Sono
numerose le particolarità che fanno del Vino Nobile un prodotto identitario, di
carattere e soprattutto fortemente legato al suo territorio di origine. Il
disciplinare di produzione (il primo risale al 1966, mentre l’ultima modifica è
del 2010), racchiude tutte le peculiarità e le caratteristiche distintive di
questo prodotto. A partire dal forte legame con una zona di produzione molto
circoscritta che comprende il solo territorio comunale di Montepulciano, città
rinascimentale della Toscana, in provincia di Siena, escludendo la zona di
pianura della Valdichiana. Sono infatti solo le vigne situate ad una altitudine
compresa tra i 250 e i 600 metri sul livello del mare che possono concorrere
alla produzione della Docg. Non è un caso che per questo si parli di un vino di
territorio, terroir lo chiamerebbero i francesi, che a Montepulciano si ritrova
in alcune aree particolarmente vocate e appositamente mappate. Sono le stesse
che in gergo vengono definite “micro zone”, ovvero dei piccoli fazzoletti di
terreno dove oggi si concentra la maggior parte del “Vigneto Nobile”, l’altra
vera particolarità di questo vino. I vitigni previsti dal disciplinare sono per
lo più quelli storici, autoctoni per chiamarli col giusto termine, ed è per
questo che prevale il Sangiovese (che a Montepulciano prende il nome di
Prugnolo Gentile) che deve essere presente per almeno il 70 per cento. Possono
poi concorrere all’uvaggio del Nobile, fino ad un massimo del 30 per cento,
altri vitigni a bacca rossa, cosiddetti complementari, idonei alla coltivazione
nella Regione Toscana. Tra questi sono frequenti il Colorino, il Mammolo, il
Canaiolo, ma anche alcuni vitigni internazionali come il Merlot o il Cabernet
Sauvignon. Una volta terminato il lavoro nel vigneto il disciplinare regola
quello di cantina, quindi non solo la lavorazione, ma soprattutto
l’affinamento, momento nel quale il Nobile acquisisce da un lato le sue
caratteristiche organolettiche principali, le stesse che poi fanno sì che la
qualità di questo vino sia universalmente riconoscibile, dall’altro la
personalizzazione dei singoli produttori. Le operazioni di vinificazione e di
invecchiamento devono essere effettuate in cantine situate nel territorio di
Montepulciano e l’invecchiamento deve durare almeno due anni, conteggiati a
partire dal primo gennaio successivo alla vendemmia. Entro questo periodo il
produttore può decidere se far maturare il Nobile per 24 mesi in legno, oppure
18 mesi in legno e i restanti in altri recipienti, oppure almeno 12 in legno,
sei in altri recipienti e sei in bottiglia. Del Vino Nobile esiste da
disciplinare anche la tipologia “Riserva”, che come dice il nome stesso
presenta un invecchiamento più lungo rispetto alla sua base. In questo caso
sono almeno tre gli anni di affinamento in legno e almeno sei mesi in
bottiglia.
1980-2020: QUARANTA ANNI DI DOCG E DI STORIA DEL VINO
ITALIANO DI QUALITA’
Correva l’anno 1980 quando l'allora
Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste rilasciava la prima fascetta che identificava una denominazione vinicola
come "garantita" (D.O.C.G.). Si apriva così una nuova era per il vino
italiano. Questa fascetta, serie AA n° 000001, è oggi conservata negli
uffici del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano ed è l’immagine simbolo dei festeggiamenti per il quarantennale
che ricorrerà per tutto l’anno 2020. La storia della fascetta AA 000001 è molto
lunga. Sono infatti occorsi circa 11 anni di riunioni, incontri, richieste da
quando, nel lontano 1969, il Consorzio fece richiesta
della DOCG (Legge 930/63), a quando questa è stata riconosciuta nel 1980. Il
Consorzio del Vino Nobile, primo in Italia, divenne così una vera e propria
rompighiaccio nel mare della burocrazia fino al 1978, data della pubblicazione
in Gazzetta della richiesta di modifica al
disciplinare del Nobile. Il 1 luglio 1980 fu l’allora Presidente della
Repubblica Italiana, Sandro Pertini, a firmare il decreto che sanciva
l’ottenimento della DOCG per il Vino Nobile di Montepulciano. Il percorso non sarebbe finito qui, dal momento che non essendoci precedenti
fu proprio il Consorzio del Vino Nobile, d’intesa con il Ministero
dell’Agricoltura e con la Camera di Commercio di Siena, a mettere a punto il
sistema dei controlli (fu creata la prima commissione camerale,
la “N.1”). Nel 1980 furono 450mila le bottiglie di Nobile DOCG. Oggi il Vino
Nobile di Montepulciano è una delle denominazioni italiane più riconosciute nel
mondo.
La Vendemmia 2021. Il 2021 ha avuto un andamento
meteorologico decisamente straordinario, sia in termini di piovosità, sia per
alcuni picchi termici registrati in primavera. La piovosità totale annua è
stata pari a 510 mm, valore decisamente basso, circa il 25% meno della
piovosità media annua della zona. Relativamente alle temperature, i mesi che si
sono discostati fortemente dalle medie del periodo sono stati marzo e
soprattutto aprile, che hanno fatto registrare valori delle minime
particolarmente bassi. In aprile, nella notte tra il 7 e l’8, le temperature
notturne sono scese sotto lo zero per molte ore, raggiungendo nei fondivalle
anche i -7°C, e arrecando criticità in fase di schiusura. Il germogliamento è
avvenuto tra il 28 marzo e il 27 aprile; la fioritura tra il 2 e il 15 giugno e
l’invaiatura tra il 27 luglio e il 26 agosto. La vendemmia si è sviluppata tra
la metà di settembre i primi di ottobre.
I vini del 2021, degustati dopo le fermentazioni
malo-lattiche, presentano colori molto decisi, profumi intensi dominati da
sentori di frutta matura e una notevole struttura caratterizzata da abbondante
tannicità e buona acidità. A livello analitico si rilevano valori elevati di
intensità e tonalità di colore, di alcool, di estratti e di polifenoli totali e
livelli medi di acidità e pH.
Vino Nobile di Montepulciano “Pieve”: già in cantina le annate che
verranno. Sono oltre 40 le aziende di Vino Nobile di Montepulciano che con la
vendemmia 2021 hanno selezionato una partita di Vino Nobile di Montepulciano
atto a divenire “Pieve”. Circa 500 mila le bottiglie previste in uscita per la prima
annata disponibile (la 2024), pari al 10% circa della produzione di Vino Nobile
di Montepulciano. Rispetto allo scorso anno, data di presentazione del
disciplinare, dopo la delibera positiva da parte della Regione Toscana (primo
step dell’iter), ora il Consorzio aspetta l’ok definitivo dalla Comitato Vini
del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
L’idea
di far nascere il Vino Nobile di Montepulciano menzione “Pieve” (attualmente il
disciplinare prevede Vino Nobile di Montepulciano e Vino Nobile di
Montepulciano Riserva), nasce da un percorso metodologico che ha visto il
consenso e la partecipazione di tutte le aziende produttrici. Un percorso di
studio all’interno della denominazione stessa, che grazie a momenti di
incontro, confronto e di analisi collettiva, ha portato alla nascita di una
“visione” univoca di Vino Nobile di Montepulciano. Una visione supportata dalla
ricerca anche degli esperti. Da una parte abbiamo dato vita ad una ricerca dal
punto di vista geologico e pedologico, tema che il Consorzio ha a cuore dagli
anni ’90, (siamo stati tra i primi in Italia a “zonare” il territorio di
produzione e successivamente a riportarlo in una mappa realizzata da Enogea);
dall’altra l’approfondimento è stato fatto anche nelle biblioteche e archivi
storici, fino ad arrivare al Catasto Leopoldino del 1800.
Il
disciplinare: dalla stesura alla approvazione destinazione 2024. Un vino che
avrà come caratteristiche il territorio (appunto con le sottozone), l’uvaggio
che sarà legato al Sangiovese e ai soli vitigni autoctoni complementari ammessi
dal disciplinare con uve esclusivamente prodotte dall’azienda imbottigliatrice.
L’altra novità è che verrà istituita una commissione interna al Consorzio
composta da enologi e tecnici la quale avrà il compito di valutare, prima dei
passaggi previsti dalla normativa, che le caratteristiche corrispondano al
disciplinare stesso.
Le
“pievi” per caratterizzare anche la territorialità del vino. Lo studio storico
della geologia e della geografia del territorio ha portato alla individuazione
di 12 zone, definite nel disciplinare di produzione UGA (Unità geografiche
aggiuntive), che saranno anteposte con la menzione “Pieve” in etichetta. Questo
aspetto rappresenta l’identità del Vino Nobile di Montepulciano che guarda
appunto al passato. La scelta di utilizzare i toponimi territoriali riferibili
a quelli delle antiche Pievi in cui era suddiviso il territorio già dall'epoca
tardo romana e longobarda, nasce da un approfondimento di tipo storico,
paesaggistico e produttivo vitivinicolo. In particolare la volontà del
Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano è quella di ribadire e codificare
una realtà fisica con antica radice storica, che ha caratterizzato il
territorio poliziano fino all'epoca moderna e che trova la sua eco anche nel
catasto Leopoldino dei primi decenni del XIX secolo, che suddivideva il
territorio in sottozone definite con il toponimo.
Sostenibilità, il distretto della
Denominazione Vino Nobile di Montepulciano primo in Italia ad essere
certificato con la norma EQUALITAS.
E’ ora ufficiale: il Vino Nobile di Montepulciano è la prima denominazione
italiana ad aver ricevuto il marchio di certificazione di sostenibilità secondo
lo standard Equalitas. La notizia è stata annunciata nella sede di Federdoc,
tra i partner del percorso, in occasione della presentazione del traguardo che
ha riguardato la denominazione toscana come la prima in Italia in questo senso.
Sostenibilità: un percorso che parte da lontano a Montepulciano. La visione di
sostenibilità a Montepulciano nasce in tempi non sospetti. Negli anni
1985/1990, grazie alla sensibilità del Consorzio ed al sostegno del Comune di
Montepulciano, fu creata una rete di stazioni meteorologiche installate su
tutto l’areale di produzione per la rilevazione dei dati meteo. In base alle
condizioni riscontrate, a cadenza settimanale gli esperti agronomi emanavano il
“messaggio verde”. Di fatto uno strumento operativo a favore delle aziende che
permetteva di razionalizzare gli interventi di difesa fitosanitaria con la
conseguente limitazione dell’utilizzo di presidi chimici.
Nei primi anni ’90 il Consorzio fu tra
i primi in Italia ad indagare i terreni produttivi tramite un progetto di
zonazione denominato “Vino Nobile Di Montepulciano Zonazione e Valorizzazione Del
territorio” che interessò i vigneti di produzione nel triennio 1992/1994. Fu
condotto dal gruppo di ricerca in viticoltura presso l’Istituto Agrario di San
Michele all’Adige con il fondamentale apporto dell’allora Istituto Sperimentale
per lo studio e la difesa del Suolo di Firenze. La sezione clima fu trattata
dall’Istituto Sperimentale per la viticoltura di Arezzo. Il progetto ha
prodotto una carta tematica per la gestione del territorio di produzione ancora
oggi attuale e basilare per gli studi che si sono susseguiti. Intorno al 2006,
in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, è nato un progetto per lo
smaltimento di scarti biologici dalle vigne per la realizzazione di biomassa da
combustione per il sostegno energetico a plessi scolastici e amministrativi.
Nel 2015 il progetto della Carbon
Footprint del Vino Nobile di Montepulciano diventa un modello su scala
nazionale. Il sistema che calcola l’“impronta di carbonio” del ciclo produttivo
di una bottiglia di Vino Nobile, ovvero le emissioni di CO2 derivanti dalla
realizzazione del pregiato vino a Denominazione di Origine Controllata e
Garantita, è stato infatti riconosciuto da un gruppo di istituzioni ed aziende
che operano ai massimi livelli nel campo della qualità e delle relative
certificazioni e che abbineranno quindi il proprio nome a quello del progetto.
L’idea di misurare la Carbon Footprint della DOCG di Montepulciano e di
attivare una serie di pratiche per la diminuzione o la compensazione della
emissioni di anidride carbonica è stata presentata in occasione dell’Anteprima
del Vino Nobile 2014 dal Comune di Montepulciano (che ha finanziato il
progetto), dal consorzio dei produttori e dall’Università Marconi di Roma,
incaricata della realizzazione tecnico-scientifica. Il programma, che ha ricevuto
il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Siena e della Camera di
Commercio provinciale, in circa un anno è passato dalla fase progettuale a
quella sperimentale grazie a una piattaforma di raccolta dati testata con
l’Università Marconi di Roma. I produttori hanno all’epoca prontamente compreso
la portata rivoluzionaria del progetto, esprimendo convincimento ed entusiasmo;
stesso atteggiamento ha manifestato il Gambero Rosso, voce leader a livello
internazionale nell’informazione eno-gastronomica, che ha ugualmente garantito
il proprio appoggio per il “lancio” della notizia e per la relativa campagna.
Questo progetto è stato premiato nel 2015 alla Smau di Milano come “Smart
Communities”.
Lo standard
Equalitas (www.equalitas.it),
elaborato dall’omonima società italiana controllata da Federdoc, consente la
certificazione di sostenibilità dell’Organizzazione, ovvero della singola
impresa vitivinicola, dei prodotti vitivinicoli e delle Denominazioni di
Origine. Lo standard è studiato espressamente per il settore vitivinicolo ed è
certamente tra i più all’avanguardia a livello internazionale, l’unico a
prevedere anche la certificazione delle denominazioni di origine. Equalitas è
un protocollo molto impegnativo che implica il rispetto di un numero elevato di
requisiti ambientali, come la misurazione dell’impronta carbonica e
dell’impronta idrica, e socio economici, come la verifica del rispetto delle
libertà sindacali e delle pari opportunità. Inoltre, Equalitas prevede anche il
raggiungimento di obiettivi progressivi e la stesura di un bilancio di
sostenibilità nel quale presentare e comunicare i risultati ottenuti.
#Portamiconte:
un progetto con l’Amministrazione Comunale contro lo spreco alimentare
Nasce
l’accordo tra Amministrazione Comunale di Montepulciano, Consorzio del Vino
Nobile di Montepulciano e gli esercenti del territorio, per utilizzare particolari
doggy e wine bag, realizzate con materiale riciclato e a sua volta ancora
riciclabile da destinare ai turisti e ai consumatori che da oggi continueranno
a vivere nel territorio comunale
In virtù della forte presenza
turistica nella città del Vino Nobile di Montepulciano (circa 1,3 milioni di
turisti all’anno) e della forte presenza di strutture ricettive con
somministrazione di cibi e bevande (oltre 200 esercizi tra enoteche, bar,
ristoranti), è nata questa idea di realizzare delle scatole per raccogliere le
pietanze e le bevande non consumate direttamente sul posto dando un contributo
così allo spreco degli alimenti avanzati che altrimenti si genererebbe. Con
queste doggy e wine bag, che al loro esterno come potete notare hanno una unica
grafica contenente la spiegazione del progetto, si mira ad aumentare il
concetto di lotta allo spreco alimentare a partire proprio dal consumatore che inoltre
rilascerà sul territorio incartamenti riciclabili a tutti gli effetti.
Gli obiettivi sono quelli di sensibilizzare
i consumatori contro lo spreco del cibo e nello stesso tempo ad avere rispetto
per l’ambiente; incentivare la raccolta differenziata nel territorio grazie a
materiali completamente riciclabili/biodegradabili. Promuovere le attività di
sostenibilità del territorio stesso.
Legno certificato per la
filiera vitivinicola: accordo con PEFC Italia. Prosegue l’attività legata al
protocollo d’intesa con PEFC Italia, organizzazione senza scopo di lucro e non
governativa, impegnata a promuovere la gestione sostenibile delle foreste
attraverso una certificazione indipendente di terza parte. In sintesi l’accordo
prevede la promozione di campagne di formazione e sensibilizzazione nei
confronti dei potenziali operatori della filiera viti-vinicola delle
potenzialità connesse alla scelta di prodotti certificati ovvero la tutela
dalle foreste e dei loro servizi ecosistemici per noi e per le future
generazioni. Nello specifico le due realtà si impegnano a stimolare le aziende
a scelte consapevoli anche mediante l’utilizzo di materiali certificati che
tutelano il nostro patrimonio forestale, assicurando la legalità e la sostenibilità
del materiale di origine forestale (legno, carta, cartone e sughero). Infatti i
prodotti con la certificazione PEFC garantiscono la provenienza della materia
prima da foreste gestite in modo responsabile, con l’obbligo della
riforestazione degli alberi abbattuti, e le foreste mantengono alti i livelli
dei servizi ecosistemici, come l’azione mitigatrice del cambio climatico. Il
protocollo prevede infatti di dare sostegno ai produttori al fine di informarli
sull’esistenza e sulle potenzialità dell’utilizzo di prodotti derivanti da
filiere certificate, sostenibili e legali unendo a questo la comunicazione dei
valori intrinsechi all’utilizzo di prodotti sostenibili che possono dare un
valore aggiunto alla produzione vinicola stessa, a partire dall’utilizzo di
imballaggi in legno e strumenti produttivi (come le botti o i pali delle
vigne). E’ inoltre obiettivo della
partnership lo sviluppo di strumenti di marketing e informazione rivolti al
consumatore finale al fine di favorire la comprensione dell’elevato impatto
sociale ed ambientale di un’attenzione particolare nell’uso di prodotti locali
sostenibili e a basso impatto ambientale, oltre a sviluppare progetti di
riduzione delle proprie emissioni di CO2 o all’adozione di progetti forestali
certificati per neutralizzare le emissioni residue, promuovendone l’impatto
positivo tramite comunicazioni specifiche verso il consumatore. Un passo importante considerato l’alto
utilizzo di elementi legnosi anche nella filiera vitivinicola a Montepulciano.
I NUMERI DEL VINO NOBILE DI
MONTEPULCIANO
Il
patrimonio “Nobile”. Un miliardo di euro circa. E’ questa la cifra che
quantifica il Vino Nobile di Montepulciano tra valori patrimoniali, fatturato e
produzione. Circa 65 milioni di euro è il valore medio annuo della produzione
vitivinicola, senza contare che circa il 70% dell’economia locale è indotto
diretto del vino. Una cifra importante per un territorio nel quale su
Il mercato. Il 2021 è stato un anno importante
per il mercato del Vino Nobile di Montepulciano rispetto a quello precedente
caratterizzato dalle chiusure di ristoranti e ridimensionamento dell’export.
Ebbene il mercato del Vino Nobile di Montepulciano nell’anno appena scorso ha
visto un incremento significativo del mercato interno. Le esportazioni, che
tuttavia restano il principale canale di sbocco, hanno fatto segnare un 70%
(negli anni passati si era arrivati al 78%), mentre il restante 30% viene
commercializzato in Italia. Continua la tendenza di crescita degli ultimi anni
la vendita diretta in azienda che nel 2021 ha raggiunto il 30%. Per quanto
riguarda il mercato nazionale inoltre le principali vendite sono registrate in
Toscana per il 40%. Al nord viene venduto il 34,4% (+20% rispetto al 2019). Per
quanto riguarda l’estero si assiste a una torta divisa a metà tra Europa e
paesi extra Ue. La Germania continua ad essere il primo mercato del Nobile con
il 39% della quota esportazioni. Il secondo Paese di riferimento è quello degli
Stati Uniti arrivando a rappresentare il 26% dell’export del Vino Nobile di
Montepulciano (+4% rispetto al 2019). Successo anche per i mercati asiatici,
balcanici ed extra Ue con oltre il 4% delle esportazioni. Continua il trend di
crescita del Canada che da solo vale il 4% delle esportazioni. Un dato davvero
significativo è la fetta di mercato del Vino Nobile di Montepulciano a marchio
bio che nel panorama italiano vale il 42% delle vendite, mentre a livello
internazionale rappresenta il 69%. Un dato che rispecchia anche la produzione
biologica a Montepulciano (più della metà dei soci del Consorzio è ormai biologico
o in conversione) e va nella direzione della certificazione Equalitas.
La Fortezza di
Montepulciano e il lavoro dei produttori per sostenere le bellezze del
territorio. L’Antica
Fortezza di Montepulciano, dove hanno sede gli uffici del Consorzio e l’Enoliteca
consortile, è il simbolo della città, situata nella parte più alta di
Montepulciano, ed è il frutto di un importante intervento di restauro che ha
visto impegnati il Comune, gli stessi produttori di Nobile ed un partner
straniero, la Kennesaw University della Georgia (USA), che nell’edificio ha
insediato il suo primo campus all’estero. Grazie alle risorse raccolte (in
totale circa 3 milioni di euro), tramite la Regione Toscana, anche in sede
europea , la Fortezza è stata restituita ad una piena fruibilità pubblica.
Ospita infatti anche mostre d’arte, spettacoli, incontri, corsi e altre
attività, rappresentando, sia per gli abitanti sia per i turisti, un punto di
riferimento che ora avrà tra le sue attrattive anche la possibilità di
degustare il Vino Nobile in un ambiente favoloso. La nuova Enoliteca consortile
si affaccia sul chiostro della Fortezza ed occupa uno spazio, su un unico
piano, di circa 300 metri quadrati, che comprende il banco di accoglienza, la
sala per le degustazioni ed i locali di servizio. I locali danno accesso su un
magnifico giardino interno, con vista panoramica sul Tempio di San Biagio e
sulla Val di Chiana e la Val d’Orcia, impreziosito dalla presenza di alcuni
alberi di particolare pregio. Ma ciò che caratterizza maggiormente il locale è
il pavimento di cristallo che consente di ammirare i ritrovamenti archeologici
situati del sottosuolo.
Gli scavi nell’Enoliteca. Quasi al termine dell’attività di
scavo è stata individuata un’interessantissima struttura muraria a secco, di tipo
circolare, di rilevanti dimensioni (circa
La Generazione “Z”. Il turismo nel 2020 e anche nel 2021
è tornato a crescere, ma in maniera diversa dal solito. Sono arrivati tanti
italiani, rispetto al passato, di tutte le fasce di età. In particolare a
Montepulciano si è registrata una grande ondata di presenze della cosiddetta
“Generazione Z”, con età compresa tra i 20 e i 25. Proprio su questa nuova
fascia di consumatori “in erba” il Consorzio insieme alle proprie aziende
associate, ha voluto svolgere una analisi di mercato. Secondo la ricerca che ha
svolto il Consorzio, insieme all’Amministrazione Comunale su un campione di
oltre la metà delle proprie aziende risulta che il 93% di queste ha già
cominciato a ricevere consumatori “Z” che per oltre 70% arrivano tramite
internet (sito privato o portali di prenotazioni), per il 12,5% per
passaparola. Il tipo di visita preferito, per l’81,3%, è quello del racconto
dell’azienda seguito da una degustazione, per il 15,6% solo degustazione. Tra
le principali curiosità richieste dai consumatori “Generazione Z” le pratiche
in cantina, ma soprattutto la sostenibilità ovvero quali azioni le aziende
mettono in campo per sostenere il territorio e l’ambiente. A questo tema il
consumatore “Z” presterebbe moltissimo interesse (per il 23%), abbastanza per
il 15%. La spesa media dei giovani consumatori per il 50% non supera i 30 euro,
ma per il 40,6% va oltre fino ai 60 euro, più bassa (9,4%) quella che va dai 61
ai 100 euro. Per accogliere al meglio questi nuovi consumatori le aziende hanno
intrapreso attività di formazione: oltre il 40% degli intervistati ha
dichiarato di aver organizzato iniziative ad hoc in particolare proprio
attraverso le visite didattiche in azienda, con piccoli corsi in azienda o on
line. Secondo il 37% delle cantine intervistate il livello medio di
preparazione generale sul vino è tra la sufficienza e il medio alto. Quali le
tendenze dei nuovi consumatori? I vini rosati, vini sostenibili e con uno
storytelling, possibilità di reperire le bottiglie anche in internet attraverso
l’e-commerce.
I
produttori 2.0. Se da
un lato, come dicono recenti indagini, il vino di qualità è oggi sempre più
apprezzato dai giovani (circa 9 milioni di italiani, collocati tra i 30 e i 40
anni di età, starebbero sempre di più indirizzandosi ad un consumo consapevole
del vino), dall’altro sono sempre di più i giovani che lo producono. A
Montepulciano oltre il 37% delle cantine è condotto da un giovane (l’età media
dei titolari di azienda è di 48 anni). Un dato ancora più significativo è che
il 45% degli impiegati a tempo indeterminato nel vino (oltre mille in totale a
Montepulciano) sono sotto i 40 anni e la percentuale cresce con gli avventizi
durante il periodo della vendemmia. Tra i ruoli maggiormente occupati dai giovani
in cantina ci sono quelli di enotecnico e cantiniere, ma anche enologo, mentre
l’81% delle imprese vitivinicole di Montepulciano ha un impiegato nel marketing
sotto i 40 anni. Negli ultimi dieci anni l’inserimento dei giovani è avvenuto
nel 60% delle imprese di Vino Nobile. In particolare le figure più ricercate
sono quelle di responsabili commerciali per l’estero, ma anche le nuove leve
nelle professionalità di enotecnici e di enologi (sempre più giovani escono
dalle facoltà di agraria e da istituti di formazione agricola). Sono molte le
aziende che al loro interno hanno una figura professionale che si occupa di
comunicazione e più in particolare di social marketing. Quasi tutte hanno un
profilo Facebook (8 su 10), mentre il 33 per cento utilizza anche Twitter.
Altri social network, come Linkedin, Instagram e Pinterest, sono usati dal 33%
delle aziende.
VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO: UNA
DENOMINAZIONE CHE RICHIAMA INVESTIMENTI
Oltre 340 milioni di euro negli ultimi
15 anni. A tanto
ammontano gli investimenti fatti dalle 76 aziende vitivinicole di Montepulciano per interventi in cantina o nei
vigneti al fine di migliorare la produzione di Vino Nobile di Montepulciano.
Una media di 4,7 milioni per impresa vinicola per interventi di varia natura:
dal restyling della cantina, a miglioramenti dei vigneti, passando per la
tecnologia in campo e in cantina fino alla sostenibilità ambientale.
Il
dato più interessante che emerge dall’indagine compiuta sui propri associati
dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, è che il 42% delle aziende
produttrici sono nate o hanno cambiato il proprietario negli ultimi dieci anni,
il che significa che nuovi investitori hanno individuato Montepulciano e il
Vino Nobile come obiettivo dei propri interessi economici. Proprietà
provenienti da fuori regione (il 60 per cento), ma anche da Montepulciano (il
25%), mentre il 15 per cento degli investitori degli ultimi dieci anni ha
passaporto straniero. Svariati i motivi per cui si è deciso di investire in
questa denominazione: per la riconosciuta qualità del Vino Nobile di
Montepulciano è quello che ha risposto la quasi totalità degli intervistati. Il
74% sostiene invece per il prestigio della denominazione, mentre il 65% per la
fama di Montepulciano, inteso come territorio e borgo rinascimentale, nel
mondo. Per il 56% delle imprese vinicole, investire in questo vino è dovuto al
forte legame con il territorio e alla eleganza qui espressa dal Sangiovese. Il
35% ha risposto che si investe nel Vino Nobile perché all’estero è percepito
come una delle eccellenze della Toscana e quindi dell’Italia. Se è il brand
quindi ad attrarre nuovi investitori e a far investire nel rinnovamento le
storiche imprese, per il futuro la parola chiave è sostenibilità: oltre il 90%
degli intervistati infatti, alla domanda progetti per il futuro ha risposto che
investirà nel miglioramento della produzione dal punto di vista ambientale. Per
il 47% delle aziende invece il futuro vorrà dire investire in enoturismo e
ospitalità.
Nessun commento:
Posta un commento