivalenti, che le permettono di comporre un’immagine muovendosi tra diverse possibilità combinatorie e azioni reversibili”.
Alla base del lavoro di Peggy Franck c’è il segno pittorico, fluido e volatile - un segno di pennellate libere, multidirezionali e instabili, che sembra collocarsi nell’alveo dell’espressionismo astratto, di artisti amati come De Kooning, Motherwell ed Helen Frankenthaler - realizzato in verticale come in orizzontale, con strumenti eterogenei, che rilanciano una trama di movimenti e gesti che percorrono la superfici e lo spazio, talvolta le pareti dello stesso, esplorandone anche le zone marginali.
In a Naked Room è una mostra in cui Franck si confronta con Palazzo De’ Toschi alludendo alla presenza di un corpo che ha abitato lo spazio pubblico. Al centro della mostra c’è il Salone della Banca, non più ambiente di rappresentanza, ma stanza nuda, spogliata di elementi che lo connotano come luogo dell’ufficialità quasi a stabilire, con essa, una dimestichezza che la trasforma in un ambiente domestico.
La mostra nasce dall’avvicendamento di passaggi e momenti differenti, e fa incontrare temporalità diverse in un ‘qui e ora’ della composizione. Per diversi giorni, nel mese di gennaio, l’artista ha “abitato” lo spazio per dipingere una superficie orizzontale di grandi fogli di alluminio, una sorta di nuovo pavimento sovrapposto a quello della stanza. Una volta dipinta, la superficie, ricoperta da una stratificazione di pennellate e campiture, riflette la luce che entra nel salone attraverso le grandi finestre, ponendo il corpo dell’osservatore e la sua trama di movimenti al centro della composizione - nella misura in cui le superfici cambiano in base al movimento di una persona nella stanza.
Le pennellate su superfici riflettenti - come del resto anche gli oggetti (per lo più “trovati” o di risulta, oppure materiali grezzi che si dispongono sul pavimento in cumuli o grovigli) - possono dunque espandersi a dismisura oppure comprimersi e appiattirsi nella fotografia, come a vivere una seconda esistenza che prescinde dalla loro presenza materica. In mostra saranno esposte anche alcune immagini fotografiche di dipinti già esistenti, oppure derivanti dall’intervento appena realizzato su fogli di alluminio, anch’esse elementi di una macro-composizione che può allargarsi fino a coinvolgere tutto lo spazio, anche le zone marginali, e le stanze adiacenti al salone.
Peggy Franck (Zevenaar, 1978, vive e lavora ad Amsterdam) crea opere stratificate che si collocano al confine tra fotografia, installazione e pittura. Franck cattura le sue ambientazioni attraverso la fotografia e incorpora queste immagini in nuove installazioni. Per l’artista un “interno” è uno spazio intrigante tra privato e pubblico, tra il mondo interiore e quello esteriore. Le sue costellazioni sono fluide e aperte alla trasformazione, proprio come nel mondo interiore, dove le cose possono cambiare e connettersi in vari modi. Franck lavora spesso direttamente in un ambiente, e a volte dipinge direttamente sulla parete di uno spazio espositivo: una testimonianza fisica dell’atto sensibile del fare. Unisce diversi aspetti di presentazioni precedenti in nuove costellazioni e concetti espositivi.
Le sue principali mostre personali e collettive includono, tra le altre: CFAlive, Milano; Club Solo, Breda; Arcade, Londra; Stigter van Doesburg, Amsterdam; Frans Hals Museum, Haarlem; Alice Folker Gallery, Copenhagen, PSM, Berlino; OUTPOST, Norwich; Photographers Gallery London, UK; FOAM, Amsterdam; Crawford Art Gallery, Cork; Next Visit, Berlino. Ha partecipato a residenze artistiche presso la Rijksakademie, Amsterdam e la Künstlerhaus Bethaniën, Berlino.
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