I Vignaioli Indipendenti preoccupati per le decisioni del Governo e la mancanza di ristori. Necessario riaprire al più presto in sicurezza e con controlli
Resta alta la preoccupazione della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti in seguito all’entrata in vigore del Dpcm del 16 gennaio 2021 che vieta la vendita per asporto di qualsiasi bevanda alcolica
dalle ore 18 ai negozi specializzati, lasciando invece libertà di
vendita di tali bevande a tutti gli altri negozi commerciali. Con
ristoranti ed enoteche chiusi, FIVI ribadisce la difficoltà in cui versa
tutta la filiera e si unisce all’appello di Andrea Terraneo, presidente
di Vinarius, che ha denunciato l’anomalia e chiesto spiegazioni al
Governo anche grazie all’interrogazione parlamentare, presentata
dall’onorevole Andrea Dara in data 20 gennaio alla Camera.
L’attuale situazione di incertezza e precarietà
dovuta anche alla mancanza di ristori, infatti, aumenta l’apprensione
dei tanti Vignaioli che a fatica continuano a coltivare le loro vigne,
come spiega Matilde Poggi, presidente della FIVI: “I
Vignaioli, come molte altri operatori del settore horeca e di altre
categorie, sono stati pesantemente indeboliti dai mesi di chiusura
forzata e dalle norme sull’asporto e sugli orari di apertura di enoteche
e ristoranti. Le nuove decisioni del Governo stanno portando pesanti
conseguenze su tutta la filiera. Le misure intraprese finora sono per lo
più adatte alla grande industria, e dimenticano l’esercito di piccoli
produttori artigiani del vino che, con il settore della ristorazione
chiuso, ha sofferto più degli industriali che hanno una clientela più
diversificata”. La presidente di FIVI conclude: “Ribadiamo la necessità
di permettere a tutti di riaprire le attività per lavorare in sicurezza, rispettando le regole, e auspichiamo maggiori controlli per garantire che queste vengano rispettate”.
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