Grande è la soddisfazione per un invito che equivale a un riconoscimento importante, relativamente a un progetto che sta dimostrando l’intuito e l’avvedutezza dell’Ecomuseo nel sostenere una “giusta causa”, quella delle latterie turnarie. A Bohinj, in Slovenia, si sta svolgendo la dodicesima edizione dell’incontro annuale promosso da FACEnetwork sui formaggi di montagna, un convegno di rilevanza internazionale a cui partecipano tecnici caseari provenienti da tutta Europa. Gli organizzatori hanno chiesto all’Ecomuseo di allestire, nelle sale dove si svolge il seminario (1-4 ottobre), la mostra “Latte nostro”, dal titolo del documentario di Michele Trentini sulle comunità delle latterie di Campolessi e Peio.
Il motivo dell’esposizione è semplice: l’Ecomuseo ha redatto, con il coinvolgimento dei caseifici di Campolessi, Peio e Valmorel e l’adesione di Slow Food, la “Carta dei princìpi delle latterie turnarie” che illustra i valori della caseificazione collettiva, sistema ancora in uso (sorpresa!) in numerose malghe attive sul versante meridionale del Monte Nero. Questo ha determinato la necessità di documentare le realtà, italiane e slovene, che operano con il sistema turnario, fotografando i pascoli, le strutture (stalle, malghe) e i protagonisti delle filiere (allevatori, malgari, casari), pure intervistati per far conoscere un “mondo a parte” eppure ancora vitale e straordinariamente attuale. Collaborano al progetto Graziano Soravito per la campagna fotografica e l’antropologa Špela Ledinek Lozej di ZRC SAZU per l’indagine sulle “planine” slovene.
«Le malghe sotto il Monte Nero (slo. Krn) si trovano sul più esteso pascolo montano in Slovenia e sono caratterizzate da un sistema di caseificazione collettiva. Il modello si istituzionalizzò e diffuse sotto la forma delle latterie sociali cooperative alla fine dell’Ottocento. Nel 1873 furono fondate a Bohinj due associazioni casearie (ne facevano parte numerosi contadini, che trasformavano assieme il latte in altrettanti alpeggi); nel 1874 dodici allevatori di un villaggio vicino a Tolmino (slo. Tolmin) costituirono un’altra associazione casearia con regole simili a quelle delle latterie turnarie del Friuli. Nei primi anni del Secondo dopoguerra, nonostante fosse obbligatoria la consegna del latte ai caseifici statali, alcuni allevatori riuscirono a mantenere nelle malghe l’organizzazione collettiva di lavorazione del latte. Dagli anni Settanta la lavorazione del latte negli alpeggi ha iniziato a declinare, eppure in alcune “planine” la caseificazione collettiva si è conservata fino ai giorni nostri».
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