La nuova guida “Emilia Romagna da Bere”, presentata a Piacenza venerdì 15 settembre in occasione della tappa di Tramonto DiVino, celebra per la prima volta 12 vini simbolo dell’eccellenza enologica regionale: per il Piacentino scelto il Vin Santo della cantina Mossi 1558
Dodici ambasciatori dell’eccellenza enologica dell’Emilia Romagna, bottiglie che raccontano in modo emblematico l’anima e la grande qualità dei diversi territori di produzione regionale: è questa la principale novità dell’edizione 2023/2024 della guida ai vini “Emilia Romagna da Bere e da mangiare” dell’Associazione Italiana Sommelier (AIS), presentata a Piacenza venerdì 15 settembre in occasione della tappa della kermesse di degustazione “Tramonto DiVino. Tra le migliaia di assaggi di spumanti e vini fermi bianchi, rossi e rosati effettuati nei mesi scorsi, le commissioni di sommelier delle sezioni di Emilia e Romagna hanno individuato dodici etichette “portabandiera” nel cui racconto viene rappresentata al meglio la storia, la cultura enologica e l’originalità produttiva dei diversi terroir, sei situati in Emilia e altrettanti in Romagna.
A rappresentare il top della qualità enologica di Piacenza, che si conferma anche quest’anno la terra con il maggior numero di vini eccellenti, è il Colli Piacentini Doc Vin Santo Le Solane 2008 della cantina Mossi 1558. Sugli scudi, quindi, la Malvasia aromatica di Candia, vitigno sempre più apprezzato anche a livello internazionale, che in questa interpretazione dà sfoggio della sua grandissima capacità di attraversare il tempo. “Le Solane – si legge nella guida, dove una nota storica richiama l’importanza della Repubblica di Venezia per la diffusione della Malvasia nel Piacentino tra il XV e il XVI secolo – è un vino prezioso il cui fascino è legato alla dolcezza della frutta disidratata e del miele in armonia con frutta secca, spezie, amaricante scorza di agrumi e una ventata di agile freschezza”.
“Siamo davvero entusiasti per questo importante riconoscimento – afferma il titolare di Mossi 1558 Marco Profumo – che accende i riflettori sul vitigno più nobile della nostra terra e il più vocato a raccontarne lo straordinario valore enologico. Come azienda puntiamo fortemente sulla Malvasia, vinificandola secondo metodi tradizionali come nel caso del Vin Santo o della versione frizzante, ma anche proponendo una versione ferma più contemporanea e di grande dinamicità attraverso la fermentazione e la maturazione prolungata in clayver, anfore di ceramica che permettono un’evoluzione migliore del vino conservandone la caratteristica e originaria aromaticità”.
Il vino premiato – I vigneti da cui nasce Le Solane si trovano sulle colline di Albareto, nel Comune di Ziano Piacentino, a un’altitudine di 240 metri e con una pendenza del 15%. I filari hanno tra i venti e i trent’anni di età e affondano le radici su un terreno a tessitura argillosa esposto a sud-est. Alla selezione e raccolta delle uve migliori fa seguito un appassimento naturale dei grappoli, che avviene all’aperto con la quotidiana rimozione di quelli non idonei. Dopo la pressatura e la decantazione, la fermentazione avviene in barrique di legno francese, dove il vino riposa per anni prima del passaggio e dell’ulteriore affinamento in bottiglia.
Per i dodici vini ambasciatori dell’Emilia Romagna la guida dell’AIS propone un doppio abbinamento gastronomico, uno più tipicamente territoriale e uno più estroso che accosta al sorso sapori meno consueti. Nel caso de Le Solane l’abbinamento tradizionale è con torta sbrisolona e zabaione, mentre quello sorprendente è con i marillenknödel, gnocchi dolci ripieni di albicocche caramellate, un dessert austroungarico che si presenta come la versione dolce dei canederli tirolesi.
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