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mercoledì 17 febbraio 2021

UN VIAGGIO LUNGO TRECENTO CAPOLAVORI PER RACCONTARE DANTE ALIGHIERI COME MAI PRIMA D’ORA FORLI’ E GLI UFFIZI INSIEME PER LA MAXIMOSTRA DEL SETTECENTENARIO

 



“Dante. La visione dell’arte” sarà accolta nei Musei San Domenico dall’1 aprile all’11 luglio: illustrerà a 360 gradi la figura del padre della Divina Commedia e della lingua italiana attraverso un percorso espositivo ricchissimo, con opere dal Medioevo al Novecento: tra queste, creazioni di Giotto, Beato Angelico, Filippino Lippi, Michelangelo, Tintoretto, fino ad arrivare a Sartorio, Boccioni, Casorati e altri maestri del contemporaneo.

Circa 50, tra dipinti, sculture e disegni arriveranno dal museo fiorentino, che organizza la mostra insieme alla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì

 

Un viaggio nella storia dell’arte tra Medioevo ed età contemporanea, con circa trecento capolavori selezionati dal Duecento al Novecento: da Giotto, Filippino Lippi, Lorenzo Lotto, Michelangelo, Tintoretto, fino ad arrivare a Boccioni, Casorati e tanti altri maestri del secolo scorso.

Sarà una esposizione monstre. Con “Dante. La visione dell’arte”,organizzata a Forlì, nei Musei San Domenico, ed in programma dall’1 aprile all’11 luglio, la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e le Gallerie degli Uffizi, nell’ambito delle celebrazioni promosse dal Mibact, racconteranno a 360 gradi la figura del Sommo Poeta, nel 7° centenario della sua morte.

Frutto di un robusto sodalizio tra i due enti, l’esposizione non è solo occasione per dare corpo all’anniversario dantesco: nel momento difficile che il mondo intero sta vivendo, intende rappresentare anche un simbolo di riscatto e di rinascita non solo del nostro Paese, ma del mondo dell’arte e dello spirito di cultura e civiltà che essa rappresenta.

Il progetto nasce da un’idea di Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi, e di Gianfranco Brunelli, Direttore delle grandi mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Curatori della mostra sono il Professor Antonio Paolucci e il Professor Fernando Mazzocca, coadiuvati da un prestigioso comitato scientifico.

La scelta di Forlì come scenario dell’esposizione è parte di una strategia di valorizzazione di un luogo e di un territorio che non costituisce solo un ponte naturale tra Toscana ed Emilia-Romagna. Forlì è città dantesca. A Forlì Dante trovò rifugio, lasciata Arezzo, nell’autunno del 1302, presso gli Ordelaffi, signori ghibellini della città. A Forlì fece ritorno, occasionalmente, anche in seguito.

La mostra affronta un arco temporale che va dal Duecento al Novecento. Per la prima volta, l’intimo rapporto tra Dante e l’arte viene interamente analizzato e ricostruito, presentando gli artisti che si sono cimentati nella grande sfida di rendere in immagini la potenza visionaria di Dante, delle sue opere ed in particolare della Divina Commedia, o hanno trattato tematiche simili a quelle dantesche, o ancora hanno tratto da lui episodi o personaggi singoli, sganciandoli dall’intera vicenda e facendoli vivere in sé.

Circa cinquanta, tra dipinti, sculture e disegni, le opere che le Gallerie degli Uffizi, coorganizzatrici del grande evento espositivo, hanno messo a disposizione di “Dante. La visione dell’arte”. Tra queste, un corpus di disegni a tema di Michelangelo e di Zuccari. I celebri ritratti del Poeta di Andrea del Castagno e di Cristofano dell’Altissimo. E poi l’Ottocento con Nicola Monti, Pio Fedi, Giuseppe Sabatelli, Raffaello Sorbi e il capolavoro di Vogel von Volgestein, Episodi della Divina Commedia.

Non solo gli Uffizi, però, hanno aperto i loro ‘scrigni danteschi’ per la mostra: arriveranno prestiti dall’Ermitage di San Pietroburgo, dalla Walker Art Gallery di Liverpool, dalla National Gallery di Sofia, dalla Staatliche Kunstsammlungen di Dresda, dal Museum of Art di Toledo, Musée des Beaux-Art di Nancy, di Tours, di Anger; e poi dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dalla Galleria Borghese, dai Musei Vaticani, dal Museo di Capodimonte e da innumerevoli musei italiani e stranieri.

Con uno stile magniloquente e antologico, l’esposizione condurrà il visitatore alla scoperta della crescente leggenda di Dante attraverso i secoli. Laprima fortuna critica del Poeta verrà mostrata attraverso le prime edizioni della Commedia e alcuni dei più importanti Codici miniati del XIV e XV secolo. Apposite sezioni saranno dedicate alla sua fama nella stagione rinascimentale, alla riscoperta neoclassica e preromantica del suo genio, alle interpretazioni romantiche e Novecentesche della sua opera ed eredità;capitoli a parte verranno dedicati all’ampia e fortunata ritrattistica dedicata all’Alighieri nella storia dell’arte, al tema del rapporto tra Dante e la cultura classica, alla figura di Beatrice, che il Poeta eleva ad emblema del rinnovamento dell’arte e delle sue stesse positive passioni.

Protagonisti della mostra saranno anche le molteplici raffigurazioni che alcuni tra i più grandi artisti hanno offerto nel corso della storia della narrazione dantesca del Giudizio universale, dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso. Il percorso si concluderà con capolavori ispirati, nella loro composizione, al XXXIII canto del Paradiso.

 

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “In questo periodo, è importante ritrovare in Dante non solo un simbolo di unità nazionale, ma anche un conforto spirituale e un riferimento culturale comune. La mostra sarà un’occasione per ripensare al padre della lingua italiana e offrirà materia per riflettere sull’importanza che l’opera dantesca – i suoi versi, i personaggi e gli eventi da lui narrati – riveste ancora nei nostri tempi”.

 

Il direttore delle Grandi mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Gianfranco Brunelli: “Penso di poter dire che se c’è un’esposizione davvero completa e davvero nazionale, nell’anno centenario di Dante, quella forlivese si iscrive ad esserlo. Non solo la Commedia viene ricondotta lungo i rispecchiamenti che l’arte ne ha tratto, ma tutto Dante. Un viaggio dell’arte e un viaggio nell’arte che ci consente di rivedere Dante, il suo tempo e il nostro”.

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