Un
libro, un video, ricerche internazionali sui regimi e sulla ex Casa del
Fascio: iniziative diverse portate avanti da studiosi di università
inglesi e francesi
PREDAPPIO (FC) - Paolo Heywood è un docente ricercatore della
Divisione di antropologia sociale dell’Università di Cambridge; anche
Flaminia Bartolini viene da Cambridge, ed è una ricercatrice di
dottorato presso il Centro di Beni Culturali. Carlotta Borroni è una
studentessa, impegnata in un master sullo Studio dei media presso la
Goldsmith University di Londra; Stéphanie Dechezelles è una docente
dell'Università di Marsiglia / Aix-en-Provence; Simona Storchi è la
direttrice del Dipartimento di Italianistica dell'Università di
Leicester.
Persone diverse provenienti da importanti università europee,
ciascuna impegnata nella ricerca storica sul Novecento. Una storia che a
Predappio segna un capitolo fondamentale: è qui, infatti, che i cinque
intellettuali sono approdati negli ultimi mesi, per attingere
informazioni utili alle loro ricerche.
Paolo Heywood, 30 anni, antropologo, trascorrerà
in paese tutta l’estate per raccogliere storie, dati e informazioni sui
predappiesi, sul loro atteggiamento nei confronti dell’eredità storica
del posto e sul progetto del museo nell’ex Casa del Fascio. Il suo
obiettivo è scrivere un libro, dal taglio accademico: “Predappio è un
luogo unico al mondo – dice -, in cui si concentrano tematiche ancora oggi
al centro dell’interesse nazionale e internazionale. Sono qui – afferma
l’antropologo – per imparare e per studiare. La prima impressione è che
questo sia un posto davvero molto interessante, in cui trovare una
sintesi delle problematiche sociali e culturali ancora attualissima”. Lo
studioso sta raccogliendo testimonianze tra i cittadini: chi è
interessato a collaborare con lui può contattarlo all’indirizzo mail
pph22@cam.ac.uk.
Flaminia Bartolini è una ricercatrice di dottorato
presso il Centro di Beni Culturali dell’Università di Cambridge,
specializzata in tematiche relative alle memorie difficili e politiche
di gestione dei beni culturali delle dittature. Per questo sta seguendo
con attenzione il dibattito sul futuro centro di documentazione a
Predappio: "Il recupero di edifici dell’epoca della dittatura - afferma -
apre molte questioni sul ruolo della memoria, e sulla possibilità di
creare una narrativa condivisa sul Fascismo". Flaminia intende creare
opportunità di dibattito con la popolazione a Predappio: chi fosse
interessato alle sue ricerche può contattarla via email all'indirizzo fb282@cam.ac.uk.
Per la sua tesi di laurea del master in Studio dei media, Carlotta Borroni
ha deciso di girare un documentario sul fascismo in Italia e sul
progetto di costruire un museo sul fascismo a Predappio. Incentrato
sull’analisi della relazione tra memoria culturale e immagini, il suo
lavoro l’ha portata ad intervistare alcuni responsabili del progetto, a
corredo del video girato in paese.
La professoressa ordinaria di Scienze Politiche Stéphanie Dechezelles
sta invece conducendo un progetto di ricerca, assieme a colleghi
francesi e britannici, sulle politiche legate alla memoria di regimi
non-democratici in Europa ed in Sud America. Il suo interesse è
incentrato sulle iniziative lanciate dal sindaco Frassineti e dalla sua
giunta e sul progetto Atrium, di cui Predappio è un punto cardine,
emblematico per la ricerca avviata da questo team europeo.
Simona Storchi dell'Università di Leicester, infine, è impegnata in una ricerca storica sulla ex Casa del Fascio di Predappio dal 1945 ad oggi,
per raccontarne l'uso fatto della struttura dal primo dopoguerra ai
giorni nostri, attraverso lo studio di delibere comunali, documenti,
immagini.
Ricerche e storie personali diverse, intrecciate lungo le strade della cittadina romagnola che oggi,
attraverso la scelta dell’Amministrazione di Predappio di trasformare
l’ex Casa del Fascio in un Centro di documentazione dedicato al
Novecento, si candida a divenire luogo di riflessione e dibattito vivo
sul passato, sul presente e sul futuro.
Nessun commento:
Posta un commento