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venerdì 28 aprile 2023

Riaprono i cantieri del paesaggio

 



Sono fra le strutture più antiche create dall’uomo, utilizzate per sostenere ripiani e terrazzamenti da coltivare o per delimitare i confini a protezione dei terreni agricoli. I muri a secco costituiscono oggi dei manufatti difficilmente realizzabili a causa del sempre più esiguo numero di persone in grado di costruirli a regola d’arte. Purtroppo molti muri vengono rifatti legando le pietre con malta cementizia: tutto questo costituisce un danno non solo dal punto di vista paesaggistico, ma anche ecologico, statico e idrogeologico. Le opere in pietra a secco, che hanno modellato la verticalità dei pendii dando forma a grandi e piccoli appezzamenti di terra, sono oggi minacciate dall’abbandono. Il sistema costruttivo che le caratterizza, se non viene costantemente tenuto in efficienza e mantenuto, subisce un rapido degrado, spesso irreversibile.

Per contrastare questo declino l’Ecomuseo ha avviato da anni una serie di iniziative (convegni, mostre, laboratori, schedatura delle opere, visite sul campo) volte alla tutela e al ripristino di un patrimonio storico-culturale di grande rilevanza. Un tempo la stabilità dell’opera in pietra era affidata alla bravura del costruttore, solitamente lo stesso agricoltore, che tramandava la tecnica direttamente. Oggi l’Ecomuseo si fa carico dell’apprendimento e della diffusione dei metodi e delle procedure corrette organizzando i cantieri del paesaggio con il coinvolgimento di ITLA Italia. Si tratta di corsi pratici introduttivi di costruzione dei muri a secco, a cui possono partecipare tutte le persone interessate. Nel 2023 sono in programma due appuntamenti: a Susans in collaborazione con il Comune di Majano (dal 15 al 20 maggio); ad Artegna lungo il “Troi dal Zuc” con il sostegno decisivo del Comune (dal 28 agosto all’8 settembre). Sono aperte le iscrizioni: i corsi condotti da esperti artigiani richiedono il numero chiuso.

La mostra itinerante “Muri e cantieri. Non solo pietre”, promossa dall’Ecomuseo, dispone ora di un catalogo. Alle foto di Graziano Soravito, instancabile nella sua azione di documentazione sul campo, fanno da corredo i testi di Donatella Murtas direttrice di ITLA Italia, Daniele Tenze geologo, Giuliano Mainardis naturalista e Maurizio Tondolo coordinatore dell’Ecomuseo. Il catalogo contiene le foto di una parte del vasto campionario di manufatti in pietra che segnano il territorio del Gemonese, dai muri di sostegno delle aree terrazzate di Gemona, Artegna e Montenars alle muraglie di Buja e Venzone sino ai muri merlati di Osoppo e Ospedaletto, riservando un’attenzione particolare al ruolo ecologico svolto dai muri a secco.

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