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giovedì 6 ottobre 2022

Il Vino Nobile di Montepulciano: un vino, un terroir

 





Sono numerose le particolarità che fanno del Vino Nobile un prodotto identitario, di carattere e soprattutto fortemente legato al suo territorio di origine. Il disciplinare di produzione (il primo risale al 1966, mentre l’ultima modifica è del 2010), racchiude tutte le peculiarità e le caratteristiche distintive di questo prodotto. A partire dal forte legame con una zona di produzione molto circoscritta che comprende il solo territorio comunale di Montepulciano, città rinascimentale della Toscana, in provincia di Siena, escludendo la zona di pianura della Valdichiana. Sono infatti solo le vigne situate ad una altitudine compresa tra i 250 e i 600 metri sul livello del mare che possono concorrere alla produzione della Docg. Non è un caso che per questo si parli di un vino di territorio, terroir lo chiamerebbero i francesi, che a Montepulciano si ritrova in alcune aree particolarmente vocate e appositamente mappate. Sono le stesse che in gergo vengono definite “micro zone”, ovvero dei piccoli fazzoletti di terreno dove oggi si concentra la maggior parte del “Vigneto Nobile”, l’altra vera particolarità di questo vino. I vitigni previsti dal disciplinare sono per lo più quelli storici, autoctoni per chiamarli col giusto termine, ed è per questo che prevale il Sangiovese (che a Montepulciano prende il nome di Prugnolo Gentile) che deve essere presente per almeno il 70 per cento. Possono poi concorrere all’uvaggio del Nobile, fino ad un massimo del 30 per cento, altri vitigni a bacca rossa, cosiddetti complementari, idonei alla coltivazione nella Regione Toscana. Tra questi sono frequenti il Colorino, il Mammolo, il Canaiolo, ma anche alcuni vitigni internazionali come il Merlot o il Cabernet Sauvignon. Una volta terminato il lavoro nel vigneto il disciplinare regola quello di cantina, quindi non solo la lavorazione, ma soprattutto l’affinamento, momento nel quale il Nobile acquisisce da un lato le sue caratteristiche organolettiche principali, le stesse che poi fanno sì che la qualità di questo vino sia universalmente riconoscibile, dall’altro la personalizzazione dei singoli produttori. Le operazioni di vinificazione e di invecchiamento devono essere effettuate in cantine situate nel territorio di Montepulciano e l’invecchiamento deve durare almeno due anni, conteggiati a partire dal primo gennaio successivo alla vendemmia. Entro questo periodo il produttore può decidere se far maturare il Nobile per 24 mesi in legno, oppure 18 mesi in legno e i restanti in altri recipienti, oppure almeno 12 in legno, sei in altri recipienti e sei in bottiglia. Del Vino Nobile esiste da disciplinare anche la tipologia “Riserva”, che come dice il nome stesso presenta un invecchiamento più lungo rispetto alla sua base. In questo caso sono almeno tre gli anni di affinamento in legno e almeno sei mesi in bottiglia.

 

1980-2020: QUARANTA ANNI DI DOCG E DI STORIA DEL VINO ITALIANO DI QUALITA’

Correva l’anno 1980 quando l'allora Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste rilasciava la prima fascetta che identificava una denominazione vinicola come "garantita" (D.O.C.G.). Si apriva così una nuova era per il vino italiano. Questa fascetta, serie AA n° 000001, è oggi conservata negli uffici del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano ed è l’immagine simbolo dei festeggiamenti per il quarantennale che ricorrerà per tutto l’anno 2020. La storia della fascetta AA 000001 è molto lunga. Sono infatti occorsi circa 11 anni di riunioni, incontri, richieste da quando, nel lontano 1969, il Consorzio fece richiesta della DOCG (Legge 930/63), a quando questa è stata riconosciuta nel 1980. Il Consorzio del Vino Nobile, primo in Italia, divenne così una vera e propria rompighiaccio nel mare della burocrazia fino al 1978, data della pubblicazione in Gazzetta della richiesta di modifica al disciplinare del Nobile. Il 1 luglio 1980 fu l’allora Presidente della Repubblica Italiana, Sandro Pertini, a firmare il decreto che sanciva l’ottenimento della DOCG per il Vino Nobile di Montepulciano. Il percorso non sarebbe finito qui, dal momento che non essendoci precedenti fu proprio il Consorzio del Vino Nobile, d’intesa con il Ministero dell’Agricoltura e con la Camera di Commercio di Siena, a mettere a punto il sistema dei controlli (fu creata la prima commissione camerale, la “N.1”). Nel 1980 furono 450mila le bottiglie di Nobile DOCG. Oggi il Vino Nobile di Montepulciano è una delle denominazioni italiane più riconosciute nel mondo.

 

 

La Vendemmia 2021. Il 2021 ha avuto un andamento meteorologico decisamente straordinario, sia in termini di piovosità, sia per alcuni picchi termici registrati in primavera. La piovosità totale annua è stata pari a 510 mm, valore decisamente basso, circa il 25% meno della piovosità media annua della zona. Relativamente alle temperature, i mesi che si sono discostati fortemente dalle medie del periodo sono stati marzo e soprattutto aprile, che hanno fatto registrare valori delle minime particolarmente bassi. In aprile, nella notte tra il 7 e l’8, le temperature notturne sono scese sotto lo zero per molte ore, raggiungendo nei fondivalle anche i -7°C, e arrecando criticità in fase di schiusura. Il germogliamento è avvenuto tra il 28 marzo e il 27 aprile; la fioritura tra il 2 e il 15 giugno e l’invaiatura tra il 27 luglio e il 26 agosto. La vendemmia si è sviluppata tra la metà di settembre i primi di ottobre.

I vini del 2021, degustati dopo le fermentazioni malo-lattiche, presentano colori molto decisi, profumi intensi dominati da sentori di frutta matura e una notevole struttura caratterizzata da abbondante tannicità e buona acidità. A livello analitico si rilevano valori elevati di intensità e tonalità di colore, di alcool, di estratti e di polifenoli totali e livelli medi di acidità e pH.

 

Vino Nobile di Montepulciano “Pieve”: già in cantina le annate che verranno. Sono oltre 40 le aziende di Vino Nobile di Montepulciano che con la vendemmia 2021 hanno selezionato una partita di Vino Nobile di Montepulciano atto a divenire “Pieve”. Circa 500 mila le bottiglie previste in uscita per la prima annata disponibile (la 2024), pari al 10% circa della produzione di Vino Nobile di Montepulciano. Rispetto allo scorso anno, data di presentazione del disciplinare, dopo la delibera positiva da parte della Regione Toscana (primo step dell’iter), ora il Consorzio aspetta l’ok definitivo dalla Comitato Vini del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

L’idea di far nascere il Vino Nobile di Montepulciano menzione “Pieve” (attualmente il disciplinare prevede Vino Nobile di Montepulciano e Vino Nobile di Montepulciano Riserva), nasce da un percorso metodologico che ha visto il consenso e la partecipazione di tutte le aziende produttrici. Un percorso di studio all’interno della denominazione stessa, che grazie a momenti di incontro, confronto e di analisi collettiva, ha portato alla nascita di una “visione” univoca di Vino Nobile di Montepulciano. Una visione supportata dalla ricerca anche degli esperti. Da una parte abbiamo dato vita ad una ricerca dal punto di vista geologico e pedologico, tema che il Consorzio ha a cuore dagli anni ’90, (siamo stati tra i primi in Italia a “zonare” il territorio di produzione e successivamente a riportarlo in una mappa realizzata da Enogea); dall’altra l’approfondimento è stato fatto anche nelle biblioteche e archivi storici, fino ad arrivare al Catasto Leopoldino del 1800.

Il disciplinare: dalla stesura alla approvazione destinazione 2024. Un vino che avrà come caratteristiche il territorio (appunto con le sottozone), l’uvaggio che sarà legato al Sangiovese e ai soli vitigni autoctoni complementari ammessi dal disciplinare con uve esclusivamente prodotte dall’azienda imbottigliatrice. L’altra novità è che verrà istituita una commissione interna al Consorzio composta da enologi e tecnici la quale avrà il compito di valutare, prima dei passaggi previsti dalla normativa, che le caratteristiche corrispondano al disciplinare stesso.

Le “pievi” per caratterizzare anche la territorialità del vino. Lo studio storico della geologia e della geografia del territorio ha portato alla individuazione di 12 zone, definite nel disciplinare di produzione UGA (Unità geografiche aggiuntive), che saranno anteposte con la menzione “Pieve” in etichetta. Questo aspetto rappresenta l’identità del Vino Nobile di Montepulciano che guarda appunto al passato. La scelta di utilizzare i toponimi territoriali riferibili a quelli delle antiche Pievi in cui era suddiviso il territorio già dall'epoca tardo romana e longobarda, nasce da un approfondimento di tipo storico, paesaggistico e produttivo vitivinicolo. In particolare la volontà del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano è quella di ribadire e codificare una realtà fisica con antica radice storica, che ha caratterizzato il territorio poliziano fino all'epoca moderna e che trova la sua eco anche nel catasto Leopoldino dei primi decenni del XIX secolo, che suddivideva il territorio in sottozone definite con il toponimo. 

 

Sostenibilità, il distretto della Denominazione Vino Nobile di Montepulciano primo in Italia ad essere certificato con la norma EQUALITAS. E’ ora ufficiale: il Vino Nobile di Montepulciano è la prima denominazione italiana ad aver ricevuto il marchio di certificazione di sostenibilità secondo lo standard Equalitas. La notizia è stata annunciata nella sede di Federdoc, tra i partner del percorso, in occasione della presentazione del traguardo che ha riguardato la denominazione toscana come la prima in Italia in questo senso. Sostenibilità: un percorso che parte da lontano a Montepulciano. La visione di sostenibilità a Montepulciano nasce in tempi non sospetti. Negli anni 1985/1990, grazie alla sensibilità del Consorzio ed al sostegno del Comune di Montepulciano, fu creata una rete di stazioni meteorologiche installate su tutto l’areale di produzione per la rilevazione dei dati meteo. In base alle condizioni riscontrate, a cadenza settimanale gli esperti agronomi emanavano il “messaggio verde”. Di fatto uno strumento operativo a favore delle aziende che permetteva di razionalizzare gli interventi di difesa fitosanitaria con la conseguente limitazione dell’utilizzo di presidi chimici.

Nei primi anni ’90 il Consorzio fu tra i primi in Italia ad indagare i terreni produttivi tramite un progetto di zonazione denominato “Vino Nobile Di Montepulciano Zonazione e Valorizzazione Del territorio” che interessò i vigneti di produzione nel triennio 1992/1994. Fu condotto dal gruppo di ricerca in viticoltura presso l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige con il fondamentale apporto dell’allora Istituto Sperimentale per lo studio e la difesa del Suolo di Firenze. La sezione clima fu trattata dall’Istituto Sperimentale per la viticoltura di Arezzo. Il progetto ha prodotto una carta tematica per la gestione del territorio di produzione ancora oggi attuale e basilare per gli studi che si sono susseguiti. Intorno al 2006, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, è nato un progetto per lo smaltimento di scarti biologici dalle vigne per la realizzazione di biomassa da combustione per il sostegno energetico a plessi scolastici e amministrativi.

Nel 2015 il progetto della Carbon Footprint del Vino Nobile di Montepulciano diventa un modello su scala nazionale. Il sistema che calcola l’“impronta di carbonio” del ciclo produttivo di una bottiglia di Vino Nobile, ovvero le emissioni di CO2 derivanti dalla realizzazione del pregiato vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita, è stato infatti riconosciuto da un gruppo di istituzioni ed aziende che operano ai massimi livelli nel campo della qualità e delle relative certificazioni e che abbineranno quindi il proprio nome a quello del progetto. L’idea di misurare la Carbon Footprint della DOCG di Montepulciano e di attivare una serie di pratiche per la diminuzione o la compensazione della emissioni di anidride carbonica è stata presentata in occasione dell’Anteprima del Vino Nobile 2014 dal Comune di Montepulciano (che ha finanziato il progetto), dal consorzio dei produttori e dall’Università Marconi di Roma, incaricata della realizzazione tecnico-scientifica. Il programma, che ha ricevuto il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Siena e della Camera di Commercio provinciale, in circa un anno è passato dalla fase progettuale a quella sperimentale grazie a una piattaforma di raccolta dati testata con l’Università Marconi di Roma. I produttori hanno all’epoca prontamente compreso la portata rivoluzionaria del progetto, esprimendo convincimento ed entusiasmo; stesso atteggiamento ha manifestato il Gambero Rosso, voce leader a livello internazionale nell’informazione eno-gastronomica, che ha ugualmente garantito il proprio appoggio per il “lancio” della notizia e per la relativa campagna. Questo progetto è stato premiato nel 2015 alla Smau di Milano come “Smart Communities”. 

Lo standard Equalitas (www.equalitas.it), elaborato dall’omonima società italiana controllata da Federdoc, consente la certificazione di sostenibilità dell’Organizzazione, ovvero della singola impresa vitivinicola, dei prodotti vitivinicoli e delle Denominazioni di Origine. Lo standard è studiato espressamente per il settore vitivinicolo ed è certamente tra i più all’avanguardia a livello internazionale, l’unico a prevedere anche la certificazione delle denominazioni di origine. Equalitas è un protocollo molto impegnativo che implica il rispetto di un numero elevato di requisiti ambientali, come la misurazione dell’impronta carbonica e dell’impronta idrica, e socio economici, come la verifica del rispetto delle libertà sindacali e delle pari opportunità. Inoltre, Equalitas prevede anche il raggiungimento di obiettivi progressivi e la stesura di un bilancio di sostenibilità nel quale presentare e comunicare i risultati ottenuti.

#Portamiconte: un progetto con l’Amministrazione Comunale contro lo spreco alimentare

Nasce l’accordo tra Amministrazione Comunale di Montepulciano, Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e gli esercenti del territorio, per utilizzare particolari doggy e wine bag, realizzate con materiale riciclato e a sua volta ancora riciclabile da destinare ai turisti e ai consumatori che da oggi continueranno a vivere nel territorio comunale

In virtù della forte presenza turistica nella città del Vino Nobile di Montepulciano (circa 1,3 milioni di turisti all’anno) e della forte presenza di strutture ricettive con somministrazione di cibi e bevande (oltre 200 esercizi tra enoteche, bar, ristoranti), è nata questa idea di realizzare delle scatole per raccogliere le pietanze e le bevande non consumate direttamente sul posto dando un contributo così allo spreco degli alimenti avanzati che altrimenti si genererebbe. Con queste doggy e wine bag, che al loro esterno come potete notare hanno una unica grafica contenente la spiegazione del progetto, si mira ad aumentare il concetto di lotta allo spreco alimentare a partire proprio dal consumatore che inoltre rilascerà sul territorio incartamenti riciclabili a tutti gli effetti.

Gli obiettivi sono quelli di sensibilizzare i consumatori contro lo spreco del cibo e nello stesso tempo ad avere rispetto per l’ambiente; incentivare la raccolta differenziata nel territorio grazie a materiali completamente riciclabili/biodegradabili. Promuovere le attività di sostenibilità del territorio stesso.

Legno certificato per la filiera vitivinicola: accordo con PEFC Italia. Prosegue l’attività legata al protocollo d’intesa con PEFC Italia, organizzazione senza scopo di lucro e non governativa, impegnata a promuovere la gestione sostenibile delle foreste attraverso una certificazione indipendente di terza parte. In sintesi l’accordo prevede la promozione di campagne di formazione e sensibilizzazione nei confronti dei potenziali operatori della filiera viti-vinicola delle potenzialità connesse alla scelta di prodotti certificati ovvero la tutela dalle foreste e dei loro servizi ecosistemici per noi e per le future generazioni. Nello specifico le due realtà si impegnano a stimolare le aziende a scelte consapevoli anche mediante l’utilizzo di materiali certificati che tutelano il nostro patrimonio forestale, assicurando la legalità e la sostenibilità del materiale di origine forestale (legno, carta, cartone e sughero). Infatti i prodotti con la certificazione PEFC garantiscono la provenienza della materia prima da foreste gestite in modo responsabile, con l’obbligo della riforestazione degli alberi abbattuti, e le foreste mantengono alti i livelli dei servizi ecosistemici, come l’azione mitigatrice del cambio climatico. Il protocollo prevede infatti di dare sostegno ai produttori al fine di informarli sull’esistenza e sulle potenzialità dell’utilizzo di prodotti derivanti da filiere certificate, sostenibili e legali unendo a questo la comunicazione dei valori intrinsechi all’utilizzo di prodotti sostenibili che possono dare un valore aggiunto alla produzione vinicola stessa, a partire dall’utilizzo di imballaggi in legno e strumenti produttivi (come le botti o i pali delle vigne).  E’ inoltre obiettivo della partnership lo sviluppo di strumenti di marketing e informazione rivolti al consumatore finale al fine di favorire la comprensione dell’elevato impatto sociale ed ambientale di un’attenzione particolare nell’uso di prodotti locali sostenibili e a basso impatto ambientale, oltre a sviluppare progetti di riduzione delle proprie emissioni di CO2 o all’adozione di progetti forestali certificati per neutralizzare le emissioni residue, promuovendone l’impatto positivo tramite comunicazioni specifiche verso il consumatore.  Un passo importante considerato l’alto utilizzo di elementi legnosi anche nella filiera vitivinicola a Montepulciano.

 

 

I NUMERI DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO

Il patrimonio “Nobile”. Un miliardo di euro circa. E’ questa la cifra che quantifica il Vino Nobile di Montepulciano tra valori patrimoniali, fatturato e produzione. Circa 65 milioni di euro è il valore medio annuo della produzione vitivinicola, senza contare che circa il 70% dell’economia locale è indotto diretto del vino. Una cifra importante per un territorio nel quale su 16.500 ettari di superficie comunale, circa 2.000 ettari sono vitati, ovvero il 16% circa del paesaggio comunale è caratterizzato dalla vite. Di questi 1.210 sono gli ettari iscritti a Vino Nobile di Montepulciano Docg, mentre 305 gli ettari iscritti a Rosso di Montepulciano Doc. A coltivare questi vigneti oltre 250 viticoltori (sono circa 90 gli imbottigliatori in tutto dei quali 75 associati al Consorzio dei produttori). Circa mille i dipendenti fissi impiegati dal settore vino a Montepulciano, ai quali se ne aggiungono altrettanti stagionali. Nel 2021 sono state immesse nel mercato 6,8 milioni di bottiglie di Vino Nobile (+21,4% rispetto al 2020) e 2,6 milioni di Rosso di Montepulciano (+6,4% rispetto al 2020).

 

Il mercato. Il 2021 è stato un anno importante per il mercato del Vino Nobile di Montepulciano rispetto a quello precedente caratterizzato dalle chiusure di ristoranti e ridimensionamento dell’export. Ebbene il mercato del Vino Nobile di Montepulciano nell’anno appena scorso ha visto un incremento significativo del mercato interno. Le esportazioni, che tuttavia restano il principale canale di sbocco, hanno fatto segnare un 70% (negli anni passati si era arrivati al 78%), mentre il restante 30% viene commercializzato in Italia. Continua la tendenza di crescita degli ultimi anni la vendita diretta in azienda che nel 2021 ha raggiunto il 30%. Per quanto riguarda il mercato nazionale inoltre le principali vendite sono registrate in Toscana per il 40%. Al nord viene venduto il 34,4% (+20% rispetto al 2019). Per quanto riguarda l’estero si assiste a una torta divisa a metà tra Europa e paesi extra Ue. La Germania continua ad essere il primo mercato del Nobile con il 39% della quota esportazioni. Il secondo Paese di riferimento è quello degli Stati Uniti arrivando a rappresentare il 26% dell’export del Vino Nobile di Montepulciano (+4% rispetto al 2019). Successo anche per i mercati asiatici, balcanici ed extra Ue con oltre il 4% delle esportazioni. Continua il trend di crescita del Canada che da solo vale il 4% delle esportazioni. Un dato davvero significativo è la fetta di mercato del Vino Nobile di Montepulciano a marchio bio che nel panorama italiano vale il 42% delle vendite, mentre a livello internazionale rappresenta il 69%. Un dato che rispecchia anche la produzione biologica a Montepulciano (più della metà dei soci del Consorzio è ormai biologico o in conversione) e va nella direzione della certificazione Equalitas.

 

 

La Fortezza di Montepulciano e il lavoro dei produttori per sostenere le bellezze del territorio. L’Antica Fortezza di Montepulciano, dove hanno sede gli uffici del Consorzio e l’Enoliteca consortile, è il simbolo della città, situata nella parte più alta di Montepulciano, ed è il frutto di un importante intervento di restauro che ha visto impegnati il Comune, gli stessi produttori di Nobile ed un partner straniero, la Kennesaw University della Georgia (USA), che nell’edificio ha insediato il suo primo campus all’estero. Grazie alle risorse raccolte (in totale circa 3 milioni di euro), tramite la Regione Toscana, anche in sede europea , la Fortezza è stata restituita ad una piena fruibilità pubblica. Ospita infatti anche mostre d’arte, spettacoli, incontri, corsi e altre attività, rappresentando, sia per gli abitanti sia per i turisti, un punto di riferimento che ora avrà tra le sue attrattive anche la possibilità di degustare il Vino Nobile in un ambiente favoloso. La nuova Enoliteca consortile si affaccia sul chiostro della Fortezza ed occupa uno spazio, su un unico piano, di circa 300 metri quadrati, che comprende il banco di accoglienza, la sala per le degustazioni ed i locali di servizio. I locali danno accesso su un magnifico giardino interno, con vista panoramica sul Tempio di San Biagio e sulla Val di Chiana e la Val d’Orcia, impreziosito dalla presenza di alcuni alberi di particolare pregio. Ma ciò che caratterizza maggiormente il locale è il pavimento di cristallo che consente di ammirare i ritrovamenti archeologici situati del sottosuolo.

Gli scavi nell’Enoliteca. Quasi al termine dell’attività di scavo è stata individuata un’interessantissima struttura muraria a secco, di tipo circolare, di rilevanti dimensioni (circa 5,50 metri di diametro interno per complessivi 7-8 metri, compresa la muratura e lo strato impermeabile esterno in argilla), al cui interno sono stati trovati manufatti di epoca etrusca e romana. Pur avendo approfondito il deposito di solo poche decine di centimetri, sono venuti alla luce frammenti di antefisse, di tegole dipinte, di pesi da telaio, di “pietra fetida” e di intonaco dipinto, riferibili a edifici di prestigio e di rappresentanza. Il ritrovamento ha confermato la frequentazione più antica dell’acropoli di Montepulciano, già verificata con il recupero negli anni ’90 di materiali etruschi alla base della Fortezza e rappresenta la conferma da sempre attesa delle fonti, anche antiche, che ponevano sulla cima del colle poliziano un abitato o un santuario.

 

La Generazione “Z”. Il turismo nel 2020 e anche nel 2021 è tornato a crescere, ma in maniera diversa dal solito. Sono arrivati tanti italiani, rispetto al passato, di tutte le fasce di età. In particolare a Montepulciano si è registrata una grande ondata di presenze della cosiddetta “Generazione Z”, con età compresa tra i 20 e i 25. Proprio su questa nuova fascia di consumatori “in erba” il Consorzio insieme alle proprie aziende associate, ha voluto svolgere una analisi di mercato. Secondo la ricerca che ha svolto il Consorzio, insieme all’Amministrazione Comunale su un campione di oltre la metà delle proprie aziende risulta che il 93% di queste ha già cominciato a ricevere consumatori “Z” che per oltre 70% arrivano tramite internet (sito privato o portali di prenotazioni), per il 12,5% per passaparola. Il tipo di visita preferito, per l’81,3%, è quello del racconto dell’azienda seguito da una degustazione, per il 15,6% solo degustazione. Tra le principali curiosità richieste dai consumatori “Generazione Z” le pratiche in cantina, ma soprattutto la sostenibilità ovvero quali azioni le aziende mettono in campo per sostenere il territorio e l’ambiente. A questo tema il consumatore “Z” presterebbe moltissimo interesse (per il 23%), abbastanza per il 15%. La spesa media dei giovani consumatori per il 50% non supera i 30 euro, ma per il 40,6% va oltre fino ai 60 euro, più bassa (9,4%) quella che va dai 61 ai 100 euro. Per accogliere al meglio questi nuovi consumatori le aziende hanno intrapreso attività di formazione: oltre il 40% degli intervistati ha dichiarato di aver organizzato iniziative ad hoc in particolare proprio attraverso le visite didattiche in azienda, con piccoli corsi in azienda o on line. Secondo il 37% delle cantine intervistate il livello medio di preparazione generale sul vino è tra la sufficienza e il medio alto. Quali le tendenze dei nuovi consumatori? I vini rosati, vini sostenibili e con uno storytelling, possibilità di reperire le bottiglie anche in internet attraverso l’e-commerce.

 

 

 

I produttori 2.0. Se da un lato, come dicono recenti indagini, il vino di qualità è oggi sempre più apprezzato dai giovani (circa 9 milioni di italiani, collocati tra i 30 e i 40 anni di età, starebbero sempre di più indirizzandosi ad un consumo consapevole del vino), dall’altro sono sempre di più i giovani che lo producono. A Montepulciano oltre il 37% delle cantine è condotto da un giovane (l’età media dei titolari di azienda è di 48 anni). Un dato ancora più significativo è che il 45% degli impiegati a tempo indeterminato nel vino (oltre mille in totale a Montepulciano) sono sotto i 40 anni e la percentuale cresce con gli avventizi durante il periodo della vendemmia. Tra i ruoli maggiormente occupati dai giovani in cantina ci sono quelli di enotecnico e cantiniere, ma anche enologo, mentre l’81% delle imprese vitivinicole di Montepulciano ha un impiegato nel marketing sotto i 40 anni. Negli ultimi dieci anni l’inserimento dei giovani è avvenuto nel 60% delle imprese di Vino Nobile. In particolare le figure più ricercate sono quelle di responsabili commerciali per l’estero, ma anche le nuove leve nelle professionalità di enotecnici e di enologi (sempre più giovani escono dalle facoltà di agraria e da istituti di formazione agricola). Sono molte le aziende che al loro interno hanno una figura professionale che si occupa di comunicazione e più in particolare di social marketing. Quasi tutte hanno un profilo Facebook (8 su 10), mentre il 33 per cento utilizza anche Twitter. Altri social network, come Linkedin, Instagram e Pinterest, sono usati dal 33% delle aziende. 

 

VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO: UNA DENOMINAZIONE CHE RICHIAMA INVESTIMENTI

Oltre 340 milioni di euro negli ultimi 15 anni. A tanto ammontano gli investimenti fatti dalle 76 aziende vitivinicole di Montepulciano per interventi in cantina o nei vigneti al fine di migliorare la produzione di Vino Nobile di Montepulciano. Una media di 4,7 milioni per impresa vinicola per interventi di varia natura: dal restyling della cantina, a miglioramenti dei vigneti, passando per la tecnologia in campo e in cantina fino alla sostenibilità ambientale.

Il dato più interessante che emerge dall’indagine compiuta sui propri associati dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, è che il 42% delle aziende produttrici sono nate o hanno cambiato il proprietario negli ultimi dieci anni, il che significa che nuovi investitori hanno individuato Montepulciano e il Vino Nobile come obiettivo dei propri interessi economici. Proprietà provenienti da fuori regione (il 60 per cento), ma anche da Montepulciano (il 25%), mentre il 15 per cento degli investitori degli ultimi dieci anni ha passaporto straniero. Svariati i motivi per cui si è deciso di investire in questa denominazione: per la riconosciuta qualità del Vino Nobile di Montepulciano è quello che ha risposto la quasi totalità degli intervistati. Il 74% sostiene invece per il prestigio della denominazione, mentre il 65% per la fama di Montepulciano, inteso come territorio e borgo rinascimentale, nel mondo. Per il 56% delle imprese vinicole, investire in questo vino è dovuto al forte legame con il territorio e alla eleganza qui espressa dal Sangiovese. Il 35% ha risposto che si investe nel Vino Nobile perché all’estero è percepito come una delle eccellenze della Toscana e quindi dell’Italia. Se è il brand quindi ad attrarre nuovi investitori e a far investire nel rinnovamento le storiche imprese, per il futuro la parola chiave è sostenibilità: oltre il 90% degli intervistati infatti, alla domanda progetti per il futuro ha risposto che investirà nel miglioramento della produzione dal punto di vista ambientale. Per il 47% delle aziende invece il futuro vorrà dire investire in enoturismo e ospitalità.

 

 


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