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sabato 30 settembre 2023

“Sguardi sui territori”, quarta edizione

 




4 sedi, 21 film, 10 tra associazioni, istituti di ricerca, musei ed ecomusei provenienti da tutta Italia, 16 tra antropologi, storici, architetti, geografi, archivisti, documentaristi, registi che parteciperanno alla rassegna: sono i numeri della IV edizione del Festival “Sguardi sui territori”, itinerante, dedicato al rapporto tra antropologia visuale ed ecomusei, in programma dal 5 all’8 ottobre a Udine, Gemona del Friuli, Buja e Montenars. Tema conduttore di quest’anno è il paesaggio, pensato a partire dalla definizione coniata dalla Convenzione europea – “Paesaggio” designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni –, ma anche articolato entro le dinamiche contemporanee: i mutamenti climatici e le conseguenti trasformazioni dei luoghi e delle attività, le intersezioni fra uomo e natura, gli abbandoni, i ritorni, i processi dialettici fra tradizione e innovazione, i ricambi e gli scambi intergenerazionali, i patti e i conflitti fra i diversi interessi territoriali.

La prima giornata, ospitata presso il cinema Visionario di Udine e dedicata al regista marchigiano Libero Bizzarri, vedrà coinvolti l’AAMOD di Roma e il Centro Studi Don Nicola Jobbi di Teramo. Le due giornate centrali del festival, in programma a Gemona, Buja e Montenars, si occuperanno di progetti di ricerca territoriali realizzati in Basilicata (“Le architetture rurali e il patrimonio demoetnoantropologico” a cura dell’ICCD del Ministero della Cultura e dell’Associazione Bambun di Teramo), Veneto (“Vaia: la tempesta nella memoria”, a cura del Museo Etnografico Dolomiti), Sardegna (“Fontane storiche e architetture dell’acqua”, a cura dell’Associazione Storia della Città di Roma) e Friuli Venezia Giulia (“Roccoli e bressane del Friuli”, a cura dell’Ecomuseo delle Acque). La giornata conclusiva a Gemona darà spazio a realtà museali regionali e nazionali (Ecomuseo “I Mistîrs”Ecomuseo Cimbro dei Sette Comuni) che si sono misurate con la rappresentazione audiovisuale dei loro territori e delle loro comunità. Un bilancio finale coinvolgerà tutti i partecipanti per individuare le future, possibili traiettorie del festival.

«Tutto questo sforzo, questa attenzione a temi e contenuti apparentemente lontani dalle attività e dalle pratiche museali, sono comprensibili se viene valutato il modello operativo di cui è portatore l’Ecomuseo delle Acque: si rifà ai concetti della nuova museologia che vede il museo aperto al territorio e non più racchiuso in un edificio, e che sposta i princìpi alla base dell’istituzione museale dalla collezione al patrimonio in senso olistico, da un’impostazione disciplinare a una modalità di organizzazione interdisciplinare, dalla gestione pubblica dei beni culturali a forme di cittadinanza attiva in favore del patrimonio nella sua più ampia accezione». (dal Catalogo del Festival)

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