Ancora due giorni per visitare alla Fondazione Luciana Matalon di Foro Buonaparte 67 a Milano la mostra di Nello Taietti "Onironautica 2", titolo dell'omonimo progetto multidisciplinare che ha messo insieme modalità espressive differenti tra teatro, musica e fotografia, evocando il rapporto che lega l’attività onirica a quella della veglia.
Nelle oltre cento fotografie in mostra, nei colori e nelle atmosfere legate alla sfera inconscia dell'autore, il visitatore prende coscienza di come la realtà “grezza”, che viviamo tutti i giorni, abbia uno strettissimo legame con quella più spirituale e sottile che si palesa quando siamo protagonisti dei “sogni lucidi”, ovvero quando siamo coscienti del fatto di stare sognando durante il sogno.
Il linguaggio di “Onironautica 2” - che è stato declinato anche in uno spettacolo teatrale dal grande impatto emotivo andato in scena sempre alla Fondazione Luciana Matalon il 6 e il 13 maggio - è strettamente connesso all’immaginario onirico del protagonista che racconta, in prima persona, tematiche e drammaticità del contemporaneo che lo influenzano, travolto da pandemia, guerre e catastrofi naturali: un vero e proprio viaggio attraverso i sogni che, inizialmente onirici, si tramutano poco alla volta in veri e propri incubi, intrecciandosi sempre più con le atrocità dei nostri tempi, come se non ci fosse più differenza tra il sogno e la veglia.
Paolo Cacciato: «L’autore usa il mezzo fotografico per giungere in profondità, lasciando materializzare dal proprio inconscio due figure che, pur essendo caratterizzate da forte corporeità, richiamano indiscutibilmente a un livello intellettuale e poetico di ricerca personale, rivolta al mondo dell’arte quale fuga dall’orrore.»
Infatti, solo grazie all’azione delle Muse Calliope ed Erato, voci del potere della poesia e del corpo, il dolore del protagonista si attenuerà e avrà la possibilità di tornare a vivere, “a pensare col cuore in una forma superiore di coscienza”, portando con sé la speranza di un futuro più roseo, simboleggiato dalla provvidenziale venuta al mondo della neonata Alba.
Autore, regista e fotografo, Nello Taietti riesce a far convivere in perfetto equilibrio espressioni artistiche differenti, con le immagini fotografiche che, come sottolinea Roberto Mutti, «avanzano in dichiarata autonomia ma con un ritmo poetico parallelo a quello della narrazione e della musica. L’obiettivo diventa così complice di una molteplicità di sguardi che nascono da una sintonia stabilita con lo spettatore che si trova a indagare sui corpi, a indovinare le espressioni, a confrontarsi con i più diversi aspetti della realtà.»
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