Chef Carlo Biggio guiderà l’Italia al Tuna Competition, il Campionato mondiale del tonno, evento clou della kermesse gastronomica “Girotonno” che celebra il tonno rosso del Mediterraneo. La manifestazione è giunta alla sua 20esima edizione ed è in programma dal 30 maggio al 2 giugno a Carloforte, sull’isola di San Pietro, in Sardegna. Sei i Paesi in gara: Brasile, Giappone, Grecia, Israele, Palestina e appunto l’Italia, capitanata da Carlo Biggio chef del ristorante SOS Ammentos a San Teodoro e proprietario della gastronomia Mamma Fina. A completare il team, Emiliana Scarpa chef di Cagliari e il collega palermitano Benedetto Di Lorenzo, attualmente al Blu restaurant di Locarno. “Una competizione importante a cui sono orgoglioso di partecipare in veste di capitano della mia Italia - spiega chef Biggio - Il livello è altissimo e sarà davvero impegnativo riuscire a battere molti colleghi eccezionali. Per riuscire a conquistare il gradino più alto del podio credo che oltre all’impegno e alla passione che ogni giorno ci contraddistinguono, farà la differenza metterci il cuore e l’amore per la nostra tradizione culinaria”.
Carlo Biggio, nativo di questi luoghi, da padre Calasettano e mamma Carlofortina è tra i pochissimi esponenti della tradizione culinaria tabarchina. Giovane chef, dopo una serie di esperienza all’estero in ristoranti di alto livello nel corso della sua carriera, grazie alla forte identità sarda e a quella appunto Tabarchina ha saputo distinguersi, diventando un riferimento locale e internazionale attraverso programmi tv e competizioni rappresentando l’Italia e il suo territorio.
La sua gastronomia, Mamma Fina, aperta insieme al fratello Carmelo, una volta fatto rientro nella sua amata Calasetta, è un omaggio alla madre e alla sua passione per la cucina. Nella sua gastronomia si concentra una cucina casalinga di piatti che traggono origine dalla tradizione tabarchina e da quella italiana, con ingredienti locali, in primis il pesce e le sue salse di accompagnamento.
L’Aggiadda è una delle sue specialità: composta di pomodoro, capperi, alloro e aglio. Un condimento che ha origine dalle rotte mercantili che proprio a Calasetta e Carloforte avevano un centro nevralgico, tra la Liguria e il Nord Africa. In passato i pescatori la utilizzavano per conservare il pesce o per condirlo direttamente a bordo. Una ricetta importata in Sardegna dai tabarchini, popolo di navigatori liguri che colonizzò nel 1500 l’isola di Tabarca, in Tunisia, per poi insediarsi stabilmente nel sud della Sardegna, sulle isole di San Pietro e Sant’Antioco. Ancora oggi gli abitanti di Carloforte e Calasetta, i due principali comuni di queste isole, si definiscono orgogliosamente tabarchini e portano avanti le tradizioni, il dialetto e l’identità gastronomica liguri, senza dimenticare la contaminazioni dei territori che hanno attraversato.
Sempre di più la cultura gastronomica tabarchina incontra l’attenzione di appassionati gourmand e amanti del buon cibo e curiosi sempre alla ricerca di nuovi sapori. Una cucina ancora poco diffusa e che raccoglie in sé tutto lo spirito e l’essenza di una cultura, di un popolo. A tal proposito lo chef Biggio insieme al brand Bonverre ha firmato una collaborazione grazie alla quale è riuscito a portare oltremare l’Aggiadda. Grazie a Bonverre, questo condimento tabarchino è oggi sugli scaffali di tutta Italia, con quasi 200 gastronomie selezionate, enoteche e store che fanno della selezione di prodotti autentici la loro missione.
L’obiettivo è chiarissimo: diffondere la cucina tabarchina partendo dal territorio e dalla sua tradizione più autentica. I tabarchini rappresentano una delle più grandi eredità della storia italiana, una cultura che fonde tutte le sfumature del Mediterraneo e contribuisce ad alimentare un patrimonio gastronomico unico. Credits Foto by Aromi.Group |
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